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Quattro voci una storia-Pom 1°Giorno-Seconda Parte

Creato il 06 gennaio 2012 da Albix

Quattro voci una storia-Pom 1°Giorno-Seconda ParteRIEPILOGO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Quattro poeti, alla fine del XVII secolo, sfidando i divieti del Pontefice Clemente VIII, decidono di narrare la vita di Gesù in lingua volgare, ricavandola direttamente dalla versione ufficiale latina del Nuovo Testamento. Il loro scopo è diffondere la parola di Gesù tra il popolo e dimostrare che per capire ed amare il Cristo non c’è bisogno di intermediazioni culturali ma chiunque può pervenire alla Sua parola direttamente e per conto proprio. Per sfuggire alla repressione del Sant’Uffizio e del suo braccio armato, il temibile Tribunale dell’Inquisizione, che attraverso una fitta rete di spie controlla tutto il territorio dello Stato Pontifico e degli stati limitrofi, decidono di retrodatare la loro opera di circa cento anni e di celare la loro vera identità assumendo i nomi dei quattro evangelisti, segregandosi in una remota località al confine con la Toscana. Ma la notizia, pur gelosamente custodita, circola tra i poeti e gli amici dei quattro, i quali, attingendo alle fonti apocrife, li aiuteranno a colmare le lacune dei Vangeli canonici nella vita terrena di Gesù.

5 Ottobre 1582 – POMERIGGIO

Dopo gli interventi di Luca e Marco, tocca adesso a Matteo, Giacomo Minore e Giuda Taddeo parlare di Gesù.

Matteo:

I Re Magi Avvenne un dì che il re di Palestina,

Erode, saputo che dall’Oriente,

eran partiti all’alba una mattina

tre re, tra i più ricchi e pronti di mente,

che avean patito quei tanti disagi,

per vedere il sovrano più potente,

chiamò segretamente a sé quei Magi

e fece dire lor con esattezza, quando della lucente

stella i raggi in essi avesser mosso l’accortezza,

avendo il re avuto turbamento,

che secondo ‘l vedessero in grandezza!

E appreso che il Sant’Avvenimento

luogo doveva avere in Betlemme,

ve li inviò non senza avvertimento

che vistolo, tosto in Gerusalemme

solo a lui riportassero la nuova,

affinché egli, lesto, non già lemme,

andasse adorardolo nell’alcova!

Udito ciò andarono i Persiani,

ed ecco comparire in ciel la prova

del luogo ove il Padre dei Cristiani,

in fasce con la Madre si trovavano!

E i Magi quegli scrigni nelle mani,

in cui oro, incenso e mirra istavano,

donarono a quel Re in adorazione,

mentre che dentro all’anima provavano

una gran gioia a quell’apparizione

di ridondante e fulgido splendore!

Infine per diversa direzione,

come gli suggerì ‘l sogno latore,

fecero ritorno al loro paese,

e senza ripassar dal mentitore

che passati due anni in vani attese

immaginando vana la sua frode,

fu risentito per le sue pretese,

che di lui s’avesse maggior lode

e gloria, senza capire che il Regno

del Messïa non era in terra!

Erode infine, ordinò con un decreto indegno,

che i bimbi di Betlemme di Giudea,

fino a due anni avesser morte in pegno!

Per la qual cosa, ancor serba nomea!

Intanto il Signore in difesa

Del santo Suo figliuolo, in sogno avea

Mandato a Giuseppe un Angiol, che presa

La Madre e preso il Figlio se ne andò

In Egitto e soltanto dopo attesa

la morte del tiranno ritornò!

Matteo: – Questo è quanto, per ora!! Tieni, Marco, prendi le pergamene da unire al testo. Aggiungici che dopo, Gesù, Giuseppe e Maria tornarono a Nazareth, dove Gesù cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di Lui, come dimostrerà Luca con l’episodio di Gesù tra i dottori del Tempio!

Giacomo Minore: Parole Sante, Matteo! Altrochè se cresceva e si fortificava! Eppoi, sin da quando acquistò il dono della parola si capì che mio cugino aveva qualcosa di veramente speciale in termini di Sapienza e Grazia divina!

Giuda Taddeo: Per non parlare di zia Maria! Che grazia speciale e che sapienza grande e semplice allo stesso tempo! E ti ricordi, Giacomo, la meraviglia dei nostri parenti?

Giacomo Minore: Oh, certo! Anche se poi, da grande, quella ammirazione si trasformò in ostilità!

Marco: Davvero? E chi osò tanto?

Giuda Taddeo: Non certo Sua mamma Maria!

Giacomo Minore: Anzi, proprio zia Maria e zio Giuseppe, finchè fu in vita, furono gli unici ad accettare Gesù fino in fondo!

Giuda Taddeo: E già! Certi ricordi preferirei non averli!

Giacomo Minore: Sentite: io e mio fratello abbiamo preparato due differenti scritti, sintetici ma chiari. Il mio arriva sino ai dodici anni di Gesù! Per non appesantire la narrazione tralascio la storia dei Suoi nonni materni, Anna e Gioacchino e dell’infanzia nel Tempio di Sua mamma Maria.

Giuda Taddeo: Beh, anche il mio scritto è solo uno schizzo veramente breve sulla nostra adolescenza e sulla prima maturità! L’ho voluto apposta così bre

Giovanni: Siete due grandi poeti, ma anche due amici generosi ed altruisti! Dai Giacomo, inizia subito tu, perché non vedo l’ora di sentire!

Giacomo Minore

Prologo

- “Se chiudo gli occhi e penso

A quando ero bambino

Ti vedo chiaro e terso

Mio Gesù, caro cugino.

Palpitava il mio cuore

Emozioni ed afflati

Nei meriggi soleggiati

A giocar nel chiarore!

Chi avrebbe immaginato

Che a quel compagno di giochi

Così dolce come pochi

Lo avrebbero inchiodato?

Che fosse eccezionale,

ogni cosa che faceva,

non lo si può negare:

chè chiunque lo vedeva.

Ma solamente più in là

Chiaramente si seppe

Che il figlio di zio Giuseppe

Veniva dall’Eternità.

Non solo perché aveva

Occhi e capelli splendenti

Non perché sorprendenti

Motti e parol diceva

Qualcosa intuita l’aveo

D’una divina essenza

Da Maria e da Alfeo

Per quella coincidenza

Che un tal promesso seme

Secondo gli antichi detti

Dei più grandi profeti

Nascer dovèa in Betlemme!

Gli indugi furon rotti

Quando Giovan Battista

Con chiari segni e motti

Di Lui ci fece vista.

Era Gesù, il Messia

Da noi tanto bramato!

Per Lui avean professato

Ezechiele ed Isaia!

Ecco perché apprendeva

Le lezioni di zia Maria

Con agile maestria

Poi ce le ripeteva!

A me, Giacomo Minore

Come fu da bambino

Con fede e con amore

M’accolse nel cammino.

La vita in quei tre anni

È raccontata in altra sede.

Qui si legge e qui si vede

Delle gioie e degli affanni

Di due sposi sin genìa C

he di anni già avanzati

Vengono poi premiati

Dall’arrivo di Maria,

Madre del Bambino Gesù

Che per dono di natura,

Come se vuoi leggerai tu,

resterà vergine e pura,

pur dando la luce invero,

al Padre Suo e al Figlio eterno,

pio consiglio, salvezza al mondo intero.

Mistero impenetrabile

Che è opera di Dio Frutto di fè e desìo

All’uom insuperabile.

Marco: Che bella storia! Grazie per averci illuminato sull’infanzia di Gesù!

Giovanni: Se non sbaglio, però, anche Luca ha detto di aver scritto qualcosa su Gesù ragazzo!

Luca: Non ti sbagli! E’ su Gesù dodicenne! Ve lo racconto subito! Accadde, come vi dicevo, quando Gesù aveva dodici anni. Quell’anno, come ogni anno, Gesù, con tutto il tutto il parentado si era recato a Gerusalemme per la festa più importante, quella che ai Giudei ricorda il viaggio di liberazione dalla schiavitù d’Egitto e a noi cristiani ricorda invece la morte e Resurrezione di Gesù. Beh, insomma state a sentire cosa accadde:

“ Avete per caso visto Gesù?

Alfeo! Marta! Non riusciamo a trovare

Gesù!!! Non L’hai visto neppure tu,

Taddeo? Giuseppe, dobbiamo tornare

Indietro a Gerusalemme, perché

deve essere rimasto lì, a fare

Dio sa cosa, quel ragazzo!!!Non c’è

Tempo da perdere, siamo in viaggio

Già da un giorno! Signore mio, Jahvèh,

proteggilo Tu!” – “ Su, fatti coraggio,

mia amata, mia sposa! Ora torniamo

indietro e Lo cerchiamo, il nostro raggio,

la nostra luce, il nostro amore! Bramo

quanto te, trovarLo e stringerLo forte

forte a me!” Con quest’ansia e questo spasmo

Giuseppe e Maria, per le più corte

Vie, tornarono a Jerusalem dove,

permettendo salute e buona sorte,

in ricordo di quel dì che ancor commuove,

le tribù della giudea nazione,

andavano ogni anno più che altrove,

a festeggiare la liberazione

dalla pesante schiavitù d’Egitto

che, con uguale denominazione,

a noi ricorda quando fu trafitto

il nostro Salvatore sulla Croce!

Dopo tre giorni di cercare fitto,

gridando il Nome Santo a squarciavoce,

dove lo ritrovano i disperati genitori?

Nel Tempio, ove Egli doce

e ammaestra quei sommi letterati

della Bibbia, che pieni di stupore

coi presenti, Li udivano ammirati!

Maria, stupita come il genitore

Putativo, Gli disse: – “Perché, figlio,

ci hai fatto così? Noi con gran tremore

Ti cercavamo! Ed Egli con piglio

Rispose: – “E perché mi cercavate?

Del vostro stupore, Io mi meraviglio!!

Che devo occuparmi, non sapevate,

dunque, delle cose del Padre mio?!?

Essi, come risposte strampalate

Le accolsero, senza capirne il brio!

Gesù, che avea soltanto dodici anni,

all’epoca del narrato disvio,

torna a casa nei Suoi consueti panni,

restando ai genitori sottomesso!

Maria serbava nel suo cuor gli affanni

E le gioie che il figlio suo professo

Le donava! E suo figlio, in sapienza,

grazia ed età cresceva, nel consesso

degli uomini e davanti a Dio Onniscienza!!!”

Giuda Taddeo:

“Condivido in pieno

Ciò che ha detto mio fratello

Prima, sul Nazareno.

Su quanto Egli era bello

Di come emozionante fosse

vivere, scherzare, patire,

gioire, amare insieme a Lui.

Ogni istante, qualsiasi istante,

era magico per noi cugini.

Mamma ci volle vicini

E fu fratellanza vera!

Ad insegnarci fu Maria

il primo apprendimento

Del Divino Testamento.

Era dolce anche mia zia!

Dopo i dodici anni,

Anche se già era emersa

La Sua Sapienza tersa,

A piallar solidi scranni

Ante, finestre e porte

Con Suo padre Giuseppe

Mite e umile si stette.

Ma non era la Sua sorte!

Così cresceva in età

In Grazia e Sapienza

Stupiva in eloquenza

Luce, amore e beltà!

Che anni furon quelli!

Le ragazze con occhiate

Languide e innamorate

Modello tra i modelli

Dolci lo accarezzavano.

E non vi sono gelosie

In queste confessioni

Perché tutti l’amavano

Di quello amor celeste

Che mira verso il Cielo

Che non il corpo veste

Ma dell’anima è lo stelo.

E quando il mio genitore

E il senso generale

Di ciò che è bene e male

Mi dissero in errore

I retaggi, io, Giuda Taddeo,

seppure triste e affranto

depositai in un canto

di chiunque e di papà Alfeo.

Non vi era più ragione

Di seguire i vecchi riti

Della vecchia religione

Dai sensi inariditi.

Ora che all’orizzonte

Gesù già ci indicava

Il mondo che cambiava

La via che appiana il monte

Là ci portava il cuore

E là noi ci portammo

Ove lieti ascoltavamo

La Parola del Signore.”

…continua…


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