RECENSIONE Dopo aver esordito con lo straordinario Breathers, S.G. Browne torna nelle librerie italiane con la sua seconda opera, Fated, un romanzo su cui grava il difficile compito della conferma. Perché se è difficile esordire con un successo, lo è ancora di più dimostrare ai lettori che la qualità dello scrittore non è frutto di un favorevole fato. Quale miglior modo di raggiungere lo scopo, dunque, se non quello di dedicare un romanzo proprio al fato?
Fated è la storia di Fabio, il fato, entità immortale che ha l'ingrato compito di assegnare i fati agli uomini e alle donne che popolano la Terra. Ad affidargli il lavoro è stato Dio in persona, meglio conosciuto come Jerry, ma nonostante i privilegi che comporta (immortalità, teletrasporto, appartamento a New York e la carta Visa Universal) Fabio è stanco del suo compito, stanco di assistere alle scelte sbagliate degli uomini. Decide quindi di violare le regole e interferire con i mortali, spingendoli a migliorare le proprie vite e innamorandosi addirittura di una di esse, Sara. Le conseguenze, ovviamente, saranno inaspettate e complicate.
Fated è un romanzo acuto e divertente, una critica all'umanità e alla società in cui viviamo sviluppata senza giudicare. Il sarcasmo e la satira con cui l'autore sferza le nostre vite sono privi del banale moralismo, tipico dei cosiddetti "ben pensati", limitandosi a puntare sulla semplice osservazione del mondo. Viene attaccata la chiesa, la religione, il consumismo sfrenato e la dipendenza da televisione e internet, ma anche tutti coloro che sputano sentenze senza nemmeno sforzarsi di immedesimarsi negli osservati.
È bene sottolineare, tuttavia, che Fated non è un libro impegnato, arrogante, che "si prende sul serio". Tutt'altro. Fated è un romanzo di narrativa che coinvolge e diverte il lettore. L'equilibrio tra critica e "leggerezza" è mantenuto sapientemente dalla prosa dello scrittore (scorrevole, facile ma mai banale), e dal suo grande ritmo narrativo. I pensieri di Fabio (narratore in prima persona) sono taglienti, i dialoghi tra i personaggi veloci e brillanti. Incantevoli i "ritornelli" (già apprezzati in Breathers) che richiamano lo stile di Palahniuk, e i frequenti riferimenti a musica e cinema, che, unitamente al carattere disincantato dei personaggi, rimandano a un altro mostro sacro dell'ironia, Nick Hornby.
Se consideriamo Fated come un esame per la consacrazione di Browne, non possiamo che dire che la prova è stata brillantemente superata. Fated è un romanzo da leggere e il suo autore è uno dei migliori talenti emergenti della narrativa mondiale.