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Quando l’attesa si interrompe: letture, riflessioni e testimonianze sulla perdita perinatale

Da Jessi

E’ stata una gravidanza,

è stato un parto,

è stato ed è un bambino.

Wehcamp.

Domenica sarà la Festa della Mamma e vorrei dedicare un pensiero e un libro alle mamme che hanno perso un bambino presto, prima di vederlo crescere, o anche prima di vederlo nascere. E’ una riflessione che faccio fatica a fare, ma che voglio condividere perchè a me avrebbe fatto bene conoscere prima questo libro, le sue riflessioni e le preziose testimonianze che raccoglie.

Mi ha dato il libro di Giorgia Cozza “Quando l’attesa si interrompe” un’amica, nella circostanza che immaginate e che ho vissuto più volte. Con il mio compagno abbiamo pensato che fosse giusto parlarne, perchè i genitori che affrontano questo dolore siano sempre meno soli. Al dolore della perdita se ne aggiungono altri e la solitudine e l’impreparazione sociale sono tra questi. Un’altra cosa che mi dava terrore era non sapere dove vanno questi bimbi a cui non si fa in tempo nemmeno a dare un nome, ma che hanno vissuto in noi proprio come gli altri…  una fitta di dolore momentanea, incurabile.

L’unica cura è stata sentire, come dice Giorgia Cozza, che “un bambino perso, non è perso per la sua mamma. Lei lo custodisce per sempre, al sicuro, nel suo cuore. Trascorrono le settimane, trascorrono i mesi. E il dolore si trasforma. Ogni ora, ogni giorno, senza che ce ne rendiamo conto, il nostro dolore diventa qualcosa di diverso da quello che è stato il giorno precedente. Ma anche noi diventiamo qualcosa di diverso da quello che eravamo. Perché il dolore ci forgia, ci mette alla prova e allo stesso tempo ci fa scoprire e maturare nuove e spesso inattese risorse personali. In una parola, fa di noi delle persone migliori. Forse è questo il dono che i bambini speciali fanno alle loro mamme.”

Sono in molti i genitori che fanno tesoro di questo dono e che per questo chiedono che venga istituita una Giornata di Consapevolezza sulla morte durante la gravidanza o dopo il parto: “da più di 10 anni molti paesi del mondo (Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Norvegia) hanno istituito la giornata internazionale della consapevolezza sulla morte dei bambini durante la gravidanza o dopo il parto.
Questa giornata ricorre il 15 Ottobre e si celebra ogni anno con numerose iniziative locali . Questo fenomeno, che solo per la morte in utero riguarda ogni anno tre milioni di bambini e altrettante famiglie in tutto il mondo, rimane del tutto ignorato dalla maggior parte delle istituzioni, nonostante i notevoli sforzi di numerose associazioni”.

Due genitori speciali, medici, hanno fondato un’associazione attiva per dare informazione, sostegno ai genitori e contribuire a cambiare le cose. Questa rete, “Ciao Lapo“, è nata quando Claudia e Alfredo hanno dovuto dire addio al loro secondo figlio:  “Tornati a casa a braccia vuote e con il cuore pieno di incredulità e dolore, ci siamo sentiti soli, e non siamo riusciti a trovare nessuno che potesse aiutarci ad affrontare questo lutto nel migliore dei modi. Sbigottiti da questa solitudine e dall’assenza di risorse (libri, articoli, specialisti etc…) abbiamo quindi pensato che la morte di un figlio durante la gravidanza o dopo il parto fosse così rara da non necessitare di cure e di sostegno. Ci abbiamo messo qualche giorno, ( e molte notti insonni…) per capire che non era vero nulla. Non è vero che siamo pochi: in Italia, 2000 genitori all’anno perdono i loro bambini dalla 20° settimana di gravidanza in poi. Non è vero che i nostri bambini muoiono senza motivo.

Soprattutto, non è vero che non abbiamo bisogno di sostegno e che “un’altra gravidanza” risolve tutto: in tutto il mondo, anche nei paesi in via di sviluppo, si affronta quotidianamente il problema del lutto perinatale, e si è sostenuti da una rete fitta di volontari, medici, genitori e operatori che stanno a fianco dei genitori e consentono ai genitori di affrontare il lutto al meglio delle loro possibilità…ci siamo ritrovati, nel primo mese dopo la morte di Lapo, nella solitudine più completa, ben sapendo che non eravamo soli, che altri genitori nello stesso momento stavano soffrendo come noi senza poter disporre di nessuna rete, nessun aiuto, nessunno strumento. Abbiamo dunque pensato che non potevamo accettare questo silenzio.

Per rompere questo silenzio, possiamo diffondere questo libro. E firmare la petizione che propone di dedicare un giorno alla consapevolezza e al ricordo. E’ importante promuovere la consapevolezza dei genitori e del personale che è vicino a loro in quel momento: perchè sia data assistenza ai genitori in quanto tali e perchè non esistano più le parole – e le pratiche mediche da queste ispirate- “Non era un bambino”.

Letture

Giorgia Cozza (2010). Quando l’attesa si interrompe. Riflessioni e testimonianze sulla perdita prenatale. Il leone verde.

Giorgia Cozza (2010). Goccia di vita. Alex piccola storia di un’attesa spezzata. AVE edizioni.


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Questo post partecipa, al Venerdì del libro, appuntamento nato da un’idea di Paola di Homemademma che sta anche organizzando una biblioteca virtuale raccogliendo su Anobii tutte le proposte, a questo link. Gli altri apppuntamento a cui ho partecipato li trovi qui.


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