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Questo è il Comunismo. In Corea del Nord è vietato l’uso dei telefonini. Si rischia la morte

Creato il 02 febbraio 2012 da Iljester

Questo è il Comunismo. In Corea del Nord è vietato l’uso dei telefonini. Si rischia la morte

Ieri sera girotto che ti girotto su internet, mi capita di imbattermi in questa notizia. E io che sono un anticomunista convinto, mi ci butto a leggerla, perché tutto ciò che riguarda le nefandezze dell’ideologia rossa nel mondo — secondo me — merita di essere divulgato. Anche perché in Italia abbiamo ancora residui radioattivi del comunismo, ed è giusto che la gente sia ben consapevole dell’immondizia che ancora si annida nella nostra già mediocre politica.

Ebbene, tutti noi conosciamo il regime comunista canaglia della Corea del Nord, e tutti noi abbiamo saputo che il ‘Caro Leader’, che al secolo si chiamava Kim Jong-il, è passato a ‘miglior’ vita, lasciando la guida del paese al figlio (eh, sì, nei paesi comunisti il comando si passa per discendenza di sangue oltreché per stretti rapporti di partito, e questo in ossequio alla tanto sbandierata uguaglianza predicata dall’ideologia marxista-leninista). E tutti noi sappiamo che per l’evento, la dittatura ha speso milioni di dollari per celebrare i funerali di questo personaggio, alla faccia della popolazione che muore di fame e della grave arretratezza culturale e tecnologica in cui vive.

Dunque sentite qui. Il regime della Corea del Nord ha imposto che per la morte del suo dispotico dittatore si osservino cento giorni di lutto nazionale. Fin qui tutto normale (si fa per dire), se non fosse che per l’occasione il medesimo governo ha vietato alla popolazione l’utilizzo del telefonino. Chi venisse beccato nell’utilizzo del cellulare verrà arrestato e condannato. Addirittura la pena prevista potrà essere la morte nei casi ‘recidivi’ o nel migliore dei casi l’ergastolo.

Dico io: morire per una telefonata è il massimo dell’oscurantismo e della ferocia del comunismo nella sua peggiore stortura storica. Neanche i paesi islamici più integralisti hanno mai pensato a un simile divieto (ma ora che hanno l’esempio, sia mai che qualcuno non ci tenti). La verità tuttavia è ben più complessa: il divieto ha una sua ragione politica che va oltre il lutto per il (fintamente) compianto ‘Caro Leader’, ed è intuibile. Nella Corea del Nord si è creata una situazione di fragilità del regime, e i burocrati dispotici non intendono dare occasione alla evidente opposizione interna (se mai ne esiste una) e alla popolazione in genere di diffondere notizie sullo stato del paese all’esterno ovvero di apprendere notizie sullo stato del paese dai paesi vicini, in particolar modo dalla Corea del Sud, dove la morte di Kim Jong-il è stata accolta positivamente.

Concludo con una considerazione che ha sì e no una venatura involontaria di comicità (ma che in realtà dimostra ancora una volta la mostruosità del comunismo). Il divieto dell’uso dei telefonini in questi cento giorni di lutto nazionale non interesserà l’intera popolazione, ma solo quella parte che ne possiede uno e che allo stato non arriva nemmeno al 5% di quella residente.

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Fonte: Publiweb

di Martino © 2012 Il Jester 


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