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Quanto vale la vita di una donna?

Da Dragor

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In questo blog mi sono battuto spesso per i diritti degli animali. Ho denunciato il massacro di cani e gatti in Cina, la tortura di orsi e tigri nello stesso paese, il massacro dei globicefali nelle isole Feroe, la strage delle piccole foche in Canada, il massacro degli elefanti e dei rinoceronti in Africa, le stragi di gorilla in Congo, il massacro delle balene da parte dei giapponesi e nessuno mi ha accusato d’interferire negli affari interni degli altri paesi o di non rispettare le culture diverse. Anzi, tutti mi hanno detto: “Bene, bravo, continua così.” Quando mi sono dichiarato favorevole alla corrida sostenendo che i bovini destinati all’arena sono allevati e uccisi in modo molto più umano di quelli destinati al macello, tutti mi sono saltati in testa dicendo che quella tradizione va  abolita e qualcuno ha detto perfino che bisognerebbe prendere sanzioni contro la Spagna.

 

  

Ma quando denuncio la lapidazione nei paesi dove vige la sharia e il triste destino della povera Sakineh  Ashtiani che in Iran sta rischiando di morire sotto una pioggia di pietre non così piccole da non provocare sofferenza e non così grosse da uccidere subito, piovono i “non bisogna interferire negli affari interni di un paese sovrano”, “dobbiamo rispettare le culture diverse”,  “ognuno ha le sue tradizioni”, “in Iran la legge è così”, “la religione non si discute.”  Significa che la vita di una donna vale meno di quella di una bestia?

 

  

  Dragor

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