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Quattro ragazze e le scarpe che ricaricano il cellulare

Creato il 05 marzo 2012 da Tanogabo @tanogabo2

Oggi desidero sottoporvi una pagina tratta da un sito che cerca di pubblicare solo “positività”; si tratta di  buonenotizie.it e dell’articolo “Le scarpe che ricaricano il cellulare” 
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Quattro ragazze e le scarpe che ricaricano il cellulare
Il mondo dell’”energy harvesting”, ovvero della raccolta dell’energia dalle azioni quotidiane, ha oggi un nuovo protagonista: un paio di scarpe a recupero energetico, pensate e realizzate da quattro ragazze di un liceo di Montecatini. Il principio è quello per cui l’energia prodotta dal movimento viene accumulata in una batteria e può, quindi, essere riutilizzata per dispositivi elettronici, quali cellulari o lettori musicali.

Tutto nasce nell’ambito di InvFactor, un concorso indetto nel 2010 dall’Istituto di ricerca sulle popolazioni e le politiche sociali (Irpps) del Cnr e indirizzato a tutte le scuole superiori italiane, con l’obiettivo di premiare, ma soprattutto divulgare i progetti più interessanti realizzati dai giovanissimi in ambito scientifico-tecnologico.

Le scarpe, frutto dell’ingegno di quattro ragazze toscane, sono state realizzate inserendo all’interno della calzatura un dispositivo che, sfruttando i principi dell’elettromagnetismo, converte l’energia meccanica prodotta dal movimento della camminata in energia elettrica. Grazie all’aiuto di un grande calzaturificio della zona, che ha dato la sua disponibilità a partecipare al progetto, è stata disegnata una scarpa speciale per alloggiare il convertitore meccanico/elettrico.

Vincenzo Palleschi, responsabile del laboratorio di Spettroscopia applicata del Cnr di Pisa spiega: “Già dalla prima occhiata al progetto ci siamo resi conto di avere a disposizione solamente pochi centimetri cubici per sistemare, all’interno del tacco, il generatore di energia elettrica. E i vincoli, definiti chiaramente dal titolare del calzaturificio erano molto stringenti: niente parti esterne in movimento, nessuna possibilità di aumentare le dimensioni di tacco e suola, necessità di mantenere il rumore al minimo”.

Palleshi ha anche chiarito nel dettaglio il funzionamento dell’invenzione: “La scarpa funziona in questo modo. All’interno del tacco è inserito un piccolo avvolgimento elettrico di un paio di centimetri, un solenoide, con dentro un magnete mobile: il movimento del piede provoca lo spostamento del magnete, quindi la variazione di campo magnetico che serve per produrre l’elettricità. L’energia prodotta viene accumulata in una batteria che, collegata con un filo al solenoide, può essere portata in tasca”.

“Il filo – continua Palleschi – che esce dalla scarpa sale lungo le gambe (se si corre in tuta, può essere agganciato facilmente ai pantaloni oppure fatto passare al di sotto di essi). L’energia accumulata può essere così utilizzata per caricare la batteria di oggetti di elettronica quali telefoni cellulari, lettori musicali, navigatori satellitari. Con un magnetino più potente si potrebbe fare meglio e lo faremo”.


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