Magazine Diario personale

"Quello che non ho"

Da Whitemary
Oggi avrei molti spunti da cui partire, ma so già che li ignorerò tutti. E' strano come spesso sappia esattamente cosa non scriverò. Non parlerò del Natale che si avvicina e delle prime timidi luci ornamentali che si intravedono, non parlerò di OGM e di raccolta differenziata, non parlerò di viaggi e di vita, non parlerò di malinconia, né di amicizia, né di amore, né tanto meno di tristezza. Non scriverò nulla sulla mia giornata, non ricorderò nessuna persona speciale, non comporrò una poesia. Stavo anche per aggiungere che non pubblicherò un racconto, ma poi mi sono ricordata che ieri, in treno, ho iniziato a scriverne uno. L'ho subito abbandonato, ma credo che possa avere un seguito. Non mi sento di continuarlo ora, ma intanto questo è l'inizio:
"La luce filtra dalle persiane logore, i muri sono gelidi e la stanza spoglia. Sono qui da mesi, ma non sono ancora riuscita ad arrivare al risultato che ho in testa. Vorrei comprare qualche poster, rivedere la disposizione dei pochi mobili che ci sono, ravvivare l'atmosfera. Il cane è sdraiato accanto a me e credo che abbia capito che sono sveglia. Un' altra mattina fuori dal mondo. Un anno di esilio volontario. Un periodo di isolamento. Il rudere è piccolo e vecchio, gli anni hanno consumato la pietra, il legno cigola, le erbacce lo abbracciano. Non pensavo di poter trovare un posto così, un posto che fosse esattamente ciò che immaginavo quando l'idea di scappare dalla mia vita ha iniziato a radicarsi in me. Quasi nessuno ha capito: mi hanno dato della pazza, dell'eremita e dell'egoista. Mi hanno detto che non avrebbe potuto funzionare, che non potevo scomparire per un anno e che non potevo voltare le spalle a tutto e a tutti, buttando via tutto quello che avevo."
B.

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