Magazine Psicologia

Quando la sessualità diventa un disturbo. 2° parte

Da Psychomer
by Laura Solito on marzo 13, 2013

Poiché, come abbiamo accennato in precedenza, i disturbi sessuali iniziano a strutturarsi durante l’infanzia occorre considerare già in questa fase l’importanza di un’educazione alla sessualità, o meglio, allamore, poiché rappresenta uno dei più importanti “modellatori” della personalità.

I genitori dovrebbero evitare situazioni che nel bambino potrebbero disturbare la realizzazione della sessualità futura.
L’educazione sessuale deve mirare allo sviluppo della capacità di esprimersi, di vivere le emozioni e i rapporti in maniera autentica senza repressioni o tabù. Il bisogno di amore va vissuto in maniera naturale senza impedimenti di natura culturale, sessuofobica o psicopatologica.
Il perverso è spesso una persona che ha subito un trauma durante la fase infantile, trauma che ha determinato dei danni nella struttura della personalità che non sono mai stati affrontati in maniera conscia e perciò emergono sotto forma di perversioni.

Il trattamento delle parafilie è al quanto complesso soprattutto quando il soggetto ha già attivato processi difensivi che comportano una negazione della patologia. E’ necessaria un’ attenta diagnosi finalizzata anche ad escludere eventuali altri disturbi di personalità, ma è comunque un trattamento lungo e impegnativo, legato a quanto la persona sia disturbata ed a quanto desidera lavorare sul suo disturbo.

Un’eziologia precisa non è identificabile e questo rende ancora più difficile la cura.
Inoltre l’approccio e il metodo devono esser personalizzati anche in rapporto alla pericolosità del soggetto, prevedendo un’attenta e completa anamnesi delle dinamiche contestuali del paziente (contesto socio-ambientale in cui vive).

La terapia più frequentemente utilizzata nella cura delle parafilie è quella espressivo-supportiva che richiede un lavoro sull’individuo, che lo condurrà verso un migliore funzionamento dell’ Io, ma questo intervento presenta dei limiti in quanto non ottiene buoni risultati sulle tendenze perverse, le quali possono risultare molto resistenti, anche perché difficilmente affrontate dai pazienti.
E’ importante che il terapeuta assuma un atteggiamento non punitivo, capace di comprendere il significato inconscio del sintomo e la sua funzione nella personalità.

In alcune situazioni la terapia può coinvolgere la coppia (quando il disturbo riflette le difficoltà emotivo-sessuali del rapporto coniugale), la famiglia (per esempio nei casi di pedofilia, quando si verifica un incesto), il gruppo (quando si tratta di voyeurismo o esibizionismo può esser utile il confronto con gli altri aggressori) e può prevedere l’ospedalizzazione o l’uso di farmaci antiandrogeni (ma i numerosi effetti collaterali fan si che essi vengano utilizzati di rado).

Un altro utile trattamento può essere quello cognitivo-comportamentale che, come dice lo stesso nome, si serve della combinazione di due elementi:

aspetto comportamentale: stimola la comprensione e il miglioramento del rapporto tra le situazioni che scatenano il disagio e il comportamento che ne consegue, orientando così il paziente verso nuove possibilità di soluzione;

aspetto cognitivo: comporta una revisione degli schemi di interpretazione della realtà e di conseguenza una correzione più obiettiva della stessa. In questo modo il paziente impara a vivere meglio il rapporto con se stesso e il mondo esterno.

Come abbiamo sottolineato poc’anzi la maggiore difficoltà, nell’ ostacolare il processo verso la guarigione, è determinata dal fatto che le persone affette da parafilie non credono di avere un problema e di conseguenza non vogliono l’aiuto di figure esperte, per cui il primo passo verso la guarigione consiste nel prendere coscienza delle responsabilità delle proprie azioni e dei danni che esse provocano.
Una guarigione completa è difficile ma non impossibile.
Tuttavia un’adeguata e rigorosa terapia può aiutare il paziente a ripercorrere in maniera protetta i traumi subiti durante l’infanzia, interpretarne i meccanismi e riuscire ad avere il controllo sulle proprie azioni, in modo da avvicinarsi il più possibile a una vita “normale” e socialmente sana.
Altrettanto importante è il ruolo dei propri cariil loro amore (non a caso il termine parafilia deriva dal greco para= presso filia=amore) rappresenta, per chi è affetto da tali patologie, uno dei più importanti farmaci. Non dimentichiamoci infatti che, a prescindere dalla natura del trauma subito, la persona tende a ricercare lamore attraverso la perversione, quell’amore che in precedenza le è stato negato o che ha vissuto in maniera sbagliata.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :