Negli anni passati le vicissitudini di Alitalia hanno posto interrogativi su quale fosse il confine tra diritti e privilegi e cosa significhi veramente difendere i lavoratori.
Di recente anche l'esperienza di FIAT ha fornito interessanti spunti di riflessione e personalmente sono d'accordo con coloro che vorrebbero la possibilità di scegliere anche per gli operai: Marchionne non ti piace l'Italia? Non c'è problema, ben venga la Volkswagen.
Infine il recente referendum sul contratto delle attività ferroviarie pone dubbi su tutto il modello della rappresentanza. A cosa serve una consultazione quando le decisioni sono già prese, senza alcun coinvolgimento preventivo?
Partiamo da zero, proviamo a capire quali siano le priorità, il metodo migliore per raggiungerle e come realizzarle. Per iniziare immaginiamo come le due parti dovrebbero affrontare il problema.
La prima responsabilità sociale di un'impresa è garantire la sostenibilità economica della propria attività.
Un'impresa sensibile al sociale, ma incapace di perseguire un progetto di sviluppo in grado di generare ricchezza, è destinata a veder vanificata anche la propria valenza sociale.
La responsabilità principale di tutti i ferrovieri è quella di assicurare l'esistenza duratura delle ferrovie, realizzando un servizio capace di soddisfare le attese dei cittadini, perseguendo livelli crescenti di qualità, sicurezza ed efficienza ambientale.
A tale missione si collegano gli altri benefici prodotti a favore della società: la generazione di opportunità occupazionali dirette o attraverso l'indotto, lo sviluppo e la diffusione di conoscenze, la crescita del turismo nelle regioni più periferiche, la generazione di tributi per lo Stato e per gli enti locali, ecc...
L'esercizio autentico della responsabilità si realizza ogni volta non ci giriamo dall'altra parte: quando si sollecita la consegna di un pezzo di ricambio necessario a una riparazione, quando si controlla la chiusura di un treno in sosta per evitare venga danneggiato da estranei, quando si difendono i propri diritti, quando le grane vengono affrontate e non si scaricano sul collega.
Siamo capaci di chiedere un contratto uguale per tutti o che le istituzioni investano nel trasporto su ferro per i pendolari?