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Quotidianitá

Creato il 08 aprile 2013 da Selena
Da quando lavoro senza orari fissi, ossia mi arrangio con varie cosette, passo molto piú tempo con Pupone, e devo dire che questo ha giovato alla nostra relazione. Pupone non va all'asilo perché non ha ancora l'etá per andarci, visto che compie 3 anni a fine maggio. Solo chi nasce entro aprile puó iniziare prima.
Oltre a questo, la retta per il pre-asilo é cosí alta che io non me la posso permettere. E quindi mi devo arrangiare come posso, ossia lasciandolo a mia madre quando devo lavorare fuori casa. Poi dicono che le donne con figli non si posson permettere di lavorare...certo, se guadagni meno di quel che devi spendere per l'asilo o di una baby-sitter, voglio vedere cosa fai, soprattutto se sei una madre single!!
Nel mio ridente (si fa per dire) paesello non son previsti aiuti per madri single. Certo, puoi avere degli sconti all'asilo, ma solo dal secondo anno d'iscrizione...Non hai aiuti, non ci son liste di lavoro per noi madri che ci dobbiamo arrangiare. Almeno in questa provincia. Mi son dovuta rivolgere anche ai servizi sociali, per altri motivi, ma intanto che c'ero ho chiesto informazioni. Quel che mi é stato detto, mesi fa, é che porelli, ci son anche famiglie che non hanno i soldi per pagarsi la bolletta della luce. Ok, lo capisco, ma almeno loro hanno una casa dove vivere, io manco quella, visto che son ancora qui da mia nonna e assicuro non é che mi trovi nella situazione dell'allegra nonnina che ti ospita e ti aiuta. É come se non ci fosse, anzi, lasciam perdere che il discorso non é dei piú semplici...
E quindi, come fa una madre single ad andare avanti da sola? Ritengo che in altri luoghi forse ce la fa, qui, dove vivo io, no. Non posso accettare lavori a turni perché chi lascio Pupone la sera? Non posso lavorare come stagionale perché chi lascio Pupone per 4 mesi? Ho tante limitazioni.
La voce comune, in sto paese, é che gli aiuti ci sono, ma solo per stranieri. Siccome io ho vissuto come emigrante, non voglio crearmi pregiudizi inutili. Ma devo ammettere che loro ricevono aiuti che dovrebbero comunque spettare a tutti, senza discriminazioni.
La voce comune, ormai, é che quelli discriminati siamo noi italiani. Poi leggi che esce il nuovo bando Ater e i primi 100 alloggi son destinati agli stranieri. Che le rette per l'asilo per loro sembrano esser gratuite. Che hanno sconti e aiuti vari. Riporto tutto questo sempre per sentito dire, o per articoli di giornale.
Non voglio esser polemica, ma vorrei solo dir una cosa. In Spagna, e metto le mani avanti affermando che magari le cose son cambiate, che magari quel che ho vissuto io poteva esser un'eccezione, ma tanté é la mia esperienza, non ho mai notato particolari disparitá tra stranieri e autoctoni. Tutti con uguali diritti e doveri. Parlo per comunitari, quindi di ció che conosco, non voglio parlare di quel che non so.
Come tutti pagavo le mie tasse, facevo i documenti richiesti, ero in regola. Certo, all'asilo in Andalucia, privato, che c'erano solo quelli sotto i 3 anni, gli aiuti economici li davano a famiglie residenti con genitori che lavoravano e che avevano aiuti dai nonni. Un lista in cui il punteggio era dato da chi meno aveva bisogno d'aiuto. Ma comunque nella lista ci finivi lo stesso, anche se eri disoccupato e solo come un cane. E comunque un certo punteggio maggiore lo avevano le famiglie spagnole, per tutelare comunque chi li ci é nato e vissuto. Che poi non mi sembra tanto brutto, a dire il vero.
Ma che tu fossi nato li, o straniero, in fatto di disoccupazione si era tutti uguali, c'eran leggi e regole da rispettare, quelle seguivi e basta.
Poi qui mi dicono vai ai servizi sociali. Per cosa? Per sentirmi dire che c'è chi non paga la bolletta della luce ma lo vedi girare con cellulare ultima generazione e vestiti firmati? O per ascoltare, come l'anno scorso che quasi scoppiavo a piangere "ehhh, ma tu non hai ancora superato il trauma, vero?".
Ma dimmi te come supero il trauma di quasi 8 anni all'estero, torno in patria, come madre single, e nessuno mi tutela, e non mi riconoscono neanche gli anni lavorati all'estero e mi ritrovo, al giorno d'oggi, a 34 anni, con solo un mese e mezzo di lavoro con contratto...perché la Work Experience di 6 mesi non fa numero...perché lavorare con Vouchers non fa numero..perché anche se ci son liste d'attesa di lavoro per madri single se ne sbattono, e mi dicono "ahh guarda quel concorso, scade domani, magari t'interessa" e mi avvicino al bando di concorso e leggo che é per lavorare nei boschi, potature, operai forestali, ed io che non so neanche far crescere un fiore nel vaso e lavoro con pc, internet, lingue, marketing e turismo e mi chiedo se la tipa ha un'idea di quel che faccio io e di ció che ci sia scritto nel bando.
Oltre al fatto che nell'ufficio disoccupazione del ridente paese non é che parli privatamente dei fatti tuoi con gli impiegati, noooo, non sia mai, come in comune. Davanti a tutti spiattellando i fatti tuoi, che tutti sappiano che non sei sposata, che sei madre single, che ti devi arrangiare e che per far una carta d'identitá a tuo figlio ci hai messo solo un anno dovendo comunque ripetere all'impiegata e alle varie persone presenti nell'ufficio che non hai bisogno della firma del padre perché tuo figlio ha doppia nazionalitá, perché il padre vive in Spagna, perché di diritto lui ha la nazionalitá italiana, perché il padre sa che viviamo qui e c'è un documento che ho dato loro nel momento di richiesta di residenza per lui, dove si attesta che lui é a conoscenza di dove siamo...che poi voglio dire, dopo un anno e mezzo se avessi rapito mio figlio penso che mi avrebbero trovato, dico io...
Mah...io davanti a tutto questo son disgustata. E amareggiata. E mi fermo qui perché non voglio cadere nella volgaritá!

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