Le Olimpiadi russe di Sochi sono state carine, a tratti entusiasmanti grazie alla vittoria delle sei medaglie italiane.
Per mesi ci hanno martellato con il catastrofismo Lgbt di chissà quali retate anti-gay durante i Giochi olimpici, Gian Antonio Stella ha parlato con la sua solita foga da intellettuale mancato addirittura di gulag sovietico, mancando di rispetto a chi davvero ha vissuto la dittatura stalinista. Invece l’unico episodio dubbio accaduto è stato il fermo del transessuale Vladimiro Guadagno, recatosi in Russia per puro spirito di provocazione, il quale ha affermato di essere stato arrestato dalle autorità russe mentre sventolava una originalissima bandiera arcobaleno con scritto “Gay is ok”, ma il Cio (Comitato Olimpico Internazionale) ha puntualmente smentito qualsiasi fermo di un cittadino italiano, tanto meno mascherato da donna.
Il tam tam mediatico anti-Russia è stato avviato nientemeno dal presidente americano Barack Obama, che ha deciso di disertare l’inaugurazione dei Giochi. E nessuno pare averne sentito la mancanza. Divertente ricordare che Obama, vincitore di un imbarazzante premio Nobel per la Pace, nell’agosto 2013 ha addirittura affermato: «se la Russia non avrà atleti gay o lesbiche, il suo team sarà più debole».
Essere gay non penalizza certamente nello sport, ma è curioso a posteriori osservare che la Russia (senza gay) è uscita dalle Olimpiadi con ben 33 medaglie vinte, mentre gli USA ne hanno vinte 28, dietro a Norvegia e Canada. E meno male che il team russo avrebbe dovuto essere più debole!
Obama esce sconfitto dalla sciocca battaglia ideologica che ha voluto iniziare contro la Russia, ed è curioso che uno dei principali collaboratori de “Il Fatto Quotidiano”, l’anticlericale Marco Politi, abbia scelto di elogiare Vladimir Putin affermando che «sarebbe comprensibile metterlo in una hit parade di politici realisti, che difendono gli interessi del proprio Paese e – come è accaduto in Siria – cercano di contemperare i propri interessi geopolitici con l’auspicabile cancellazione di opzioni guerresche», mentre al presidente americano ha preferito ricordare che «sul piano operativo non è riuscito diventare un creatore di pace effettivo».
Ricordiamo infine che fortunatamente la situazione in Russia nei confronti delle persone omosessuali non è come viene descritta dai media occidentali, tanto che Nikolay Alekseyev, il più importante attivista gay russo e presidente di “GayRussia”, ha chiarito che quanto viene detto «non ha nulla a che fare con la realtà» e ironico ha commentato che «la cosiddetta “orribile” legge contro la propaganda gay è in vigore da più di sette anni e la sua applicazione ha portato addirittura a ben due condanne!».
La redazione