19 dicembre 2011 Lascia un commento
Quando mori’ Beppe Viola, un po’ per la mia giovane eta’, un po’ la mancanza di frequentazione appunto, non capivo bene il perche’ di tanto clamore attorno alla scomparsa di colui che in fondo, ritenevo un giornalista sportivo come tanti altri.
Oggi vuoi l’eta’, la stessa peraltro di Viola quando mori’, vuoi un briciolo di conoscenza in piu’, non mi stupisco dell’interesse attorno alla sua scomparsa e ora e’ mio l’enorme rammarico pensando a che bel personaggio sia stato e scoprire purtroppo che la memoria collettiva scivola e dimentica.
Per queste e tante altre ragioni ho cercato e trovato con fatica questa strepitosa raccolta di scritti che rida’ giustizia ad un uomo che ha contribuito a caratterizzare uno stile ed un’epoca con una lunga coda sino ai giorni d’oggi e basti pensare al titolo della raccolta che non a caso riporta alla canzone di Jannacci, grande amico di tutta una vita col quale scrisse i testi del celebre brano che da’ il titolo alla trasmissione sportiva Rai.
In generale la milanesita’ del Derby e’ ricordata per Jannacci appunto cosi’ come Cochi e Renato piuttosto che Teocoli, Boldi e tutto quel giro li’ e Viola da dietro le quinte ne era parte integrante.
Curioso come in qualche modo il suo essere personaggio pubblico lo caratterizzasse marginalmente rispetto al suo impegno artistico per quanto, cosi’ ricordo e leggo, il lavoro di giornalista e commentatore sportivo non fosse esente da estro e piacevole rottura di schemi ingessati sul giornalismo di cronaca e resoconto.
Ad ogni modo pensare a Viola significa tenere in considerazione un uomo poliedrico, vincente e convincente in ogni disciplina nella quale si cimentasse e la forza del suo scrivere e’ tale che canzoni e ricordi a parte, il suo stile leggero e colto nel contempo lo ritroviamo oggigiorno in tanta scrittura di successo, da Walter Fontana in libreria a Gino e Michele in televisione.
Beppe Viola se n’e’ andato troppo presto ma ha fatto in tempo a lasciare una eredita’ importante e ritrovarlo fuori dalle vesti di giornalista e’ uno degli obblighi piu’ divertenti ai quali sottoporsi.
"…mi chiede per chi voto… Le dico comunista e lei: "Ah benissimo, anch’io sono una compagna" e mi mostra un tatuaggio di falce e martello in una zona che se lo sapesse Suslov farebbe subito attaccare la Polonia perche’ Suslov quando si tratta del sesso diventa subito un po’ instabile.