di Rina Brundu. Il problema dei vari D’Alema, Bindi, Bersani, Cuperlo, Civati, il problema della vecchia e nuova-ma-vecchia dirigenza PD è che non è più credibile da troppo tempo. Detto altrimenti, il loro renzismo-coi-baffi è ancora meno credibile di quello doc, originale. Ragion per cui, quando si sente Massimo D’Alema tuonare che il Partito Democratico è «un partito a forte componente personale e anche con un certo carico di arroganza» non si può che restare perplessi. Dato che Massimo D’Alema sarà tutto fuorché uno sprovveduto il dubbio è lecito: perché attacchi Renzi sapendo di rafforzarlo? MI SPUZZA!!
Certo se trovassimo una formula davvero efficace per rispondere a questa domanda, si potrebbe usarla per risolvere pure tutti gli insondabili dilemmi politici della nostra recente storia repubblicana ma temo che questo non sia il caso. Facciamo dunque finta di nulla e facciamo finta di credere che di vera critica si tratti. Facciamo pure finta che quando Gianni Cuperlo predica: «Le cose che ha detto D’Alema sono giuste, ci hai richiamato alla durezza del conflitto politico ma secondo me, con il rispetto per la tua storia, oltre a questo dovresti chiederti perché la sinistra ha ceduto culturalmente negli anni in cui la sinistra ha avuto il potere. Noi ci impegniamo per una sinistra unita ma se tu o altri in Ue aveste fatto il vostro dovere forse oggi la montagna sarebbe stata più facile da scalare», si renda conto (anche lui) del perché la sinistra-storica ha fallito: di fatto questo dilemma è risolto perfettamente dentro la sua stessa dichiarazione.
D’accordo, forse avrei dovuto scrivere spoiler-alert prima di parlare di dilemma-risolto, ma in realtà si stava solo cercando, per l’ennesima volta, di far capire a Cuperlo e ai suoi che questi non sono più i tempi della politica-astratta e radical-chic che preferiscono, e che finché i sostenitori di questi obsoleti modi di guardare alle cose dell’ammininstrazione di uno Stato moderno, non cambieranno il loro modus-pensandi, Renzi continuerà a fare l’asso pigliatutto in perfetta solitudine.
Detto questo non perché Pierino ha urlato troppe volte “Al lupo, al lupo!” la bestia famelica ha rinunciato a pattugliare le campagne in cerca di agnellini in difficoltà. Ne deriva che anche se la visione della dirigenza-storica-PD è oggettivamente obsoleta e quasi sempre in “torto”, qualche volta ha pure ragione. È innegabile, per esempio, che il PD sia attualmente il partito di un solo padrone ed è innegabile che questo padrone sia un padrone di rara arroganza. Peggio ancora è innegabile che il carattere gattopardico del renzismo (un tratto molto più preoccupante della sua carica arrogante) ponga un problema sostanziale nel processo di cambiamento e svecchiamento della casta politica. Ed è innegabile che con il suo solo esistere produca uno stallo-importante i cui effetti più nefasti li “apprezzeremo” al meglio solo nel futuro.
Ma qual è l’alternativa? Un governo Cuperlo? Un governo Civati? Un ritorno dalemiano? Un governo di salvezza nazionale guidato da Alfano? Salvini al potere? Fitto finalmente “graziato” e in armonia con Berlusconi? Oppure dobbiamo consolarci con Abraham Lincoln che diceva “Possiamo lamentarci perché i cespugli di rose hanno le spine, o gioire perché i cespugli spinosi hanno le rose”? Purtroppo a noi non sono concesse neppure queste alternative, ma ci resta solo la Legge di Murphy che più prosaicamente osserva: “Shit happens!” (la merda ti accade!); prepariamoci dunque perché presto potrebbe ac-caderne molta di più e, per dirla ancora col Papa Francesco “napoletano” d’oggidì, di sicuro SPUZZA!!
Featured image, Massimo D’Alema, author Massimo Oi, source Wikipedia English.