Magazine Diario personale

Quel tempo

Da Silvia

Quel tempo
Quel tempo della mattina presto quando l'aria è frizzante e piena degli odori della stagione, del profumo dei forni, del vento carico di promesse, io non ce l'ho.
Quel tempo che è ancora presto e puoi fare cose bellissime come sederti e bere un cappuccino, fare la cacca senza contemporaneamente, allacciare le scarpe ai tuoi figli o scolare la verdura per la sera, io non ce l'ho.
Quel tempo vuoto e lento, senza appuntamenti, pieno di possibilità da vagliare, quel tempo da riempire con una passeggiata in centro, un libro su una panchina, una corsa al parco, la visita ad un museo, una mostra di pittura, dello shopping consolatorio, una fuga al mare, del sesso con l'amante, un massaggio in un hammam con un'amica, io non ce l'ho.
Quel tempo dopo aver portato i figli a scuola, quando hai ancora i capelli spettinati dalla notte, quando non c'è trucco sul tuo viso, quando i muscoli sono molli di sonno e gli occhi pieni di sogni, quel tempo per decidere cosa essere, per rimettersi sotto alle coperte in barba al mondo frenetico, io non ce l'ho.
Quel tempo per andare a fare la spesa al mercato, riempire le buste di frutta e verdura, di pesce fresco da preparare per pranzo con cura ed attenzione, di chiacchiere con le altre persone libere come saresti tu, quel tempo per prendere ricette dalla signora che ti vende i carciofi, per osservare la pasta che lievita sul termosifone, tempo pieno di film da guardare con le ginocchia al petto, raggomitolati sul divano, io non ce l'ho.
Quel tempo in cui la vostra casa è piena di luce ed ha bisogno della tua attenzione e della tua fatica senza controllori, di una fatica che in fondo tu ami perché la puoi gestire, quel tempo in cui torni a casa e ti prepari un caffè, una tisana bollente e pretratti una federa del cuscino, macchiata di rimmel, quel tempo in cui telefoni a lungo ad un vecchio zio e leggi i fumetti sul lettone, quel tempo in cui puoi permetterti di sederti a scrivere senza rubare il tempo a nessuno, io non ce l'ho.
Quel tempo in cui prepari la casa per accogliere tutti quelli che ci vivono insieme a te, in cui la profumi e la rendi casa, un tempo per buttare giù i libri e spolverare li sopra, staccare le tende e riappenderle umide e fresche, ordinare le fotografie e riderne o piangerne un po' e magari, finalmente ordinarle.
Quel tempo per restare zitta, per non fare, immobilizzarsi o partecipare ad un corso di kung fu intensivo, per respirare come gli yogi, per mettersi lo smalto sulle unghie, un tempo senza guidare né parcheggiare, né atrofizzare il piede sulla frizione, un tempo per fare l'uncinetto o cucire una coperta di lana pesante, io non ce l'ho.
Quel tempo che vedo ogni mattina accanto a me, dentro ai visi di quelli che mi vivono vicini mentre io corro e loro, a questa corsa non partecipano, ne restano fuori.
Io vorrei quel tempo, anelerei quello spazio, sogno quell'opportunità tanto lussuosa ed incredibile, resto dentro invece, salgo ogni mattina su quel treno in corsa del quale ogni tanto smarrisco la destinazione.


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