Magazine Informazione regionale
di Stella del Mattino e della Sera
Una volta un personaggio di Achille Campanile, Serenello, ragionò così: "A proposito di non avere nulla da dire, ho letto che un tale ha scritto un volume di 300 pagine intitolato La Vita di Numa Pompilio. Tu sai che della vita di Numa Pompilio, ad eccezione dell'episodio della ninfa Egeria, non si sa nulla. Ora come avrà fatto quel tale a scriver 300 pagine sulla vita di Numa Pompilio? Probabilmente il sommario dell'opera sarà questo: Capitolo I. Il mistero della nascita di Numa Pompilio. Capitolo II. La completa oscurità circa i primi anni di vita di quel re romano. Capitolo III. Dimostrazione dell'assoluta mancanza di notizie circa le scuole frequentate da Numa Pompilio fanciullo. Capitolo IV. Come e perché non possediamo lumi circa la giovinezza di Numa Pompilio. Capitolo V. Il persistente mistero sull'età matura di costui. Capitolo VI. Difetto di qualsiasi informazione nei riguardi di Numa Pompilio vecchio, eccetera." A paragone dei feniciomani nostrani Achille Campanile era un dilettante. Ecco come si esprimono. Sulla cucina e la letteratura: "I Fenici portarono con sé il loro peculiare bagaglio di usi e tradizioni di ogni genere, compresi quelli culinari e di cottura [...] Purtroppo sul versante della vita quotidiana e quindi anche circa i sistemi di cottura degli alimenti, la documentazione materiale non è abbondante [...] E non possono essere di aiuto neanche le fonti letterarie, dal momento che è perduta l’intera letteratura fenicia, tranne i pochi echi che rimbalzano dalle pagine degli autori latini e greci." Sull'alfabeto e la letteratura: "E' paradossale sapere che il popolo che inventò l'alfabeto, ha lasciato quasi nessuna traccia scritta del suo passato". Sulla religione e la letteratura: "Even in case of a correct identification of the represented item, the meaning often escapes us. This is a major problem that is mainly due to the total lack of Phoenician religious texts and to the limited number of Phoenician funerary monuments". Allora cosa c'è? Diodoro Siculo scrive che l'alfabeto lo hanno inventato i Sirii e non i Fenici, ma non si può credergli perché è una fonte classica e come si sa le fonti classiche non sono prove scientifiche. Erodoto dice che l'alfabeto lo hanno inventato i Fenici e si può credergli perché le fonti classiche sono attendibili, se dicono quello che piace alla maggioranza. Diodoro ha sempre fatto tribolare in casa fin da piccolo e scriveva solo sui blog, mentre Erodoto era un'autorità accademica. Su queste poche informazioni si scrivono milioni di articoli scientifici. Altro che le 300 pagine su Numa Pompilio.
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