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Razzismo relativo

Creato il 02 agosto 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

In Italia c’è una percezione piuttosto singolare a riguardo del razzismo e delle bestemmie, considerati in fondo ingiurie accettabili. E poi, ovviamente, ci sorprendiamo se all’estero li ritengono fatti gravi.

Ciclismo, giro della regione di Rio de Janeiro. L’italiano Marco Coledan del team Bottoli Trevigiani Dynamon sta tirando il gruppo e chiede la collaborazione Renato Santos, che gliela nega. Ne nasce un acceso scambio verbale, volano insulti e Coledan pensa bene di apostrofare Santos con l’epiteto “negro schifoso”.

Razzismo relativo

In Brasile il razzismo è una cosa seria: si può finire in carcere immediatamente. Ne sa qualcosa l’attuale attaccante del Catania Maxi Lopez che quando giocava nel Gremio è stato fermato per aver definito “brutto scimmione” un avversario di colore.

L’ufficio stampa della manifestazione ha riferito i paroloni al Folha de Sao Paulo e ha preso severi provvedimenti. Coledan, con il parere positivo dell’Unione Ciclistica Internazionale, è stato espulso e l’anno prossimo sarà negato l’invito all’intera Bottoli Trevigiani Dynamon. Santos non ha ancora deciso se sporgere denuncia o meno. 

Come se non bastasse, a peggiorare la figuraccia ci ha pensato il direttore sportivo della squadra, Mirko Rossati, con delle dichiarazioni alquanto discutibili.

C’è stato un litigio come in qualsiasi altra corsa. In Italia queste situazioni sono comuni, ma c’è stata una decisione degli organizzatori e noi l’accettiamo. Renato ha offeso Marco, e marco gli ha risposto con una paroal che in Italia non ha il minimo significato razzista.

Peggio la toppa del buco.

 


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