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Raccontare Camilla e Carlo in segheria

Da Bb

E alla fine ci sono stata anche io. Proprio non volevo cedere all’ennesimo esperimento di marketing di Cracco. E invece ho ceduto. Oggi vi racconto la mia esperienza da scettica nel locale più chiacchierato dell’ultimo periodo a Milano.

Una premessa: non ci sono foto, come potete notare. Scelta deliberata. Solo sensazioni che cercherò di rendere in queste poche righe di racconto, non recensione, intendiamoci bene.

 

Arrivare alla Segheria è relativamente facile, nonostante la zona al momento pulluli di strada chiuse per lavori estivi e o strutturali. Il parcheggio invece forse potrebbe risultare un compito un pochino più arduo. Ma è estate e, in una delle poche serate in cui questo luglio ci ha concesso tregua dagli acquazzoni tropicali, il motorino è d’obbligo.

Si entra e per chi, come noi, già fu ospite dell’evento Le Grand Fooding di qualche anno fa (Le Grand Fooding Milano, Street Style Food and Tattoos) la location non è nuova e mantiene quel fascino metropolitano che ci aveva già conquistati allora. Certo di miglioramenti ne hanno fatti per rendere “trascurato” e chic al punto giusto questo angolo di Milano. Sedie lasciate nel cortile abbastanza spoglio, tavolacci (ma sono solo tavolacci?) sparsi su un prato di sassolini bianchissimi. Poi entri e continua l’atmosfera magica. Siamo stati fortunati e ci hanno dedicato un tavolo rotondo, nero con ceramiche bianche. Minimal al punto giusto. Gli altri mangiano appoggiandosi a tavoloni stile “mensa” o dopolavoro, un po’ più ammassati, ma in una condizione non priva di fascino per noi che un po’ amiamo il “social eating”.

I toni sono abbastanza alti, sarà che l’acustica chiaramente non può essere delle migliori visti i soffitti che si perdono bene sopra di noi prima di diventare travi a vista e dissolvono il suono delle parole vero l’alto.

 

E poi arriva il menù. Pochi piatti, alcuni fuori carta. Essenziale. Come essenziale è la carta dei vini. E qui mi permetto alcune considerazioni. I piatti proposti sono interessanti, forse talvolta un po’ troppo architettonici per rientrare in una esperienza culinaria giovane e leggera. I vini potrebbero sicuramente soddisfare le esigenze dei clienti, ma se hai pochi vini in carta li dovresti avere (ma è estate e perdoniamo una carenza di scorte). I cocktail sono appassionanti, azzardati, suadenti. Personale amichevole, ma cortese.

 

Per riassumere in 3 parole 3?

 

Sono stata bene!

 

Eh si. Incredibile questa dichiarazione visto che sono partita curiosa ma scettica. Il mio bilancio è stato molto positivo. Anzi, vi dirò di più, qualche sera quando avrò voglia di sentirmi parte di una città viva e in movimento, ci tornerò. E non sarà tra troppo tempo.

 

http://www.carloecamillainsegheria.it/

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A story on the newly opened Cracco’s low cost restaurant in Milan.

I was not convinced to go and try it, but at the end I could’nt avoid. So last night I reserved a table for 6 and this is our short tale about it.

We have immediately been captured by the location, as it happened in the past when we were guest at Le Grand Fooding event. Modern, metroplitan, casual, radical chic. It’s all in one. We just liked it!

And food and the wines and the cocktails (for which is getting more and more success!)? Everything worked pretty smoothly in the restaurant machine. And I must admit I had a very good time.

Will I be back? It is a Yes.

http://www.carloecamillainsegheria.it/


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