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Quantas Airbus A380: che e’ successo?

Creato il 05 novembre 2010 da Tuttoqua

Avrete saputo tutti dell’atterraggio di emergenza compiuto da un Airbus A380 della Qantas Airlines, compagnia di bandiera Australiana.

Ricostruiamo i fatti, e poi vediamo qualche dato sull’aeromobile:

alle 9:56 del 4 Novembre, il volo Qantas QF32 decolla dall’aeroporto Changi International di Singapore alla volta di Sidney. Dopo 6 minuti, alle 10:02, mentre l’aereo e’ ancora in salita verso la quota di crociera e sta sorvolando l’Isola di Batam, l’equipaggio contatta con urgenza il controllo del traffico aereo riportando un possibile problema a un motore. Contestualmente il comandante livella l’aeromobile a 7.500 piedi (circa 2.200 metri s.l.m.) e richiede di poter virare (probabilmente su un vettore non trafficato) per poter investigare meglio il problema, senza pero’ manifestare l’intenzione di voler rientrare immediatamente. Alle 10:21, quindi ben 19 minuti dopo aver dichiarato l’emergenza, l’equipaggio contatta di nuovo l’ATC (Air Traffic Control) per informare di aver effettuato una lunga serie di controlli, e di aver “scoperto un buco” nel motore numero 2 (il motore interno sotto l’ala sinistra) e un conseguente danno all’ala. Vedere per credere:

Quantas Airbus A380: che e’ successo?
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A questo punto l’equipaggio decide di restare “on hold” (cioe’ di percorrere una o piu’ volte un circuito ovale prestabilito a quota costante) prima di atterrare a Singapore. Il motivo di tale scelta mi e’ sconosciuto, ma sinceramente mi sembra piuttosto discutibile. Insomma, sei vicino all’aeroporto di partenza, hai un motore spento e un’ala danneggiata, forse e’ il caso di rientrare subito e di fare tutte le verifiche con le ruote a terra e i passeggeri al sicuro!

Ma torniamo a noi: dopo pochi minuti l’ATC viene informato che alcuni resti del motore sono stati rinvenuti da qualche parte nell’entroterra dell’Isola di Batam, e ne da immediata notizia all’equipaggio dell’A380. Che, dal canto suo, conferma di aver spento il motore 2 e che gli altri 3 stanno funzionando regolarmente. Contestualmente (e finalmente!) richiede il permesso per compiere un atterraggio di emergenza sulla pista 20C dell’aeroporto Changi.

Questo e’ quello che molti media ci hanno fatto sapere, ma non e’ tutto: pare infatti che oltre ai pezzi persi in volo, agli evidenti segni di bruciatura, e al danno alla parte superiore dell’ala (nella foto sopra si intravede un pezzo di lameria sollevato), i passeggeri abbiano notato, subito dopo il piccolo botto udito a bordo, fumo denso giallo e detriti fuoriuscire dal motore. Infine sembra sia stata rilevata una perdita di carburante nei pressi del danno all’ala e che due pneumatici fossero sgonfi (forse come conseguenza di un atterraggio un po’ duro). Se le cose stessero cosi’, l’equipaggio avrebbe corso davvero un enorme rischio restando a 2.000 metri tutto quel tempo invece di rimettere subito l’aereo a terra.

Qualche dato sull’aeromobile in questione. Registrato come VH-OQA, e’ entrato in servizio il 25/01/2008 e monta 4 Rolls Royce Trent 900, un propulsore sviluppato appositamente per questo modello, che dovrebbe rappresentare lo stato dell’arte dei motori turbofan per aeromobili commerciali. Per inciso va detto che l’A380 monta, in alternativa, anche gli Engine Alliance GP7000. I danni , comunque, non sono estesi, per cui e’ presumibile che presto potra’ rientrare in servizio. Tutto cio’ a patto che il problema si riveli un guasto puntuale e non un difetto potenziale di tutti gli Airbus A380 in circolazione dotati di Trent 900. Infatti, la Qantas ha gia’ lasciato intendere che potrebbe trattarsi di un errore progettuale (non si e’ capito se a carico della Rolls Royce o della stessa Airbus), e ha precauzionalmente messo a terra tutti gli aerei gemelli di cui dispone (6 al momento, 20 a regime). Siccome l’affermazione (pubblica) mi sembra molto seria, molto grave e anche molto rapida, c’e’ da pensare che sospettassero gia’ qualcosa oppure che abbiano subito scaricato la colpa sul fornitore per evitare di attirare l’attenzione sulle operazioni di manutenzione piuttosto che sulla perizia dei piloti. Chi lo sa…

In ogni caso, una delle ipotesi, oltre a quella dell’errore di progetto, e’ relativa all’eruzione del Monte Merapi, un vulcano situato a circa 1.500 Km da Batam, che avrebbe tra l’altro costretto alla chiusura di alcuni corridoi aerei. E non e’ detto che sia un’ipotesi campata in aria. Infatti, 1.500 Km non sono poi tanti per delle ceneri vulcaniche che viaggiano in quota spinte dal vento. Ceneri che, se si vanno a infilare dentro un motore d’aereo, possono portare al blocco delle turbine e alla rottura delle palette, che poi partono come proiettili e danneggiano altre parti. Ne sanno qualcosa i piloti che volano da e verso Catania quando l’Etna si scatena.

Per chiudere posso dire che si tratta, evidentemente, del primo incidente occorso a questo modello di aeromobile. Staremo a vedere come andranno le indagini, ma credo che il top management dell’Airbus non dormira’ serenamente le prossime notti.


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