Immagine presa da Repubblica.it
Nemmeno il tempo di gioire per il fermo in flagranza di reato del writer CUPO che subito dobbiamo roderci il fegato per un articolo firmato da Raffaella Menichini apparso sulla rubrica blog "Centro Isterico" di Repubblica Roma. Per chi avesse voglia di leggerlo, lo trovate cliccando qui (c'è anche la possibilità di lasciare un commento). Vi riportiamo solo la considerazione finale della giornalista:
Incredibile come in poche righe (tre) di commento finale si possa concentrare una simile quantità di inesattezze. Da dove cominciare? Dalla madornale contraddizione iniziale: "nessuna simpatia per chi imbratta i muri [...] eppure a istinto CUPO fa simpatia", per chiudere con l'epigrafico (e generico): "c'è tutto un mondo dietro chi imbratta i muri", fino alla decontestualizzazione totale di una frase altrimenti condivisibile: "quella dei writers può essere espressione d'arte".
Mettiamoci in testa una cosa: non c'è nessuna forma d'arte nelle tag di un pischello che vandalizza i marmi di un palazzo storico. Le poche parole degne di essere spese, in questo caso emblematico e lampante di vandalismo allo stato puro, sono di dura condanna. Eppure continua a stupire come, per l'ennesima volta, i giornali si riducano a prestare il fianco a questa gente, cercando di trovare un senso a qualcosa che un senso proprio non ce l'ha. E' francamente incredibile leggere queste cose su uno dei più importanti quotidiani nazionali.
Il CUPO, uno che ha sfregiato, barbarizzato, rovinato i marmi dei palazzi storici di Roma - uno dei musei a cielo aperto più preziosi del mondo - sarebbe in buona sostanza un simpaticone. E poi com'è la storia che i muri vengono subito ridipinti? Ma lei, Raffaella, lo sa quanto costa ripulire un muro in travertino da una scritta? O magari pensa che sia sufficiente passarci una mano di vernice sopra?
Su una cosa però lei ha ragione. C'è tutto un mondo dietro quelle bombolette. Un mondo di disadattati, di barbari allo stato puro, che si nasconde nella sottana materna del buonismo sparso da giornali mai in grado di inquadrare correttamente i fenomeni di malcostume che infettano la nostra società. E noi che le scritte le rimuoviamo a spese nostre, chi siamo? Degli antipatici cattivi, cinici e brutti che ammazzano i sogni di questi "adolescenti" trentenni della testa marcia?
CUPO fa simpatia come un gatto attaccato alle palle. Come una pertica foderata di carta vetrata spinta su per il culo. E i danni che questa gentaglia produce sono difficilmente quantificabili. Ma sono infinitamente minori di quelli prodotti dal cattivo giornalismo. Che anziché denunciare una vera e propria piaga che sta deturpando in maniera irreparabile la nostra città, tenta di giustificare l'ingiustificabile, mischiando le carte in tavola con malcelato buonismo.
Non ci sono i soldi per ripulire quei muri, questo è bene che si sappia. Un intervento di microsabbiatura, o criosabbiatura, o lasersabbiatura, ha dei costi esorbitanti. Il marmo ce lo terremo così, sfregiato, per chissà quanto tempo ancora. Su un palazzo storico del ghetto c'è ancora una scritta inneggiante alla vittoria dei Mondiali del 2006. Ancora lì in bella mostra a sei anni di distanza.