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Quel pasticciaccio brutto di Sant’Apollinare

Creato il 23 maggio 2012 da Malpaese @IlMalpaese

Quel pasticciaccio brutto di Sant’Apollinare

Di Pino Scaccia

Finalmente sta uscendo fuori una storia che circola da molti anni, ma che mai nessuno ha avuto la forza di diffondere e che un giudice, Adele Rando,  ha inseguito per anni. Il coraggio della verità arriva da padre Gabriele Amorth, capo degli esorcisti e stimatissimo dal Papa, che ha rivelato un movente a sfondo sessuale dietro la scomparsa di Emanuela Orlandi (e Mirella Gregori). Una storia supportata anche dall’archivista vaticano monsignor Simeone. Si parla dell’organizzazione di festini e di un gendarme della Santa Sede come reclutatore di ragazze. La trappola sarebbe scattata nella sacrestia di Sant’Apollinare grazie ai rapporti stretti fra il rettore e la malavita romana, tanto che – si dice – suor Dolores della scuola di flauto sconsigliava alle ragazze di recarsi in quel posto. Ci sono evidentemente riscontri se don Pietro Vergari, l’allora rettore che poi favorì la sepoltura del boss De Pedis, è stato adesso indagato per sequestro di persona. L’ipotesi è stata comunicata al fratello di Emanuela che l’ha considerata credibilissima poichè non ha mai creduto a un rapimento. Tutto coincide. Molti anni fa raccontai un particolare importante che s’inquadra perfettamente con la versione attuale. “Quaranta giorni prima di Emanuela, il 7 maggio, era scomparsa un’altra ragazza, una sua amica e coetanea, Mirella Gregori. E i magistrati che indagano sul grande giallo sono convinti naturalmente che le due scomparse siano legate. Ci sono le prove, del resto, di una correlazione. Il Papa nell’Angelus del 3 luglio fa appello ai rapitori per la liberazione delle due ragazze. Ma c’è di più. La madre di Mirella, durante una visita del Papa in una parrocchia del Nomentano, il 15 dicembre del 1985, riconobbe in un uomo della scorta pontificia la persona che andava a prendere regolarmente la figlia a casa (pensava che fosse il fidanzato). Forse lo stesso, sulla quarantina, visto al bar con Emanuela poco prima della scomparsa”. Probabilmente proprio il reclutatore (che sarebbe gà stato identificato). Il servizio andò in onda al Tg1. Successe il finimondo e non se ne parlò più. Quello che non dissi allora è che c’erano ottimi elementi per pensare che le ragazze fossero rimaste vittime – durante i festini (sembra con alti prelati) – magari di eccesso di droghe. Quindi morte subito e subito seppellite, proprio come sostiene padre Amorth. Adesso che le indagini sono entrate (era ora) dentro Sant’Apollinare si cercano i resti sia di Emanuela che di Mirella. Confermando la confidenza di un vecchio vaticanista. 

FONTE : http://pinoscaccia.wordpress.com/2012/05/22/quel-pasticciaccio-brutto-di-santapollinare/



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