Secondo Daniel Pennac il lettore ha tutta una lista di diritti inalienabili. Secondo l’autore del ciclo dei Malaussène infatti, come spiega nel saggio Come un romanzo, si possono saltare pagine, o rileggerle, così come si può spizzicare, leggere ovunque, ad alta voce o addirittura “non” leggere.
Si tratta di una bella forma di decalogo, in cui si respira libertà, passione, spazi ampi per l’immaginazione. Qualcuno, però, si è arrogato un nuovo diritto: quello di tagliare le pagine al proprio libro.
Alcuni giorni fa un utente di reddit ha dichiarato, con tanto di foto a testimonianza dell’operazione, di aver “chirurgicamente” tagliato i numeri di pagina dalla copia di Infinite Jest in suo possesso. L’utente afferma di aver spezzato, con la sua “azione”, le catene dell’oppressione. I numeri di pagina non saranno più i suoi tiranni personali. Ci sarà riuscito, nell’intento di liberarsi?
Con tutta probabilità, è più saggio il commento di qualcuno che fa notare lo scempio. Dunque quali diritti, e fino a che punto, per questo lettore? Ha il diritto di segare il proprio libro? Di certo c’è che Infinite Jest di David Foster Wallace è un volumone, e non è il caso di guardare in continuazione le pagine rimanenti alla fine (sempre tante, a volte troppe) se si vuole vivere l’esperienza che molti di quelli che sono riusciti a leggerlo promettono. Quindi non c’è neanche bisogno di eccedere.
E chissà, quando e-book e e-book reader saranno anche dalle nostre parti molto più diffusi, chi avrà il coraggio di provare a “tagliare” i numeri delle pagine dai propri testi?
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