Ci vado pesante: i veneti dovrebbero vergognarsi. E anche i lombardi, gli emiliani, i romagnoli, i friulani, e probabilmente tutti gli italiani con forse la parziale eccezione dei toscani, che hanno tenuto un po’ di ordine.
Negli ultimi giorni ho preso il treno in giro per l’Italia, passando per Lazio, Umbria, Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli. CHE SCHIFO. Con piccolissime eccezioni (un paese dell’Appenino, un angolo di campagna friulana con qualche albero in più), i miei occhi non hanno trovato riposo per giorni interi. Ovunque case, capannoni, strade, parcheggi, concessionarie, palazzine, massicciate… Piattume e disordine a perdita d’occhio.
Nella vita mi è capitato di attraversare in treno la campagna inglese, gallese, irlandese, tedesca, ‘yugoslava’, per rimanere nei confini europei. Erano bellissime, riposanti e rigogliose, verdi, piene. Non conosco bene la Francia, o l’Olanda, ma mi dicono che abbiano campagne meravigliose. Io invece non ho mai visto una campagna orrenda come la nostra. E pensare che i viaggiatori del settecento scrivevano di quanto bella era l’Italia… Invece adesso non fa che peggiorare, anno dopo anno, ma anche mese dopo mese, ed è un obbrobrio. Le case e i loro giardini sono di cattivo gusto. I paesi disordinati. La terra sfruttata senza cura. L’armonia d’insieme, la riconoscibilità che fa capire di essere in un posto e non in un altro, non esiste. Tutto uguale – ti accorgi di avvicinarti al Veneto (venendo da est) solo perché il paesaggio peggiora e mancano pezzi alle montagne, dilaniate da cave. Persino il bello che rimane, circondato da un contesto brutto, ne viene svilito. E per assurdo, accanto a nuove costruzioni orrende altre molto più belle, ancora utilizzabili, vengono lasciate crollare.
Avete notato che praticamente non esistono più grandi alberi, in tutta la pianura? Solo alberelli. Non c’è posto per quei monumenti meravigliosi che sono gli alberi secolari. La montagna si è salvata, ma solo perché si è spopolata. Il mare è deturpato, la campagna deturpata, i centri storici deturpati da periferie orrende e traffico esagerato.
Mi rivolgo ai friulani: avete visto COSA hanno fatto fuori da Cividale? Per chi se lo fosse perso, questo. La banca, e poi la coop, molte strade. Ogni volta che ci passo davanti maledico chi ha progettato quel mostro. Alle porte della capitale longobarda, patrimonio dell’Unesco!! Completamente avulso dal resto della città, dalla sua storia, dal suo territorio… L’abbattimento dell’Italcementi, che c’era prima, è stato presentato come una festa. Ancora non si è ben capito il valore dell’archeologia industriale. E so che in tutta Italia è lo stesso.
Non ci meritiamo un paese così ricco di bellezze naturali, lo abbiamo rovinato. La campagna inglese non ha sole né particolare varietà, ma è centomila volte meglio della nostra, perché è tenuta con cura. Noi non siamo capaci di fare altro che rovinare quello che abbiamo ereditato, senza nemmeno produrre qualcosa di nuovo e bello. Infatti l’unica bellezza del presente, nel nostro paese, è la ristrutturazione.
Siamo troppi, in Italia (e qui, mi dispiace, la causa ormai è l’immigrazione, anche se non si può dire perché si passa per leghisti), siamo sporchi e disordinati. Oltre che brutto, il nostro territorio è avvelenato, impermeabilizzato, sottratto all’agricoltura, snaturato, spezzettato, sovraffollato. Quando non avremo più da mangiare o moriremo tutti di tumore capiremo che non era solo questione di bellezza, anche se avrebbe potuto esserlo, perché abbiamo bisogno di bellezza.
Scusate, sono molto arrabbiata. Ormai di paesaggio si parla più di una volta, ma siamo ancora al punto di doverci difendere. Invece di pensare a ridimensionare città e paesi, abbattere i capannoni vuoti e riciclare i materiali, costruire nel rispetto dell’ambiente e della storia, con gusto, ordinare le infrastrutture, e anche frenare la crescita della popolazione, ci tocca ancora mobilitarci contro, facciamo un esempio, progetti di centri commerciali a ridosso delle ville venete.
Tanto, che senso hanno le ville venete ora? Chi ci vive? Gli eredi della nobiltà, ma da soli, e i turisti. Tutto intorno, cemento.
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