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Quando l’intermezzo comico televisivo diventa arte: apologia di Virginia Raffaele. E sull’imitazione del Ministro Maria Elena Boschi giudicata “sessista” da Laura Boldrini.

Creato il 16 marzo 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

402px-Sergei_Eisenstein_03di Rina Brundu. È nata una stella! Ma anche una nuova forma di arte comica, digitale nella sua natura e tuttavia di sapore antico mercé la sua sostanza. La stella è quella di Virginia Raffaele, la bravissima imitatrice che per alcune settimane, causa l’assenza di Crozza, si è occupata dell’intermezzo satirico del programma Ballarò di Giovanni Floris (Rai3). In un suo primo intervento, a Febbraio, la Raffaele aveva proposto l’imitazione di una Francesca Pascale che pareva incapace di non menzionare “il mio ragazzo” Berlusconi; è però con la parodia andata in onda lo scorso 4 marzo, ovvero con l’imitazione del neo Ministro Maria Elena Boschi che, secondo me, si è entrati mani e piedi in un realm molto moderno dell’intermezzo comico televisivo.

Straordinaria (sebbene non nuova), a questo proposito, l’idea del servizio montato prima in esterno e poi nello studio, la quale idea ha saputo fornire un background strutturale formidabile, credibile, e di grande impatto visivo. Il montaggio è pure energico, veloce, in linea con i “requirements” dell’Esecutivo-rampante che quel ministro rappresenta. Allo spettatore rapito vengono quindi “regalati” diversi “preziosi” momenti della vita dinamica, efficiente e laboriosa della novella Ministra, la quale viene inizialmente inquadrata mentre cammina veloce, tacchi a spillo trendy, seguita dalla scorta, lungo una via molto affollata, dove – bontà sua – trova anche il tempo di fermarsi a parlare con il popolo adorante.

Ottime le musiche e i momenti didascalici raccontati in prima persona dal giornalista che si occupa dell’intervista. Da questo punto di vista occorre anche dire che la spalla offerta dalla figura del “giornalista” è formidabile sia rispetto all’interazione dialettica, ai tempi, ai ritmi, sia rispetto alle necessità di mimica del tipico professionista-accomodante nostrano. Poi la scena è tutta per loro, per la Ministra e per il suo seno prominente che pare quasi avere a-mind-of-his-own, quando si mostra (viene mostrato?) tutto preso e concentrato nello sperimentare la sua nuova spazialità, come un innovatore d’altri tempi dell’arte cinetica. Il ”bulk” della fantozziana-intervista è pura sostanza, laddove con straordinaria maestrìa vengono messi alla berlina i vizi e le virtù dialettiche (e non), le idiosincrasie del renzismo che avanza, culminanti in quella sorta di Sindrome dell’avverbio “concretamente” che ha fondamentale funzione di cesura ritmica e diventa il vero confine tra il mondo com’è e il mondo come immaginato da questa nuova dottrina politica.

Il resto – di un’imitazione che per la sua qualità complessiva e capacità di rifinitura ricorda la mitica imitazione di Vendola fatta da Checco Zalone – bisogna vederlo. A questo proposito, confesso che mi sfuggono – completamente! – le ragioni per cui la Presidente della Camera Laura Boldrini avrebbe definito questo lavoro “sessista”. Ma che tipo di donne vorrebbero crescere in questo nuovo Parlamento della Repubblica: femminucce a cui tutto è dovuto in virtù del loro essere private dei gioielli di famiglia? Personalmente avrei apprezzato molto di più che la voce del Presidente della Camera si fosse levata tonante solo quattro giorni dopo quell’imitazione, ovvero in quel funesto 8 marzo, affogato dentro fiumi di retorica mediatica, che dovrebbe essere rispedito al mittente da qualsiasi donna moderna veramente cosciente del suo ruolo nella società di oggi, e dei “requirements” di questa società.

L’alternativa è che nelle serate di intrattenimento cinegrafico del vendoliano e radical-chichissimo SEL si sia passati dalla riproposizione dei film Sergej Michajlovič Ėjzenštejn alle repliche di Domenica in. Il dubbio è oggettivamente legittimo!

YouTube link: Ballarò : Virginia Raffaele è il Ministro Maria Elena Boschi 04/03/2014.

 

Featured image, il mitico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn.


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