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Quel modello turco ricorda la vecchia DC (articolo completo)

Creato il 04 novembre 2011 da Istanbulavrupa

Quel modello turco ricorda la vecchia DC (articolo completo)Ho appena scoperto che il mio articolo pubblicato oggi su Espansione è anche online: qui, in versione integrale.

Ho già ripreso quello che secondo me è il passaggio più rilevante, aggiungo un altro paio di paragrafi significativi:

Lampadine, twitter, spot in tv. La campagna elettorale per le politiche di giugno in Turchia è stata un'immersione nella modernità del "Partito della giustizia e dello sviluppo", o Akp, etichettato in modo pressoché intercambiabile come "conservatore", "d'ispirazione islamica", "islamico-moderato", ma comunque saldamente guidato dal premier Erdogan. Un uomo capace di vincere tre elezioni nazionali e due amministrative di seguito e di sfiorare la soglia del 50% dei consensi. Una salda maggioranza, un partito egemone che già guarda agli obiettivi fissati per il 2023, nel centenario della Repubblica voluta da Mustafa Kemal Atatürk: l'ingresso nell'Unione europea, la conquista almeno della decima piazza tra i Paesi più ricchi per Pil al mondo (oggi la Turchia è al sedicesimo posto, al decimo c'è il Brasile, con l'Italia è ottava), l'integrazione economica e la cooperazione politica coi vicini balcanici e mediorientali. E il consolidamento di una posizione d'influenza globale.

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Ma perché la metà esatta degli elettori turchi, non tutti islamicamente conservatori, vota per l'Akp? La risposta di Insel è illuminante: "Per il carisma di un leader che per la prima volta viene realmente dal popolo. Perché le opposizioni, sia quella kemalista sia quella nazionalista, non sono in grado di offrire un'alternativa credibile. Perché l'Akp ha raggiunto gli obiettivi promessi, non ha fatto errori gravi e non è stato trascinato in scandali. E poi per un senso di rivincita nei confronti delle forze armate, autrici di colpi di Stato anti-democratici a ripetizione. E per aver offerto standard elevatissimi nei servizi essenziali, nonostante il pesante clientelismo". Anche Fuat Keyman, docente di relazioni internazionali della prestigiosa università Sabanci e direttore dell'Istanbul Policy Center, interpreta la parabola decennale dell'Akp come una storia di successo da manuale. Il partito della giustizia e dello sviluppo "è il partito dominante, dalla visibilità globale: se non interverranno crisi dirompenti, si confermerà il partito di maggioranza - almeno relativa - nel prossimo decennio. E forse oltre, anche grazie a una spiccata abilità nel costruire alleanze sociali. Inoltre, ha saputo proiettare la sua reputazione vincente all'esterno, proponendosi come potenza mediatrice e stabilizzatrice nelle sue turbolente periferie fino a diventare l'esempio da imitare per i Paesi della primavera araba che aspirano alla democrazia".

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