Ho appena letto quattro libri che raccontano l’educazione: che cos’è, che cosa è stata, ma, soprattutto, che cosa potrebbe essere. La pedagogia è una scienza del probabile, non deterministica, ma è soprattutto una scienza del possibile, di quanti interrogativi aperti ci sono in ogni tempo e per ogni persona che cresce e per chi la accompagna. Se li avete letti, raccontateci che ne pensate! Li presento brevemente di seguito, scegliendo un passo da ognuno- perché mi piace farne sentire la voce. Evidenzio alcune parole che mi sembrano più dense di prospettive e le dedico ad una cara amica e al suo splendido bimbo, che, come tanti di noi, ha voglia di una scuola in cui essere individui sia un valore.
Edgar Morin
“L’oggetto dell’educazione non è dare all’allievo una quantità sempre maggiore di conoscenze, ma è ‘costruire in lui uno stato interiore profondo, una sorta di polarità dell’anima che orienti in un senso definitivo, non solamente durante l’infanzia, ma per tutta la vita‘”
Franco Cambi
“Con la legislatura avviatasi nella primavera del 2008… si è aperta una fase, anche per la scuola, diversa e preoccupante: una fase che blocca il processo della scuola dell’autonomia come sistema formativo integrato e come agenzia di educazione alla democrazia inserita nella società complessa del presente; una fase che gestisce la scuola partendo dalle attese del cittadino medio, poco attento alla funzione promozionale e formativa della scuola e legata al cosiddetto ‘buon senso’, il quale è poi- nella formazione nella scuola- l’elemento più fuoriviante: una fase che guarda al passato… un modello elitario, semplificatore, a scarsa formazione alla cittadinanza, nè autonomo, nè emancipativo dei socialmente più deboli, nè rivolto al sosetgno dei più fragili psicologicamente. Un modello guidato dal ‘pensiero sbrigativo.‘”
Raffaele Mantegazza
“La domanda fondamentale sottolinea la precarietà di qualisiasi idea, progetto, concetto pedagogici e la continua necessità di ridefinire, ridiscutere, reinterpretare ogni regime di verità all’interno dell’attività educativa.”
Franco Cambi
“L’Antichità consegna, anche in pedagogia e educazione, all’Occidente le sue strutture più profonde: l’identità della famiglia, l’organizzazione dello stato, l’istituzione- scuola, miti educativi (nelle fiabe, ad esempio) e riti di passaggio, un ricco campionario di modelli socio-educativi… che si sovrappongono, si intersecano, si annodano, fino a formare il ricchissimo tessuto dell’educazione occidentale… Ce lo ricordava già Croce: fare storia è sempre fare storia contemporanea, ma- possiamo aggiungere- per fare storia contemporanea, dobbiamo rileggere il presente sullo sfondo del passato… in tutte le sue possibilità e ramificazioni, anche nei suoi silenzi, nelle repressioni subite, nei suoi pensieri interrotti. Per cogliere sì le cause dirette del presente, ma anche quel possibile che ci sta di fronte: quel diverso che abbiamo perduto e che possiamo pazientemente sperare di recuperare, quel nuovo, quel non-ancora di cui viviamo, insieme, l’aurora e l’attesa.”
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