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Recensione | Big Eyes

Creato il 16 gennaio 2015 da Parolepelate

Walter Keane: “Devo farti una domanda: come mai questi grandi occhi strani?”
Margaret Keane: “Oh, vedi io penso che si vedano tante cose negli occhi. Gli occhi sono lo specchio dell’anima”.
Walter Keane: “Si ma tu li fai come fossero frittelle, sono troppo sproporzionati”.
Margaret Keane: “Sì, gli occhi sono il modo in cui esprimo le mie emozioni, li ho sempre disegnati così. Da piccola un’operazione mi ha lasciata sorda per un periodo e così mi sono ritrovata a fissare con lo sguardo, mi affidavo agli occhi della gente”.

E’ difficile non amare i lavori, o meglio capolavori di Tim Burton. Questa volta, però, Big Eyes ci sorprese. Non in modo negativo, ma nemmeno in positivo.

Burton cambia stile, passando da atmosfere cupe a paesaggi in fiore, colori pastello dolcemente abbandonati lì, al centro della scena, a conquistare i nostri occhi.

E’ forse questo che mi ha colpito maggiormente dell’intera pellicola, oltre la bravura dei protagonisti, s’intende.

Tim Burton narra, e non bisogna scordarlo, una storia vera. La storia di Margaret Keane, pittrice degli anni cinquanta e sessanta, e di suo marito Walter Keane. Margaret, rimasta sola con una bambina dal suo primo matrimonio, cerca di guadagnare qualcosa esibendo i suoi dipinti. E’ qui che incontrerà Walter, destinato sin dal primo saluto a divenire suo marito.

Recensione | Big Eyes

Walter la conquista, pittore anch’egli, con storie sul mondo, facendo cadere Margaret ai suoi piedi. Ma è qui che arriva il bello. Poichè privo di talento, Walter, intraprenderà un viaggio di sola andata per il paese nominato ‘frode’. Proprio così, miei cari. Il suo vero talento sarà prendersi il merito dei dipinti realizzati da sua moglie, Margaret. Ovvero, il merito di una delle creazioni più belle della storia dell’arte: i bambini dipinti con grandi occhi, in grado di emozionare il mondo intero attraverso i loro occhioni.

Recensione | Big Eyes

Inizialmente la pittrice sosterà silenziosa dinanzi alle decisioni prese dal marito, ma finirà ovviamente per ribellarsi al furto della sua arte e inizierà un processo ai danni dell’ex marito.

Recensione | Big Eyes

Inutile dire quanto il lieto fine sia visibile a grandi pennellate, nel senso reale della parola. Ma sarà proprio questo, o almeno così è stato per me, il vero motivo dei dubbi riguardo la pellicola.

Cioè che invece non ha lasciato il minimo dubbio, è stata la bravura dei due protagonisti. Amy Adams, nel ruolo di Margaret Keane, e Christoph Waltz, nei panni del marito della pittrice. Vedremo una Amy intensa, delicata, ferita ma sempre forte e coraggiosa. La vedremo interpreta alla perfezione il ruolo di una donna privata del suo talento e della sua bravura in un periodo che in fondo non ci è poi così lontano.

Recensione | Big Eyes

Divino Waltz nel suo ruolo caricaturale (epica la scena del tribunale) e sopra le righe. Una caratteristica tipica dei personaggi all’interno delle pellicole firmate Tim Burton.

Insomma, un nome che è sempre una garanzia, ma che questa volta si è dimostrato una vera e propria sorpresa.

Un applauso al grande Tim che per un attimo ha abbandonato le ombre per tuffarsi in un mondo fatto di colori. Secondo voi continuerà su questa strada? Vedremo. Io aspetto nuove e piacevoli sorprese.

Voto: 7

Recensione | Big Eyes

Amy Adams visita Margaret Keane nel suo studio per prepararsi per il suo ruolo in Big Eyes.

Ringraziamo: Infinita Letizia della Mente Candida; | I love CINEMA | Cineamante per passione | Ieri, Oggi e Domani | Il Collezionista di Cinema | Film che lasciano il segno.


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