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Quando sono entrata per la prima volta nell'ufficio in cu...

Da Mafalda1980 @mafalda1980

Quando sono entrata per la prima volta nell'ufficio in cui lavoro, mi è tornata in mente una vecchia réclame della Coca Cola, questa:

un po' perché erano tutte donne tranne il capo e un ragazzo che non c'è quasi mai, e un po' perché dall'altra parte della strada sorge il cantiere della nuova fiera.
Col passare dei giorni, mi sono resa conto di quanto un ufficio sia come un prato sul quale sbocciano tanti fiori, ognuno diverso dall'altro: le scrivanie.
Ogni scrivania, in un open space, è un microcosmo che rivela passioni, attitudini e anche manie, come i cestini della spazzatura (ok, con quest'ultima frase rivelo la mia di mania, il waste watching, oltre al people watching).
C'è chi è magra magra, come se avesse dieci anni, e mangia mezzo cracker per poi buttar via il resto del pacchetto.
Ha tante Hello Kitty sulla scrivania.
C'è chi è bellissima anche se non si trucca mai, assomiglia molto a Juliana Moreira.
Sulla scrivania, le foto dei suoi bambini.
C'è chi ha solo quattro dita e mezza su dieci, ma ci ho messo più di un mese ad accorgermene: fa movimenti rapidi e scrive veloce sulla tastiera come una dattilografa. La immagino bambina e mi commuovo.
Sulla scrivania Bart Simpson, un tucano della Guinness.
Mi piacciono tutte, e spero di vederle ogni giorno per molto tempo ancora.
Io non ho ancora portato una foto: lo farò lunedì.
Buona domenica a tutti!

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