RIEPILOGO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Quattro poeti, alla fine del XVII secolo, sfidando i divieti del Pontefice Clemente VIII, decidono di narrare la vita di Gesù in lingua volgare, ricavandola direttamente dalla versione ufficiale latina del Nuovo Testamento. Il loro scopo è diffondere la parola di Gesù tra il popolo e dimostrare che per capire ed amare il Cristo non c’è bisogno di intermediazioni culturali ma chiunque può pervenire alla Sua parola direttamente e per conto proprio. Per sfuggire alla repressione del Sant’Uffizio e del suo braccio armato, il temibile Tribunale dell’Inquisizione, che attraverso una fitta rete di spie controlla tutto il territorio dello Stato Pontifico e degli stati limitrofi, decidono di retrodatare la loro opera di circa cento anni e di celare la loro vera identità assumendo i nomi dei quattro evangelisti, segregandosi in una remota località al confine con la Toscana. Ma la notizia, pur gelosamente custodita, circola tra i poeti e gli amici dei quattro, i quali, attingendo alle fonti apocrife, li aiuteranno a colmare le lacune dei Vangeli canonici nella vita terrena di Gesù.
5 Ottobre 1582 – POMERIGGIO
Dopo gli interventi di Luca e Marco, tocca adesso a Matteo, Giacomo Minore e Giuda Taddeo parlare di Gesù.
Matteo:
I Re Magi Avvenne un dì che il re di Palestina,
Erode, saputo che dall’Oriente,
eran partiti all’alba una mattina
tre re, tra i più ricchi e pronti di mente,
che avean patito quei tanti disagi,
per vedere il sovrano più potente,
chiamò segretamente a sé quei Magi
e fece dire lor con esattezza, quando della lucente
stella i raggi in essi avesser mosso l’accortezza,
avendo il re avuto turbamento,
che secondo ‘l vedessero in grandezza!
E appreso che il Sant’Avvenimento
luogo doveva avere in Betlemme,
ve li inviò non senza avvertimento
che vistolo, tosto in Gerusalemme
solo a lui riportassero la nuova,
affinché egli, lesto, non già lemme,
andasse adorardolo nell’alcova!
Udito ciò andarono i Persiani,
ed ecco comparire in ciel la prova
del luogo ove il Padre dei Cristiani,
in fasce con la Madre si trovavano!
E i Magi quegli scrigni nelle mani,
in cui oro, incenso e mirra istavano,
donarono a quel Re in adorazione,
mentre che dentro all’anima provavano
una gran gioia a quell’apparizione
di ridondante e fulgido splendore!
Infine per diversa direzione,
come gli suggerì ‘l sogno latore,
fecero ritorno al loro paese,
e senza ripassar dal mentitore
che passati due anni in vani attese
immaginando vana la sua frode,
fu risentito per le sue pretese,
che di lui s’avesse maggior lode
e gloria, senza capire che il Regno
del Messïa non era in terra!
Erode infine, ordinò con un decreto indegno,
che i bimbi di Betlemme di Giudea,
fino a due anni avesser morte in pegno!
Per la qual cosa, ancor serba nomea!
Intanto il Signore in difesa
Del santo Suo figliuolo, in sogno avea
Mandato a Giuseppe un Angiol, che presa
La Madre e preso il Figlio se ne andò
In Egitto e soltanto dopo attesa
la morte del tiranno ritornò!
Matteo: – Questo è quanto, per ora!! Tieni, Marco, prendi le pergamene da unire al testo. Aggiungici che dopo, Gesù, Giuseppe e Maria tornarono a Nazareth, dove Gesù cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di Lui, come dimostrerà Luca con l’episodio di Gesù tra i dottori del Tempio!
Giacomo Minore: Parole Sante, Matteo! Altrochè se cresceva e si fortificava! Eppoi, sin da quando acquistò il dono della parola si capì che mio cugino aveva qualcosa di veramente speciale in termini di Sapienza e Grazia divina!
Giuda Taddeo: Per non parlare di zia Maria! Che grazia speciale e che sapienza grande e semplice allo stesso tempo! E ti ricordi, Giacomo, la meraviglia dei nostri parenti?
Giacomo Minore: Oh, certo! Anche se poi, da grande, quella ammirazione si trasformò in ostilità!
Marco: Davvero? E chi osò tanto?
Giuda Taddeo: Non certo Sua mamma Maria!
Giacomo Minore: Anzi, proprio zia Maria e zio Giuseppe, finchè fu in vita, furono gli unici ad accettare Gesù fino in fondo!
Giuda Taddeo: E già! Certi ricordi preferirei non averli!
Giacomo Minore: Sentite: io e mio fratello abbiamo preparato due differenti scritti, sintetici ma chiari. Il mio arriva sino ai dodici anni di Gesù! Per non appesantire la narrazione tralascio la storia dei Suoi nonni materni, Anna e Gioacchino e dell’infanzia nel Tempio di Sua mamma Maria.
Giuda Taddeo: Beh, anche il mio scritto è solo uno schizzo veramente breve sulla nostra adolescenza e sulla prima maturità! L’ho voluto apposta così bre
Giovanni: Siete due grandi poeti, ma anche due amici generosi ed altruisti! Dai Giacomo, inizia subito tu, perché non vedo l’ora di sentire!
Giacomo Minore
Prologo
- “Se chiudo gli occhi e penso
A quando ero bambino
Ti vedo chiaro e terso
Mio Gesù, caro cugino.
Palpitava il mio cuore
Emozioni ed afflati
Nei meriggi soleggiati
A giocar nel chiarore!
Chi avrebbe immaginato
Che a quel compagno di giochi
Così dolce come pochi
Lo avrebbero inchiodato?
Che fosse eccezionale,
ogni cosa che faceva,
non lo si può negare:
chè chiunque lo vedeva.
Ma solamente più in là
Chiaramente si seppe
Che il figlio di zio Giuseppe
Veniva dall’Eternità.
Non solo perché aveva
Occhi e capelli splendenti
Non perché sorprendenti
Motti e parol diceva
Qualcosa intuita l’aveo
D’una divina essenza
Da Maria e da Alfeo
Per quella coincidenza
Che un tal promesso seme
Secondo gli antichi detti
Dei più grandi profeti
Nascer dovèa in Betlemme!
Gli indugi furon rotti
Quando Giovan Battista
Con chiari segni e motti
Di Lui ci fece vista.
Era Gesù, il Messia
Da noi tanto bramato!
Per Lui avean professato
Ezechiele ed Isaia!
Ecco perché apprendeva
Le lezioni di zia Maria
Con agile maestria
Poi ce le ripeteva!
A me, Giacomo Minore
Come fu da bambino
Con fede e con amore
M’accolse nel cammino.
La vita in quei tre anni
È raccontata in altra sede.
Qui si legge e qui si vede
Delle gioie e degli affanni
Di due sposi sin genìa C
he di anni già avanzati
Vengono poi premiati
Dall’arrivo di Maria,
Madre del Bambino Gesù
Che per dono di natura,
Come se vuoi leggerai tu,
resterà vergine e pura,
pur dando la luce invero,
al Padre Suo e al Figlio eterno,
pio consiglio, salvezza al mondo intero.
Mistero impenetrabile
Che è opera di Dio Frutto di fè e desìo
All’uom insuperabile.
Marco: Che bella storia! Grazie per averci illuminato sull’infanzia di Gesù!
Giovanni: Se non sbaglio, però, anche Luca ha detto di aver scritto qualcosa su Gesù ragazzo!
Luca: Non ti sbagli! E’ su Gesù dodicenne! Ve lo racconto subito! Accadde, come vi dicevo, quando Gesù aveva dodici anni. Quell’anno, come ogni anno, Gesù, con tutto il tutto il parentado si era recato a Gerusalemme per la festa più importante, quella che ai Giudei ricorda il viaggio di liberazione dalla schiavitù d’Egitto e a noi cristiani ricorda invece la morte e Resurrezione di Gesù. Beh, insomma state a sentire cosa accadde:
“ Avete per caso visto Gesù?
Alfeo! Marta! Non riusciamo a trovare
Gesù!!! Non L’hai visto neppure tu,
Taddeo? Giuseppe, dobbiamo tornare
Indietro a Gerusalemme, perché
deve essere rimasto lì, a fare
Dio sa cosa, quel ragazzo!!!Non c’è
Tempo da perdere, siamo in viaggio
Già da un giorno! Signore mio, Jahvèh,
proteggilo Tu!” – “ Su, fatti coraggio,
mia amata, mia sposa! Ora torniamo
indietro e Lo cerchiamo, il nostro raggio,
la nostra luce, il nostro amore! Bramo
quanto te, trovarLo e stringerLo forte
forte a me!” Con quest’ansia e questo spasmo
Giuseppe e Maria, per le più corte
Vie, tornarono a Jerusalem dove,
permettendo salute e buona sorte,
in ricordo di quel dì che ancor commuove,
le tribù della giudea nazione,
andavano ogni anno più che altrove,
a festeggiare la liberazione
dalla pesante schiavitù d’Egitto
che, con uguale denominazione,
a noi ricorda quando fu trafitto
il nostro Salvatore sulla Croce!
Dopo tre giorni di cercare fitto,
gridando il Nome Santo a squarciavoce,
dove lo ritrovano i disperati genitori?
Nel Tempio, ove Egli doce
e ammaestra quei sommi letterati
della Bibbia, che pieni di stupore
coi presenti, Li udivano ammirati!
Maria, stupita come il genitore
Putativo, Gli disse: – “Perché, figlio,
ci hai fatto così? Noi con gran tremore
Ti cercavamo! Ed Egli con piglio
Rispose: – “E perché mi cercavate?
Del vostro stupore, Io mi meraviglio!!
Che devo occuparmi, non sapevate,
dunque, delle cose del Padre mio?!?
Essi, come risposte strampalate
Le accolsero, senza capirne il brio!
Gesù, che avea soltanto dodici anni,
all’epoca del narrato disvio,
torna a casa nei Suoi consueti panni,
restando ai genitori sottomesso!
Maria serbava nel suo cuor gli affanni
E le gioie che il figlio suo professo
Le donava! E suo figlio, in sapienza,
grazia ed età cresceva, nel consesso
degli uomini e davanti a Dio Onniscienza!!!”
Giuda Taddeo:
“Condivido in pieno
Ciò che ha detto mio fratello
Prima, sul Nazareno.
Su quanto Egli era bello
Di come emozionante fosse
vivere, scherzare, patire,
gioire, amare insieme a Lui.
Ogni istante, qualsiasi istante,
era magico per noi cugini.
Mamma ci volle vicini
E fu fratellanza vera!
Ad insegnarci fu Maria
il primo apprendimento
Del Divino Testamento.
Era dolce anche mia zia!
Dopo i dodici anni,
Anche se già era emersa
La Sua Sapienza tersa,
A piallar solidi scranni
Ante, finestre e porte
Con Suo padre Giuseppe
Mite e umile si stette.
Ma non era la Sua sorte!
Così cresceva in età
In Grazia e Sapienza
Stupiva in eloquenza
Luce, amore e beltà!
Che anni furon quelli!
Le ragazze con occhiate
Languide e innamorate
Modello tra i modelli
Dolci lo accarezzavano.
E non vi sono gelosie
In queste confessioni
Perché tutti l’amavano
Di quello amor celeste
Che mira verso il Cielo
Che non il corpo veste
Ma dell’anima è lo stelo.
E quando il mio genitore
E il senso generale
Di ciò che è bene e male
Mi dissero in errore
I retaggi, io, Giuda Taddeo,
seppure triste e affranto
depositai in un canto
di chiunque e di papà Alfeo.
Non vi era più ragione
Di seguire i vecchi riti
Della vecchia religione
Dai sensi inariditi.
Ora che all’orizzonte
Gesù già ci indicava
Il mondo che cambiava
La via che appiana il monte
Là ci portava il cuore
E là noi ci portammo
Ove lieti ascoltavamo
La Parola del Signore.”
…continua…