Ennesima figura di guano delle istituzioni nazionali, al loro più alto livello, quella uscita fuori dai lavori della commissione istituita per verificare la possibilità di tagliare gli emolumenti dei parlamentari, valutando le diverse voci che vanno a definire l'intero loro ammontare, tra indennità e benefit vari.
Ebbene l'indagine conoscitiva si è conclusa con uno sconfortante "non sappiamo bene, le cose non sono chiare, bisogna vagliare tante cose" che appare più che altro il solito tentativo di ciurlare nel manico e non prendere nessuna decisione, che col tempo poi tutto s'aggiusta e la gente dimentica.
Le cifre nude e crude sembrerebbero in realtà dare una immagine esatta dello stipendio da Deputato e da Senatore, che è, senza alcun dubbio, il più alto d'Europa, ma i dati sono, secondo la commissione "del tutto provvisori e di qualità insufficiente" per arrivare a stabilire degli eventuali tagli, che è come dire noi ce ne laviamo le mani.
Del resto, di fronte alla reazione compatta e risoluta dell'intero parlamento a camere riunite, perché quando si tratta di soldi i nostri rappresentati dimenticano le ideologie politiche e le divisioni partitiche per difendere il, loro, bene comune come un sol uomo, chi avrebbe il coraggio di operare i drastici tagli ai "costi della politica", spesso consistenti in soggiorni in dorati luoghi di vacanza, come le Maldive o le Alpi Svizzere?
La "casta" continua dunque imperterrita a difendere i propri privilegi, sorda e cieca ai richiami dell'opinione pubblica e alla vista delle difficoltà economiche sempre più gravi che i cittadini comuni attraversano, testimoniate dai sempre più numerosi suicidi indotti dallo stress che tanti non riescono a sopportare. La classe politica italiana, pletorica e inutile per la maggior parte, si conferma ancora una volta la più cinica e ipocrita del mondo e mentre si dedica con solerzia al sermone contro la violenza, in particolare dopo le lettere bomba ad Equitalia, irride il cittadino piangendo miseria dal resort tropicale.
Certo, le giustificazioni sembrano plausibili: " i sistemi di pagamento e le tassazioni sono diverse da paese a paese e non è posibile fare paragoni", ma questo principio dovrebbe essere valido per tutti e non solo per i parlamentari, ma quando si tratta di tartassare i cittadini non ci si fa scrupolo di "adeguarsi all'Europa", senza però adeguare tutto il sistema fiscale, compreso quello delle detrazioni fiscali.
Ormai è chiaro che lo scollamento tra gli elettori e gli eletti è troppo grave per essere ricomposto e qualcosa dovrà pur accadere per riportare l'equilibrio nel rapporto tra la politica e i cittadini. Speriamo solo che non sia un fatto traumatico e doloroso per tanti.






