C’è qualcosa di inquietantemente ignobile in Emperor di Peter Webbe.
L’America distrugge Hiroshima e Nagasaki con due bombe atomiche sganciate sui civili (una fatto che è descritto perfettamente e sinteticamente con le parole di un ministro giapponese «Voi avete fatto diventare i nostri figli delle ombre sui muri») e, con la solita faccia tosta a stelle e strisce, chiusa definitivamente la questione della Seconda Guerra Mondiale, hanno anche la pretesa di fare un’inchiesta contro l’Imperatore per crimini di guerra. Un ufficiale filo-nipponico (che ha avuto un flirt con una giapponese) è incaricato di trovare le prove in un Giappone che è uscito da una bufera di morte. Malgrado i fondamentali dettagli storici siano stati rispettati, è l’assunto della trama che induce lo spettatore a urlare: «Ma stiamo scherzando?» E, invece, per tutto il film c’è veramente poco da scherzare. Con questo film, gli Americani si spacciano per pacifisti alla maniera di Oriana Fallaci (o meglio della sua imitazione guzzantiana): «Voglio la pace nel mondo… A COSTO DI STERMINARLI TUTTI!».
Fabio Secchi Frau