Mi piace esordire, alla maniera di Bersani, stavolta:
“Beh, ragazzi, non pensiate che si possa credere ad un fallimento dell’Ast per via dei tagli dei contributi alle autolinee nella misura del 20% se non soltanto del 10% secondo le ultime indiscrezioni….. Tutte le imprese siciliane del trasporto su gomma, Ast compresa, faranno buon viso a cattivo gioco e si adegueranno, magari ricorrendo ad una più oculata amministrazione delle risorse, alle novità che verranno introdotte dall’Amministrazione Regionale per far quadrare un po’ il bilancio rispetto agli anni precedenti e ciò a seguito della crisi che ha investito il Paese….. La verità, invece, è un’altra: l’Ast, nata 65 anni fa per un’intuizione di tipo mafioso morirà, se non di mafia, almeno di “contiguità mafiosa”…..”.
Infatti, il fallimento o lo spezzettamento o la vendita se non la svendita della gloriosa Ast è frutto di un ben congegnato piano criminoso portato avanti con ostinazione, rasentando pericolosamente varie infrazioni del Codice Penale, dai suoi promotori che hanno avuto l’abilità di creare, a sostegno dell’affare siciliano del secolo, un vero partito che, se si presentasse alle prossime politiche rischierebbe di ottenere la maggioranza assoluta dei voti e pure…. Il premio di maggioranza…. !
Non è questa la sede più adatta per descrivere nel dettaglio l’operazione e i nomi dei personaggi implicati nella scabrosa vicenda (cosa che mi riservo di fare ai responsabili delle Istituzioni a ciò preposte) ma è sicuro che del “partito della privatizzazione selvaggia dell’Ast” fanno parte membri dell’Amministrazione della Società, Dirigenti, Magistrati, Politici di tutto l’arco costituzionale, sindacalisti comprati, grossi fornitori dell’Azienda e, chissà se non addirittura lo stesso Governo della Regione che non vuole rischiare di perdere parte di quelle forze politiche che lo sostengono all’Ars e che sono sponsor dell’operazione.
L’Ast, da quando è stata trasformata, nel 2006, ha iniziato a trovarsi in difficoltà economico-finanziarie per via di inconcepibili sprechi, assunzioni superflue di personale impiegatizio, mantenimento di Aziende partecipate perennemente in perdita per cui è dovuta ricorrere perfino a falsificare i bilanci così come è stato da me denunciato alla Guardia di Finanza e, a seguito del quale è scaturito un processo che ha visto assolvere tutta una serie di Amministratori e Dirigenti perché la Magistratura, pur accertando il falso in bilancio, ha ritenuto di classificarlo “senza dolo”.
Ma, è negli ultimi mesi che, in un crescendo spaventoso, l’Azienda è andata incontro, pur in presenza dei normali contributi erogati e del contributo di ricapitalizzazione della Società pari a venticinque milioni annui, con la scusa dei ritardati accreditamenti da parte della Regione (casuali, voluti, creati ad arte?), ha dapprima trovato enormi difficoltà a pagare i fornitori, ha ritardato l’erogazione degli emolumenti al personale, si è trovata a non erogare puntualmente il tfr a coloro che sono andati in pensione, ha avuto difficoltà nel mettersi in regola con i versamenti dovuti per legge e, addirittura, ha ritardato il versamento delle quote sindacali a quelle organizzazioni sindacali che, pur non meritandosele, ne avevano diritto !
Nel momento in cui è venuto a mancare il gasolio ai mezzi aziendali, poi, è stato il principio della fine: soppressione di corse e linee, abbandono di alcuni servizi urbani, eliminazione degli straordinari e…. Personale pagato a vuoto in quanto fermo, presso le Rimesse ad attendere, spesso invano, una tanca di gasolio per effettuare, almeno, un servizio di “scuolabus”…..
E’ vera e reale tale profonda crisi aziendale, è voluta o “pilotata” per giustificare la soppressione dell’Azienda? Chi ha provocato tale situazione, chi l’ha voluta? Cosa si nasconde dietro quella che a me sembra una vera e propria farsa?
Di certo c’è che chi ha combattuto il disegno della privatizzazione ad ogni costo l’ha pagata cara, come l’ex Presidente Vincenzo Giambrone o come l’attuale Vice Presidente che, inviato da Raffaele Lombardo “per salvare il Direttore Generale Nicolosi” a nome dell’MPA, si è poi ritrovato in minoranza nel Consiglio di Gestione della Società tanto da abbandonare addirittura il Movimento per l’Autonomia stante che i suoi tentativi di eliminazione degli sprechi aziendali e la sua personale avversione alla privatizzazione hanno cozzato contro altri e ben diversi interessi in ambito aziendale…..
Mi fermo qui ma non finisce qui….. statene pur certi !!!
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