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Quella libertà di pensare negata (e assassinata)

Creato il 15 settembre 2010 da Andima
Un dottorando si suicida a 27 anni, appena prima della soglia. E non so quanti dubbi spinosi, quante incertezze amare, quante domande insolute su un futuro ignoto che non si riesce ad affrontare con le dovute convinzioni, quanti punti interrogativi che sicuramente rimbombano tra le pareti celebrali fino a distorcere la percezione della quiete e tramutarsi in notti insonni, sudate, dannate; non so davvero se lo Stato, quello non più di diritto, quello che manifesta casta e corruzione, quello che ignora, che non aiuta, quello della propaganda della non crisi e degli esempi palesi di degrado morale e civile, non so se si possa trascinare sul banco degli imputati ma so per certo che non era lì, quando i finanziamenti alla ricerca mancavano, quando l'università veniva lasciata in mano a dinosauri e a logiche interne di selezione e premio, quando la televisione diffondeva notizie farlocche e statistiche camuffate mentre la realtà gridava isterica all'inquietudine, appena prima della soglia, mentre un ragazzo di 27 anni veniva inghiottito dalla depressione, nonostante il suo 110 e lode, nonostante i suoi 3 anni di dottorato senza alcuna borsa di studio, nonostante i suoi sforzi al circolo nautico per quei 25 euro al giorno, appena prima di finire, prima di dicembre e l'ultimo esame, prima del traguardo e poi la paura fottuta di rimanere senza lavoro, con le speranze universitarie già troncate magari da nepotismo e patti di potere, con quegli studi in filosofia della conoscenza e della comunicazione in un'Italia che appariva lontana, piccola, freddissima, anche a Palermo.
Quegli sforzi, quell'impegno, quei risultati magari altrove sarebbero stati premiati, generando soddisfazione e rispetto personale, evitando il sipario drammatico di chi addirittura non vede alternativa se la propria libertà di pensare deve arrendersi di fronte all'immobilità delle cose, in un paese che fallisce inevitabilmente, quando i giovani sono privati persino di un proprio futuro, quando le speranze delle nuove generazioni non riescono a volare e cadono, anche in un tonfo fatale.

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