Fin da bambina ho sempre considerato quella di Re Artù una cosa vera, un pezzetto di storia che amavo tanto, come anche Robin Hood. Vedermi cadere entrambi i miti venendo a scoprire che non erano affatto storici, mi ha un po' destabilizzata. Cogliendo l'occasione del film, che ne rende una buona versione e vi consiglio di vedere se non lo avete fatto, mi dedico ora a trasmettervi in maniera più o meno comprensibile la miriade di informazioni che si trova al riguardo.Iniziamo col dire che sull'identità di Artù sono state avanzate decine e decine di ipotesi. Per leggere tutti i personaggi storici a cui è stata attribuita, vi rimando a Santa Wikipedia. Io riporto solo i principali, quelli che più mi hanno convinta. Poi sta a voi farvi la vostra idea al riguardo, dal momento che di certo non si sa assolutamente nulla.
LUCIO ARTORIO CASTO E I CAVALIERI SARMATIPer andare con ordine, cominciamo dal film. Nella trasposizione del 2004 Artù viene identificato come Lucio Artorio Casto, ed è una delle ipotesi più accreditate anche da vari scrittori e poi studiosi.
Re Artù
Artorio Casto fu un condottiero romano, che divenne prefetto della VI Legione Romana in Britannia e che guidò un gruppo di cavalieri sarmati stanziati a Bremetenacum Veteranorum, l'attuale villaggio di Ribchester, in numerose campagne militari oltre il Vallo di Adriano contro i caledoni.E' molto interessante che fra le leggende sarmate e il ciclo bretone ( ovvero il ciclo letterario che celebra le gesta di Artù e dei suoi cavalieri ) ci siano molte analogie, come fra le leggende arturiane appunto e quelle degli Osseti, popolo da cui discendono i Sarmati, che vertono su un gruppo di guerrieri chiamati Nart.
- I Sarmati erano cavalieri molto abili, ed avevano un particolare legame con le loro spade. Avevano anche culti tribali rivolti ad una spada conficcata nella roccia, che ricorda la leggenda di Excalibur.
- Usavano vessili con teste di drago, e il drago è proprio una delle figure ricorrenti nelle leggende arturiane.
- Il guerriero nart Batraz è fortemente legato alla sua spada, che alla sua morte deve essere rigettata in mare, e così – quando gravemente ferito chiede al suo ultimo compagno superstite di eseguire questo compito per lui – costui prima di farlo effettivamente tenta per due volte di ingannarlo.Tutto ciò è molto simile alla storia di Artù che, ferito mortalmente dopo la battaglia di Camlann, ordina al suo unico cavaliere superstite, Bedivere, di riportare Excalibur alla Dama del Lago. Anche costui esita ad eseguire l'ordine e per due volte mente ad Artù prima di fare ciò che lui gli ha detto.
" Sebbene siano vissuti almeno tre secoli prima dell'arrivo dei sassoni in Inghilterra, le figure di Lucio Artorio Casto e dei cavalieri sarmati potrebbero essere state tramandate nella cultura mitologica locale, condividendo qualche stereotipo iconografico con le prime storie di Artù. Sebbene molti sostenitori della teoria sarmata leghino le origini della leggenda arturiana a Casto e ai suoi sarmati del II secolo, altri studiosi hanno invece suggerito che alcuni dettagli d'origine sarmata come la Spada nella roccia potrebbero invece essere stati aggiunti in seguito nei romanzi cavallereschi francesi, entrando forse nella tradizione "AMBROSIO AURELIANOAmbrosius Aurelianus fu un potente condottiero romano-britannico, famoso per le sue battaglie in Britannia contro i Sassoni. Si pensa possa aver combattuto la famosa battaglia di Monte Badon, attribuita poi ad Artù, che segnò una forte sconfitta degli anglosassoni da parte dei romano-britannici e celti. Gildas, uno dei primi storici britannici nati al tempo di Aureliano, indica che i genitori di questi " indossavano porpora". Questo farebbe pensare ad una famiglia benestante romana. Nelle seguenti "Historia Britonnum" di Nennio e poi di Goffredo di Monmouth, si dice che fu Artù a combattere questa battaglia e che Aureliano era Re di Britannia e zio di Artù.
Matrimonio Artù e Ginevra
ARTUIR MAC A'EDA'IN
Figlio del Re della Dalriada ( attuale Scozia occidentale) che combatté contro i Pitti e condusse una coalizione con i celti contro gli invasori pagani. Fu ucciso in battaglia nel 592. Il padre combatté una battaglia contro i sassoni della Northumbria, ma solo dopo la morte del figlio.Molti aspetti del leggendario re Artù corrispondono alla vita di Artuir.
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Nel mito Artù, ferito a morte, viene portato nell'isola di Avalon. E nel VI secolo in quell'area esisteva un'isola su cui c'era un insediamento di nome Invalone, che tra l'altro si trovava non lontano dal luogo della morte di Artuir. Quest'isola potrebbe quindi aver ispirato Avalon.
Andrebbe anche sottolineato che le più antiche menzioni di Artù provengono da testi in lingua gallese, la stessa che al tempo di Artuir si parlava nell'area della Scozia in cui questo personaggio visse e combatté.
Artuir utilizzò una vecchia fortezza romana conosciuta col nome di Camelon (forse la successiva Camelot) e morì in battaglia vicino al fiume Allan, conosciuto anche col nome di Camallan (forse Camlann).
Come l'Artù della leggenda, anche Artuir ebbe una sorella di nome Morgana e fu un contemporaneo di Myrddin (poi chiamato Merlino).
LA REALTA' STORICARe Artù
Purtroppo dopo aver fatto questa breve carrellata, della quale non avrete capito nulla senza conoscere un po' il mito di Artù, dobbiamo giungere alla conclusione, più plausibile che la figura di questa straordinario cavaliere sia frutto dell'unione di elementi e personaggi storici con leggende e fantasie.La confusione è stata creata dallo "storico" Nennio ( IX sec.) che da vita ad Artù e gli attribuisce le dodici battaglie contro i Sassoni e la finale vittoria di Mons Badonicus, imprese che gli autori precedenti assegnavano invece ad Ambrosio Aureliano citato sopra. Nennio ha sconvolto i ruoli, mettendo al posto di Aureliano, Artù. Nennio era gallese, e si pensa che abbia voluto calare in un contesto storico la figura mitologica gallese pre-romana di Artù per adattarla alla moderna civiltà cristiana. Già in precedenza si trovano legami fra Artù dei racconti Arturiani e tanti eroi, celtici britanni o germanici. Ed è una pratica diffusa, infatti ad esempio il famoso Re Lear di cui parla Shakespeare sarebbe l'antico Dio celtico del Mare Llyr.
Non ci resta quindi che godere dei bei racconti delle gesta di Artù e dei suoi cavalieri. Per quanto mi riguarda, è interessante conoscere la realtà di come stanno le cose, ma questo non deve cambiare il fascino dei racconti di quel mondo.Con affetto, Ginvera....cioè no...Irene.