Trama: Non avrò pace finché non avrò rispedito nella tomba tutti i morti che camminano. Per sempre. Se qualcuno mi avesse detto che la mia vita sarebbe cambiata in un momento, sarei scoppiata a ridere. E invece è proprio quello che è accaduto. Un attimo, un secondo, il tempo di un respiro, e tutto ciò che amavo è sparito. Mi chiamo Alice Bell, e la notte del mio sedicesimo compleanno ho perso la madre che adoravo, la mia sorellina e il padre che non ho mai capito finché non è stato troppo tardi. Quella notte ho scoperto che lui aveva ragione: i mostri esistono veramente. Gli zombie mi hanno portato via tutto. E adesso non mi resta che la vendetta… Per realizzare i suoi propositi, Alice dovrà imparare a combattere contro i non-morti e fidarsi del peggiore dei cattivi ragazzi della scuola, Cole Holland. Ma lui nasconde dei segreti. E quei segreti potrebbero rivelarsi persino più pericolosi degli zombie.
RECENSIONE Primo episodio della White rabbit chronicles pubblicato dalla Harlequin canadese nell'Ottobre 2012, Alice in Zombieland è un libro che fa ben sperare per il prosieguo della serie. La prima caratteristica che colpisce in questo romanzo è lo stile. Diverso, freschissimo, ironico, lontano anni luce dagli orpelli e dalle lentezze che spesso caratterizzano la scrittura dei paranormal romance tipici dell’autrice. Alice in Zombieland è un romanzo che colpisce in primis per la scrittura ricercata ma scorrevole, e che mescola un registro prettamente young con una manciata di ironia e molta azione. È diverso rispetto ai molti young adult passati nelle nostre librerie senza lasciare tracce o rimpianti: Alice in Zombieland è un romanzo dalla qualità elevata e ottima trama. Gli zombie non sono i mostri rabbiosi di Manuel Loueiro, o quelli famelici di War World Z, ma si tratta di entità incorporee che solo alcuni possono vedere e percepire: spiriti che si nutrono di altre anime contagiandole con il male.
Così, il male diventa un morbo che contagia il corpo e porta alla morte. I cacciatori possono combatterli solo abbandonando l’universo materiale per affrontarli nel mondo degli spiriti.
L’idea, originale e gestita con grande saggezza, viene sviluppata in maniera accurata, attraverso un percorso di progressivo disvelamento che Alice, la protagonista, è costretta ad affrontare. I personaggi sono molto ben caratterizzati, dotati di uno spessore inusitato per un romanzo dedicato a un pubblico adolescente. Dai sensi di colpa e dalla tristezza di Alice si passa alla maturità e alla dolorosa consapevolezza di Cole; dalla simpatia coraggiosa di Kat al rigore monastico della squadra dei cacciatori di zombie.Alice, diciassette anni, sceglie di chiamarsi Ali dopo aver visto morire i suoi familiari in un incidente stradale: a ucciderli, strane, repellenti creature. Lei rimane sola, con i suoi rimorsi e con molti dubbi. Sebbene la trama segua lo schema consolidato degli Young adult (il trasferimento nella nuova scuola, l’incontro con il bello e maledetto di turno e la progressiva emarginazione) è proprio il personaggio di Alice a fare la differenza. Ali è una ragazza che non lascia che la vita le scorra addosso e non subisce le decisioni altrui – (un po’ come accade alla capostipite del genere, prima fra tutte l’immarcescibile Bella Swan) – ma lotta coraggiosamente per affrontare le paure e la rabbia.
È un personaggio più affine alla tostissima cacciatrice dei romanzi di Jeanine Frost o con l’ibrido della serie di Maximum Ride, piuttosto che alle altre eroine zuccherose e svenevoli del genere. Proprio Patterson sembra esser stato il riferimento principale della Showalter: come Max, anche Alice dialoga con il lettore, appunta dei “promemoria mentali” e, come Max, Alice è dotata di un notevole istinto di protezione verso le persone che le sono vicine.Lo spirito di rivalsa e l’ amore senza riserve sono ciò che la spinge ad abbracciare questa lotta dove umano e soprannaturale si mescolano senza soluzione di continuità.Alice in Zombieland è un libro che merita di esser letto: bello, divertente, frizzante e ricco di emozioni, tiene incollati alle pagine mescolando mistero, suspense e un pizzico di atmosfere da college. A questo punto, la domanda è: perché la HM ha scelto di pubblicare questo volume solo in ebook? Questo è un romanzo che vale, e che ha un appeal notevole, oltre che essere di buon livello: può sicuramente raggiungere un pubblico vasto, e usare unicamente il supporto informatico per la sua diffusione non è, a parere di chi scrive, una scelta saggia. Si spera che la casa editrice torni su questa scelta e opti per una pubblicazione cartacea, così come è avvenuto per le romantic comedy di Victoria Dahl e Kristan Higgins.