Magazine Cultura

Recensione "Alice in Zombieland" di Gena Showalter

Creato il 12 febbraio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Stefania Auci Cari lettori dopo la delusione della Joyce, ero scettica sulla bontà dei nuovi volumi pubblicati dalla Hm. Tuttavia, il romanzo YA di Gena Showalter, da noi conosciuta e amata per la Lords of underworld series, ha fugato in fretta i miei dubbi… Recensione
Trama:  Non avrò pace finché non avrò rispedito nella tomba tutti i morti che camminano. Per sempre. Se qualcuno mi avesse detto che la mia vita sarebbe cambiata in un momento, sarei scoppiata a ridere. E invece è proprio quello che è accaduto. Un attimo, un secondo, il tempo di un respiro, e tutto ciò che amavo è sparito. Mi chiamo Alice Bell, e la notte del mio sedicesimo compleanno ho perso la madre che adoravo, la mia sorellina e il padre che non ho mai capito finché non è stato troppo tardi. Quella notte ho scoperto che lui aveva ragione: i mostri esistono veramente. Gli zombie mi hanno portato via tutto. E adesso non mi resta che la vendetta… Per realizzare i suoi propositi, Alice dovrà imparare a combattere contro i non-morti e fidarsi del peggiore dei cattivi ragazzi della scuola, Cole Holland. Ma lui nasconde dei segreti. E quei segreti potrebbero rivelarsi persino più pericolosi degli zombie. 
RECENSIONE Primo episodio della White rabbit chronicles pubblicato dalla Harlequin canadese nell'Ottobre 2012, Alice in Zombieland è un libro che fa ben sperare per il prosieguo della serie. La prima caratteristica che colpisce in questo romanzo è lo stile. Diverso, freschissimo, ironico, lontano anni luce dagli orpelli e dalle lentezze che spesso caratterizzano la scrittura dei paranormal romance tipici dell’autrice. Alice in Zombieland è un romanzo che colpisce in primis per la scrittura ricercata ma scorrevole, e che mescola un registro prettamente young con una manciata di ironia e molta azione. È diverso rispetto ai molti young adult passati nelle nostre librerie senza lasciare tracce o rimpianti: Alice in Zombieland è un romanzo dalla qualità elevata e ottima trama. Gli zombie non sono i mostri rabbiosi di Manuel Loueiro, o quelli famelici di War World Z, ma si tratta di entità incorporee che solo alcuni possono vedere e percepire: spiriti che si nutrono di altre anime contagiandole con il male. 

Così, il male diventa un morbo che contagia il corpo e porta alla morte. I cacciatori possono combatterli solo abbandonando l’universo materiale per affrontarli nel mondo degli spiriti. L’idea, originale e gestita con grande saggezza, viene sviluppata in maniera accurata, attraverso un percorso di progressivo disvelamento che Alice, la protagonista, è costretta ad affrontare. I personaggi sono molto ben caratterizzati, dotati di uno spessore inusitato per un romanzo dedicato a un pubblico adolescente. Dai sensi di colpa e dalla tristezza di Alice si passa alla maturità e alla dolorosa consapevolezza di Cole; dalla simpatia coraggiosa di Kat al rigore monastico della squadra dei cacciatori di zombie.

Alice, diciassette anni, sceglie di chiamarsi Ali dopo aver visto morire i suoi familiari in un incidente stradale: a ucciderli, strane, repellenti creature. Lei rimane sola, con i suoi rimorsi e con molti dubbi. Sebbene la trama segua lo schema consolidato degli Young adult (il trasferimento nella nuova scuola, l’incontro con il bello e maledetto di turno e la progressiva emarginazione) è proprio il personaggio di Alice a fare la differenza. Ali è una ragazza che non lascia che la vita le scorra addosso e non subisce le decisioni altrui – (un po’ come accade alla capostipite del genere, prima fra tutte l’immarcescibile Bella Swan) – ma lotta coraggiosamente per affrontare le paure e la rabbia. 

Recensione
È un personaggio più affine alla tostissima cacciatrice dei romanzi di Jeanine Frost o con l’ibrido della serie di Maximum Ride, piuttosto che alle altre eroine zuccherose e svenevoli del genere. Proprio Patterson sembra esser stato il riferimento principale della Showalter: come Max, anche Alice dialoga con il lettore, appunta dei “promemoria mentali” e, come Max, Alice è dotata di un notevole istinto di protezione verso le persone che le sono vicine.Lo spirito di rivalsa e l’ amore senza riserve sono ciò che la spinge ad abbracciare questa lotta dove umano e soprannaturale si mescolano senza soluzione di continuità.
Alice in Zombieland è un libro che merita di esser letto: bello, divertente, frizzante e ricco di emozioni, tiene incollati alle pagine mescolando mistero, suspense e un pizzico di atmosfere da college. A questo punto, la domanda è: perché la HM ha scelto di pubblicare questo volume solo in ebook? Questo è un romanzo che vale, e che ha un appeal notevole, oltre che essere di buon livello: può sicuramente raggiungere un pubblico vasto, e usare unicamente il supporto informatico per la sua diffusione non è, a parere di chi scrive, una scelta saggia. Si spera che la casa editrice torni su questa scelta e opti per una pubblicazione cartacea, così come è avvenuto per le romantic comedy di Victoria Dahl e Kristan Higgins.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :