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Quando l'horror diviene impegno politico: Robert McCammon

Creato il 22 giugno 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori e lettrici, 
oggi vi parlerò di un autore di quelli che lasciano il segno. Sebbene non sia conosciuto al grandissimo pubblico, si tratta di uno scrittore che rappresenta una sorta di unicum nella letteratura horror americana: fantasia coniugata con tematiche politiche. Il mix, ve lo assicuro, è di forte impatto e molto coinvolgente. 
Robert McCammon, autore pluripremiato e vincitore del Bram Stoker's award, è conosciuto come uno degli scrittori attivi sul fronte antimilitarista: pacifista convinto, contrario alla potente lobby delle armi e  fortemente impegnato nell'ambito dei diritti civili. Ed è uno dei gioielli della corona della Gargoyle, che ha portato alcuni dei suoi libri in Italia
In questo breve speciale vi parlerò di due volumi: La maledizione degli Usher e Mary Terror. Spero di poter scrivere  - prima o poi - due parole anche su Hanno sete, dove ci sono i miei adorati succhiasangue. Per adesso, accontentatevi. Mettetevi comodi e leggete.
La maledizione degli Usher
Quando l'horror diviene impegno politico: Robert McCammonTramaPer intere generazioni la Casa degli Usher ha prosperato e si e' arricchita grazie alla realizzazione a alla vendita di micidiali armi da guerra. Ma un' entita' malefica ha vissuto e si e' sviluppata all'interno della Casa degli Usher, una remota eredita' di depravazione e di sangue che imbratta i corridoi della tenuta di famiglia. Liberamente ispiratosi a 'La caduta della Casa degli Usher' di Edgar Allan Poe, McCammon usa la sua sulfurea immaginazione per ricavarne un romanzo coinvolgente e terrificante: ne 'La Maledizione degli Usher' l'autore s'insinua sapientemente nella trama originaria ponendo un dubbio. E se la storia non fosse finita con la morte di Roderick e Madeline, piu' di cento anni fa? E se ci fosse stato un fratello a portare avanti il nome di famiglia, oltre che a ereditare il deplorevole patrimonio lordato di sangue? Ambientata ai giorni nostri nel Nord Carolina, la storia ha inizio con Rix, giovane erede degli Usher, prossimo a fare ritorno a casa dopo il servizio militare. Ad attenderlo, il padre sul letto di morte. Rix e' un fervente pacifista, e non ha alcuna intenzione di subentrare nel giro d'affari di 10 miliardi di dollari al quale e' predestinato. Ma la Casa lo ha scelto, sarà lui a ereditarne le redini: non solo per quanto riguarda l'opulento patrimonio che si dice maledetto, ma anche per gli orripilanti e terribili segreti che abitano e governano la Casa degli Usher. Rix, in preda a un vortice d'incubi ancestrali, sara' costretto a scatenare tutti gli atroci e oscuri poteri degli Usher e ad affrontare una volta per tutte la piu' tetra delle realta': non solo chi egli è... ma cosa è.
RECENSIONE
Nel caso di La maledizione degli Usher, l’Autore prende le mosse dal racconto di Edgar Allan Poe. Il maestro dell’orrore fa la sua breve comparsa nell’incipit del romanzo, dove l’ultimo degli Usher lo affronta rinfacciandogli di essere la causa de disonore che ha coperto la sua famiglia.A quasi duecento anni di distanza, protagonista della vicenda è Rix, l’ultimo dei fratelli Usher, ricchi rampolli di una famiglia “particolare”. Sono fabbricanti di armi. Rix non sopporta l’idea di vivere grazie a una ricchezza che gronda sangue. Ha scelto di allontanarsi dalla sua famiglia e di diventare uno scrittore di horror, forse proprio per metabolizzare tutto l’orrore che ha assorbito nella sua vita. Rix, infatti, ha vissuto un lutto atroce: la sua adorata moglie si è suicidata senza alcun motivo apparente e questo è stato la causa dell’inaridimento della sua vena creativa. 

Il lettore conosce Rix nel mezzo di una crisi, subito dopo aver appreso dal proprio agente che il suo romanzo è stato rifiutato. Le crisi cui gli Usher sono soggetti determinano un’alterazione della percezione della realtà così violenta che vista, olfatto e udito sono iperstimolati, causando sensazioni nervose devastanti. 


Rix, in cerca di conforto, si reca presso una stanza sicura di un hotel di proprietà della sua famiglia e lì vi trova il fratello Boone, un damerino che dagli Usher ha ereditato soprattutto la spocchia e il gusto per il lusso. 

L’arrivo di Boone è portatore di cattive notizie per il mite fratello minore. Il loro padre sta morendo, vittima del morbo che ha portato alla morte tutti gli appartenenti alla loro famiglia, una sorta di tara genetica che determina, di punto in bianco, il disfacimento del corpo. È come se gli Usher, indipendentemente dall’età, iniziassero a putrefarsi da vivi.


Dopo tentennamenti, Rix decide di tornare a Usherland. Laggiù ritrova Bodane e la moglie Cass, domestici che  rappresentano la famiglia che lui non ha mai avuto: gli hanno offerto il calore e l’affetto che i suoi familiari, a cominciare dalla madre, non sono mai stati in grado di offrirgli. Anche Katt, sorella di Rix e Boone, si è ormai allontanata dal fratello e anzi, lo guarda con sospetto. Il perché è logico: le fabbriche Usher finiranno nelle mani solo di uno dei tre fratelli e Katt – come Boone – pensa di essere quella che il padre sceglierà per dirigere un impero da dieci miliardi di dollari.

Rix non vuole la fabbrica, non vuole nulla che appartenga alla sua famiglia da ci ha ricevuto solo disprezzo e derisione. Eppure, il ritorno ad Usherland segna in lui un impercettibile, ma inesorabile, mutamento. Il suo viso sembra essere più giovane; si sente più forte e ha persino voglia di ricominciare a scrivere. E vuol comporre la storia della sua famiglia. 

Contemporaneamente, altre vicende minori si svolgono a Usherland. Conosciamo Newlan, figlio maggiore di Myra, una donna incattivita dalla vita. Newlan ha visto sparire il fratellino Nathan, rapito dall’Uomo delle Zucche, una presenza maligna a metà strada tra la fantasia e la realtà che infesta la montagna che sovrasta la Loggia. È un dato di fatto, però, che negli anni sono scomparsi decine di bambini. Nessuno ha voluto occuparsi di queste sparizioni. Nessuno… tranne Raven Dunstan, una giornalista di un quotidiano locale di chiara matrice democratica e antimilitarista, in aperto contrasto con gli Usher per motivi che esulano dalla politica.

La notte in cui Nathan scompare, Newlan scopre in sé degli strani poteri. Sa far levitare gli oggetti, riesce a influenzare la condotta delle persone e comprende che le leggende che riguardano l’Uomo delle zucche e il suo diabolico famiglio, Greediguts, sono vere. Perché lui sente questo terribile potere che scorre in sé e avverte che il male che permea queste presenze misteriose ha la sua matrice nella Loggia.


Già. Perché la Loggia emana un richiamo irresistibile e letale che Newlan e Rix avvertono e che cercano di combattere in ogni modo. La Loggia, sacrario e cattedrale del potere degli Usher li chiama, li seduce a livello onirico. Di più. Essa è letteralmente, il punto di partenza e di arrivo della vicenda umana (e non) dei due protagonisti, sia pure in maniera radicalmente opposta…
La maledizione degli Usher è un romanzo che può essere letto avvalendosi di differenti chiavi di lettura. Se da una parte è un chiaro manifesto antimilitarista – l’Autore punta spesso l’attenzione sulla repulsione che Rix prova per le armi – dall’altro, è una critica feroce sul perbenismo tutto americano, secondo cui non ha importanza l’origine del denaro. Non è un caso che McCammon sia considerato un autore “politicizzato” da parte della destra americana in cui storicamente si riconosce la lobby delle armi e del petrolio (Presidenza Bush docet).
La maledizione degli Usher è anche una storia familiare. Rix rappresenta l’ultimo anello di una catena composta da uomini forti che responsabilità e denaro hanno trasformato in creature brutali, talvolta persino folli. Così è accaduto a Walen e agli altri antenati. Anche il riferimento del titolo alla maledizione ingenera nel lettore una serie di dubbi: qual è la “vera” maledizione di cui sono vittima gli Usher? Soccombere alla malattia degenerativa che uccide i capifamiglia? È data dalla morte - quasi una sorta di selezione naturale – di tutti i figli degli Usher tranne colui che succederà al padre? È da ravvisare nell’impossibilità di avere una vita affettiva serena, o peggio, all’essere legati per sempre alla Loggia?

Le domande che l’Autore pone al lettore sono numerose e tutte hanno una risposta molto personale, che coinvolge la coscienza di chi si pone in rapporto con il testo. Personalmente, mi hanno molto colpito le descrizioni dei rapporti familiari, dove il cinismo, la volontà di sopraffare e l'astio determinano un'incomunicabilità che travalica il confine della rabbia. L'Autore lo ha descritto con una forza che lascia svuotati e che ha il retrogusto amaro della perdita. 

Mary TerrorDi tutt'altro tenore è Mary Terror. Molto più adrenalinico e violento, ci porta nel cuore dell'America fatta da gente comune.
Quando l'horror diviene impegno politico: Robert McCammon
TramaMary e' una sopravvissuta. Negli anni '60 apparteneva al gruppo terroristico d'ispirazione radicale noto come lo Storm Front. Oggi, latitante e segnata duramente dalla vita, Mary 'viaggia' nel tempo sulle ali psichedeliche dell'acido, rivivendo di continuo i giorni di un passato che non tornera' piu'. Chiusa nella sua allucinata solitudine, si lascia divorare dalla rabbia, mentre intorno a lei avanza l'edonismo materialista degli anni '80. Un giorno, casualmente, Mary s'imbatte in un'inserzione pubblicata sulla rivista Rolling Stone e si convince del fatto che Lord Jack, l'allora leader del gruppo terroristico, anch'egli tutt'ora latitante, la stia chiamando a se' per ricostituire lo Storm Front. Ma per Mary, Jack e' anche l'uomo che non ha mai smesso di amare. L'uomo che sarebbe stato il padre di suo figlio, se solo lei, ferita gravemente in seguito a uno scontro a fuoco con l'FBI, non avesse perso il bambino che portava in grembo. Quando Mary rapisce il bambino di un'altra donna, Laura, per portarlo in dono al suo amato Jack, il destino delle due donne si unira'; e un passato fatto di armi, odio e morte tornera' a imperversare per le strade, da New York fino alla California, insanguinando la scia lasciata dalla furia omicida di Mary Terror...
RECENSIONE 
Mary è folle. Il lettore lo comprende subito, sin dalle pagine di un incipit tra i più agghiaccianti che mi sia capitato di leggere. La tentazione di chiudere il libro è stata forte, lo ammetto. Perché la scena iniziale è quella della morte di un neonato, bruciato su un fornelloSolo nel corso della narrazione si comprenderà che il neonato è in realtà un bambolotto e che Mary vive in un mondo dove la realtà è desolata e squallida e la dimensione onirica è scandita dall'assunzione di acido e da sogni in cui si mescolano ricordi deliranti.


Mary apparteneva a un gruppo militante di sinistra negli anni Sessanta. Ha compiuto omicidi efferati nelle modalità e per le motivazioni: una presunta ribellione verso "lo Stato stupratore di coscienze", alcun sotto l'effetto del Lsd, altri animati da una consapevolezza malata. Motore immobile di questo gruppo,  Lo Storm Front, è Lord Jack, un capo carismatico di cui Mary era la compagna
Durante un violentissimo scontro con la Polizia il gruppo viene praticamente annientato; si salvano in pochi e Mary, incinta di Jack, è tra questi. A causa delle ferite, la donna perde il bambino e per anni si trascina in un'esistenza fatta di fughe seguiti da occasionali omicidi, trip e perdita di ogni senso morale. Si è abbrutita ed imbruttita Mary, persa dietro quel delirio di maternità che le fa partorire bambolotti che poi uccide perché non "le obbediscono".
A sconvolgere questa anomala routine interviene un messaggio in codice scritto sulle pagine di Rolling Stone  - che per chi non lo sapesse, è la più famosa rivista di musica rock e pop in America - in cui si invitano i membri dello Storm front a ripresentarsi alla Signora Piangente. E Mary sente un fiotto di vitalità nel corpo, sente l'energia dei vent'anni rimpossessarsi di lei. Deve vedere Lord Jack, il suo uomo, il compagno perfetto di cui ha serbato un ricordo  alterato dalla pazzia nella mente, mescolandolo con Jim Morrison, leader dei Doors. E ha bisogno di un figlio da portargli, non un bambolotto. Poco importa che quel bambino adesso dovrebbe essere cresciuto: lei vuole un neonato che suggelli la loro unione e che li faccia tornare giovani e forti. La lotta tra follia e istinto non può che essere all'ultimo sangue.

Mary Terror è l'ultimo romanzo di Mc Cammon pubblicato dalla Gargoyle. E' un romanzo dallo stile forte, in cui la trama, di per sé semplice, viene impreziosita da una splendida introspezione dei personaggi, delle loro ossessioni, dei rimpianti e della perdita dell'innocenza. Il lettore è guidato per mano negli abissi di follia di Mary, vive la sua ossessione, la sua disperata ricerca di un tempo ormai trascorso cui rimanere aggrappata. Mary non cerca solo Lord Jack. Cerca sé stessa, il suo avere vent'anni ed essere giovane, bella e forte. Cerca i sogni perduti, affogati in un oceano di cartacce, birre e acido. Braccata dalla polizia, immersa nel sudiciume e nello squallore, Mary è il ritratto di una donna la cui psiche è irrimediabilmente scissa, priva di qualunque contatto con la realtà. E' un ritratto efficace, che si trasforma nel quadro spietato e doloroso di un'America che ha perso i sogni, che non ha più alcun ideale


Il romanzo scritto nei primi anni del Duemila non parla ovviamente della crisi economica e finanziaria che ha investito gli Usa nel 2008, ma il suo messaggio è forte e ha una valenza dirompente in un periodo di profonda crisi quale quello che stiamo vivendo.

La malattia mentale passa attraverso il bisogno che ha Mary di creare un mondo a immagine dei propri desideri e che, nello stesso tempo, rinnega le sicurezze c.d. borghesi quali una bella casa o le comodità assicurate dal benessere economico. Ma la figura di Laura, una madre che lotta selvaggiamente per tenersi accanto il proprio bambino, ribalta questo assioma: si può essere forti e cercare di cambiare il mondo anche se abbandonano collanine e incensi. Si cresce, in una parola, senza perdere coscienza di ciò che si è.
I due romanzi sono molto diversi per  e tematiche. Mentre ne La maledizione degli Usher l'atmosfera è soffusa da un'inquietudine sottile, che avvelena la mente del lettore fino a avvilupparla in una ragnatela di inquietudine, in Mary Terror, la paura è primordiale, fisica come un pugno nello stomaco. La discesa nell'abisso della malattia mentale è cruda, forte, realistica.

Lo stile dell'Autore è morbido, costruito con cura: subordinate legate ad incastro, un fraseggiare ricco, ma non barocco, dialoghi icastici e perfettamente in grado di rendere l'idea del personaggio. Poche descrizioni, molta introspezione psicologica e un quadro sociale in cui si dipana la vicenda che è ben più che vivido: è realistico, curato nei minimi dettagli. Ed è ciò che rende i libri di McCammon qualcosa di diverso rispetto a King, cui pure è stato accostato. 
Al termine di questo lunghissimo articolo, voglio fare una breve riflessione. Da più parti si dice e si scrive che horror o letteratura fantasy in generale non possono essere "impegnate" perché, per definizione, sono d'evasione. I romanzi di McCammon non sono di certo scritture impegnate, ma rappresentano a mio avviso la testimonianza concreta di come un autore "fantastico" possa narrare della realtà. E possa farlo bene, inducendo una riflessione nei suoi lettori. Non è cosa da poco, oggi. 
Quando l'horror diviene impegno politico: Robert McCammon
L'AUTORE:
Nato a Birmingham nel 1952, Robert McCammon ha frequentato liceo e universita' in Alabama. Nel corso degli anni ha pubblicato 13 best-seller e numerosi racconti brevi, creando successi come Swan Song, Baal, Stinger, Mistery Walk e Usher’s Passing, molti dei quali usciti anche in Italia. Dopo la pubblicazione di Gone South (1992), che e' considerato il suo capolavoro, McCammon ha scelto di prendersi una pausa di riflessione dal genere horror e di dedicare piu' tempo alla famiglia. La sua fatica piu' recente, la trilogia Speak the Nightbird, The Queen of Bedlam, Mister Slaughter, e' un grande affresco storico sull’oscuro periodo della caccia alle streghe alla fine del 1600. Nel corso degli anni i romanzi di Robert McCammon sono stati autorevolmente paragonati a quelli del 'periodo d’oro' di Stephen King. A McCammon si deve anche la fondazione della Horror Writers Association, che raggruppa tutti i massimi esponenti del genere horror e assegna annualmente i prestigiosi Bram Stoker Awards. McCammon scrive di solito durante la notte: si sente - dice lui - piu' impaurito e questo contribuisce a rendere i suoi racconti… piu' spaventosi. Di McCammon, Gargoyle ha gia' pubblicato Hanno Sete (2005), L’Ora del Lupo (2006), La Via Oscura (2008) e La Maledizione degli Usher (2009). Il sito personale di Robert McCammon www.robertmccammon.com 

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