Se è vero che il clima elettorale si è iniziato a respirare già da un po', incredibilmente proprio la festa del Santo Patrono ha dato il via alle manovre tipiche della campagna elettorale anche se, almeno secondo il calendario, siamo in netto anticipo. Sarà per via delle arcinote vicende legate alla sopravvivenza politica della Giunta Gismondi, sarà per il profilarsi di un panorama elettorale piuttosto articolato in cui ogni giorno scopriamo una nuova potenziale lista, fatto sta che il clima è già ben caldo, tendente al rovente, lasciando presagire frizzi e lazzi a gogó nei prossimi mesi.
Il Movimento 5 Stelle nostrano ha aperto le danze alla fiera tradizionale del 12 ottobre con un inconsueto "banchetto" informativo in viale Gramsci che è stato poco gradito alle altre forze politiche, specie allo schieramento che fa riferimento a Endrio Ubaldi. Ubaldi stesso se ne è lagnato anche sulla sua pagina Facebook lamentando come l’anomala novità non fosse stata consentita in passato. In effetti, stand di natura politica non se n'erano mai visti a queste latitudini e la cosa potrebbe costituire un interessante precedente. Del resto non ci sarebbe nulla di male nell'esporre le proprie idee politiche anche in una fiera paesana. Il problema, forse, è che ci hanno pensato solo loro. E questo può anche essere irritante.
A dare il meglio di s'è, peró, è stata quella che è ancora la maggioranza di governo che rischia di non esserlo più a breve. Forse proprio per questo abbiamo assistito ad una notevole sovresposizione del Sindaco e dell'immancabile e instancabile Lucentini (che sembra talvolta più sindaco del sindaco) che non hanno perso occasione per trovare spazi utilizzabili per propagandarsi e promuoversi, talvolta caldamente invitati, talvolta approfittando del ruolo istituzionale. Hanno corso e percorso la città in lungo e in largo con un affanno spasmodico culminato con una vera e propria invasione di campo al termine della processione che chiude tradizionalmente la festa precedendo i fuochi artificiali.
È stato proprio davanti alla teca del Santo che Gismondi e Lucentini hanno imbastito un piccolo comizio coinvolgendo e, in qualche modo, strumentalizzando il contesto religioso, la Banda, il Comitato Festeggiamenti e anche la brava e giovane cantante di casa nostra premiata frettolosamente. Una caduta di stile piuttosto urticante alla quale, spero, non dovremo essere costretti ad abituarci, altrimenti rischiando che lo spettacolo pirotecnico non sia finito ieri sera ma che prosegua da qui alla chiusura delle urne.
Luca Craia