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Rapita dai Fratelli Grimm

Creato il 13 agosto 2015 da La Sovrana Lettrice

Il primo ricordo che ho di un libro e’ spaventoso. Lo tenevo tra le mani e lo fissavo per un tempo infinito, ancor prima di cominciare a leggere, conoscevo le lettere dell’alfabeto ma ancora non sillabavo. Seduta a terra appoggiata alla porta finestra, rassicurata dalla presenza di mia nonna in cucina, me ne stavo in silenzio con il libro tra le gambe incrociate, una mano a coprire gli occhi e l’altra a sfogliare le pagine. Gialle, ruvide e nere.

Quell’odore della carta tra lo zucchero filato e il pure’ di patate mi catturava ad ogni passaggio del polpastrello. Se chiudo gli occhi riesco a sentirne ancora il sapore, il rumore. Quella copertina, dura, colorata, con i draghi verdi dai colli lunghi mi costringeva a sgranare gli occhi ogni volta che ci capitavo davanti. Passarono due Natali prima di riuscire a leggere il titolo di ogni novella senza averne paura. Avevo cinque anni. E una gran voglia di capire cosa accadeva dentro quelle pagine. La mia carriera di lettrice nasce cosi’, durante il mio rapimento da parte dei Fratelli Grimm.

Rapita dai Fratelli Grimm

Grimm, Nuove novelle, Hoepli, 1950. Illustrazione V. Accornero de Tomba

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