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[Recensione] Borderlands – Il caduto di John Shirley

Creato il 05 giugno 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Borderlands – Il caduto di John Shirley
Titolo: Borderlands – Il Caduto

Autore: John Shirley

Editore: Multiplayer.it edizioni

ISBN: 9788863551792

Prezzo: 15,00€

Numero Pagine:

Voto:

[Recensione] Borderlands – Il caduto di John Shirley

Trama:
Hanno fatto bene Zac Finn, sua moglie e il loro giovane figlio a entrare nelle grazie di Roland, perché una sosta in orbita si è trasformata in una terrificante caduta verso il paesaggio senza scampo di Borderlands, dove Zac spera di trovare un nuovo bizzarro tesoro alieno per invertire la caduta vertiginosa della sua vita, mentre sua moglie Marla e suo figlio Cal vogliono soltanto sopravvivere e ritrovarsi, dal momento che la catastrofe ha messo tra loro centinaia di chilometri. Non hanno molte possibilità… e Roland è tutto quello che li separa dagli Psycho – dei pazzi criminali – e dagli altri banditi assassini, per non parlare poi dei grotteschi primitivi, dei calamari giganti wyrm, dei folli ratti sotterranei, degli skag voraci e dei mercenari spietati…

Recensione:

Seconda recensione per Scrittevolmente da parte del sottoscritto di un libro di John Shirley, già autore dell’apprezzato prequel della saga di Bioshock, Rapture. Questa volta l’autore, sempre attraverso la Multiplayer.it edizioni ci porta su Pandora, inospitale pianeta ai margini della via lattea dove già ha trovato luogo il pluripremiato videogioco Borderlands, ora in attesa di un seguito. Partiamo col dire che Pandora, in particolare le zone di confine (borderlands, per l’appunto) dove il romanzo, primo di una trilogia, si ambienta sono un luogo inospitale desertico e selvaggio.

Anche le piante sono parecchi gradini sopra l’essere umano medio nella catena alimentare, fra bestie di ogni tipo e maniaci mutanti la pace non è una scelta contemplabile. Con il suo stile graffiante ed estremamente punk Shirley riesce a far capire quanto duro possa essere un pianeta in cui gli esseri umani sono visti alla stregua di un sacco di carne ambulante, persino da parte dei propri simili. Il videogioco si proponeva con una nota marcatamente ironica e guascona, presentando la violenza e desolazione di Pandora in modo quasi comico. Del resto quando le persone normali che tentano di sopravvivere in un pianeta sul quale servono gli occhi anche sulla nuca per campare si mischiano a maniaci di ogni genere, bestie della peggior specie, avide multinazionali e robot svalvolati i risvolti tragicomici si sprecano.

Questo l’autore lo sa e riesce a renderlo su carta, senza far rimpiangere a coloro che hanno provato il videogioco l’atmosfera di arido umorismo e violenza gratuita. Lo stile di Shirley è anche questa volta pulito e piacevole: la trama è semplice ed efficace allo stesso tempo, scorre in un alternarsi di alti e bassi, azione e narrazione, sino ad arrivare al climax finale che terrà il lettore con il naso sulle pagine sino all’ultima riga.

La lettura scorre veloce senza impastarsi in lunghe descrizioni, totalmente inutili in un romanzo simile. Piccoli frammenti descrittivi compongono quello che va via via a formare il grande mosaico delle terre di confine: colori sgargianti e fuori dal comune, le baracche dei villaggi, insediamenti rugginosi lasciati alle intemperie e la morte dietro ogni roccia.

Diverso invece è l’impatto con la forma stessa del testo, forse meno curato rispetto allo scritto precedentemente recensito, si nota una certa abbondanza di punteggiatura, puntini di sospensione (…) in particolare e decisamente più refusi di quanto mi aspettassi. Ricordo sempre e comunque che questo giudizio è puramente soggettivo, non sono un professore di italiano e mi limito a guardare la cosa dal punto di vista del lettore.

Nonostante questo la lettura non viene particolarmente appesantita, il lettore medio probabilmente non risente della troppa punteggiatura o di qualche refuso, men che meno chi da questo romanzo vuole azione brama le citazioni dal videogioco che l’autore si è premurato di inserire a regola d’arte. In conclusione le quattro stelle sono pienamente meritate, non di più per via di una cura minore del testo e di punti calmi nella trama forse troppo privi di mordente per il genere di romanzo che si ha fra le mani.

Essendo totalmente slegato dalla trama del videogioco è consigliato a chiunque, conoscitori della trama che potranno apprezzarlo come universo espanso e ignari desiderosi di un piccolo pezzo di Pandora.


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