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Quando la politica si impone all’economia, l’economia si ferma

Creato il 26 aprile 2011 da Lucia Navone @lucia_navone

Il settore delle rinnovabili resta al palo dopo solo cinque anni dai primi incentivi

“Anche il 18 aprile vi è stato l’ormai solito attacco di Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera al solare e alle rinnovabili che continua quella che sembra essere una vera e propria crociata senza diritto di replica, mentre gli investitori si stanno allontanando dall’Italia per Paesi più seri sul piano imprenditoriale”.

Così Giuseppe Vatinno, responsabile ambiente dell’Alleanza per l’Italia, è intervenuto sulle pagine del Corriere della Sera di oggi, 18 aprile, in risposta all’ultimo articolo di Mucchetti.

Premesso che, come Mucchetti scrive, un giornale deve fare informazione e il Corriere è stato tra i primi a informare i consumatori su quanto costa il sistema rinnovabili (il primo articolo risale al luglio 2010, quando solo Ortis ne denunciava i costi), gli investitori non si stanno allontanando dall’Italia per paesi più seri dal punto di vista imprenditoriale ma perché ritengono l’Italia inaffidabile dal punto di vista politico.

Secondo il rappresentante dell’Api, l’Italia sa essere un Paese virtuoso – ha gli incentivi maggiori perché sono iniziati dopo rispetto agli altri paesi – e, il concetto è squisitamente politico.

Grazie però ai concetti squisitamente politici il settore delle rinnovabili oggi è fermo, in attesa del nuovo piano di incentivi e, con esso, tante aziende e tanti lavoratori. Un comparto economico nato solo cinque anni fa, sotto il colore verde (promotore del primo conto energia fu l’allora Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio) che, in questi anni, ha sempre scatenato polemiche e campagne media a favore o contro. Ricordiamo gli interventi del Professor Battaglia su le pagine de Il Giornale (oltre al suo libro con prefazione di Silvio Berlusconi) dove “sfatava” i falsi miti delle energie rinnovabili.


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