Se solo fossi stata UN PO’ VEGGENTE!!!
Juliet aspetta da una vita questo momento. Finalmente una casa da dividere con Simon, un vero e proprio nido d’amore pieno di piante di cui prendersi cura e invaso da profumi di torte appena sfornate. Ma il sogno è destinato a svanire: la prima notte nel nuovo appartamento, Juliet scopre che Simon l’ha tradita con la sua migliore amica. Il suo cuore è a pezzi, il dolore insopportabile, quella casa tanto desiderata d’improvviso è ostile. Niente pare esserle d’aiuto. Finché un giorno, rovistando tra le scatole ancora da aprire, Juliet s’imbatte nei vecchi libri della dolce nonna Violet, con cui è cresciuta dopo che la madre l’ha abbandonata. In quelle pagine ingiallite, ricche di preziosi
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consigli e piene di appunti, Juliet sembra trovare il conforto di cui è in cerca: forse lì c’è quel che serve per tornare ad amare la sua nuova casa e a curarla come avrebbe fatto un tempo sua nonna, ricette segrete per dimenticare ai fornelli chi l’ha fatta soffrire, o tanti modelli di carta che attendono solo le sue mani, per trasformarsi in splendidi foulard, copricuscini, grembiuli pieni di pizzi. Ma un giorno, nascosta tra quelle pagine degli anni Sessanta, Juliet trova una lettera. Una lettera che parla di qualcuno di cui lei ignorava l’esistenza… Il passato sembra riaffiorare e portare con sé un alone di mistero. E se riviverlo fosse l’unico modo per ritrovare se stessa e lasciarsi andare a un nuovo amore?*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
Cosa penso:A volte mi piacerebbe tanto avere delle doti da veggente: sapere in anticipo le cose – non tutto però, se così fosse, pensate un po’ alla noia… non ci sarebbe più nessuna sorpresa, nessuna attesa – no, decisamente non tutto, ma nei momenti cruciali non sarebbe male, ad esempio, che so, quando ci sarebbe da investire del denaro, quando dobbiamo uscire dei soldi… mi fermerei un attimo, mi “connetterei” con il futuro e vedrei se quello che sto per fare è un ottimo investimento o meno.
In questo modo potremmo evitare di spendere soldi inutilmente e di conseguenza buttarci addosso i peggiori improperi che possano mai esistere… eee si sarebbe proprio bello!!!
Purtroppo la realtà dei fatti è ben altra…
Non esistono doti da veggente…
Non esiste modo di sapere se stai sbagliando o meno a comprare quel determinato prodotto…
No. Tutto questo non esiste… purtroppo…
Perché se avessi avuto di queste capacità a quest’ora mi sarei tenuta lontana chilometri e chilometri da “Amore, zucchero e cannella” della Bratley!!!
E invece no!!!
Ho voluto questo libro come un drogato agogna la sua dose di eroina quotidiana… come un senza tetto agogna riparo e cibo… e così facendo mi sono ritrovata a leggere un libro di cui ne avrei potuto fare anche a meno.
La protagonista, Juliet, è una povera sfigata a cui la scalogna sta attaccata come una cozza sta attaccata al suo scoglio preferito…
Sfortunata sin da quando nasce: madre hippy e puttana più giovane del marito di oltre diciassette anni, padre amorevole che poi sceglie il suicidio pur di non sopportare altre corna dalla moglie, tutto questo avviene quando Juliet ha poco più di nove anni… poi la madre la lascia alla nonna materna, per andarsene in Australia a partorire una figlia illegittima e a girare il modo ricordandosi di Juliet solo due volte l’anno…
Cresciuta Juliet è sempre più decisa di andare d’amore e d’accordo con la sfortuna…
Si innamora di un suo collega di università, Simon… decide di dividere un appartamento con lui e un’altra collega, una tale Hanna, bellissima e biondissima svedese dalle gambe lunghe e tutte le forme a posto… successivamente vuole provare a convivere da solo con Simon… finalmente lo convince - già perché in realtà il bel Simon non ha nessuna intenzione di lasciare l’appartamento che divide con Juliet e con Hanna… chissà perché? - ad affittare un appartamento solo per loro due e la prima notte che passano nel loro bellissimo appartamento nella loro più totale intimità lui la chiama… HANNA…
Immaginate un po’ cosa succede: lei lo caccia… lei va in depressione… lei diventa un’alcolizzata… lei campa solo grazie al sostegno della sua migliore amica Imogen - quest’ultima successivamente scopre di essere gay a due settimane dal suo matrimonio e incinta del suo futuro-ex marito… Juliet va a lavoro come un automa… durante una giornata di lavoro incontra un certo Dylan di cui comincia a provare un certo interesse, ma lui neanche se la fila perché sta con una strafiga francese…
E continua così… in sottofondo mentre si procede con la lettura si ha come l’impressione di sentire <<sfortuna… sfortuna… sfigata… sfigata>>.
Ok… poi all’ultimo Juliet ha il suo lieto fine, ma per arrivarci non potete immaginare quante ne passa poverina.
Sono arrivata a pensare: “ma che cosa gli avrà mai fatto Juliet alla Bratley?”
L’autrice l’ha martoriata per più di trecento pagine, senza sosta, inesorabilmente.
Ho provato un’antipatia unica per l’autrice di questo libro e per l’odio che ha manifestato nei confronti della sua protagonista.
Il libro è scritto bene, l’autrice ha una padronanza del linguaggio impeccabile, si legge abbastanza velocemente, ma è il succo che non va.
Dopo l’ennesima sciagura a cui la Bratley sottopone Juliet… bé la cosa inizia a diventare pesante…
Sono arrivata a pensare…<<Ma come? Ancora? Ma poverina… basta ora!!!>> Non mi è piaciuto…
Mi ha fatto solo incavolare e arrabbiare…
Ahhh!!! Quanto mi sarebbe piaciuto avere quelle doti da veggente!!! ASSOLUTAMENTE…
… SCON.SI.GLIA.TO!!!
L'ho letto il... 4 Febbraio 2012GIUDIZIO: