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Recensione Film Drift – Cavalca l’ onda

Creato il 01 agosto 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

drift

Anni ’70, costa sud-ovest dell’ Australia occidentale, in un ambiente conservatore due fratelli mettono in piedi un’idea: fare della loro passione, il surf, un business. I fratelli Kelly, Andy (Myles Pollard, Le sorelle McLeod) e Jimmy (Xavier Samuel, Twilight, Eclipse), lanciano la moda delle mute su misura e producono innovative tavole da surf più corte. Inseguono il sogno di poter costruire qualcosa per il proprio futuro e quello della propria famiglia, ma la strada che hanno davanti non sarà facile.
L’idea del film nasce da una bozza di Tim Duffy (Let’s talk about sex), ma si concretizza solo quando la storia arriva tra le mani di Myles Pollard il quale ne rimane folgorato e decide che il progetto si deve fare. Myles non scherzava: sarà produttore e protagonista del film.
L’intera storia racchiude il racconto di tutti i grandi marchi del surf, Quicksilver, Billabong, Rip Curl, nati in Australia tra gli anni ’60 e ’70 e divenuti i più noti brand mondiali che esprimono lo stile di vita dei surfisti. Mi è sembrato interessante ricostruire questa storia mettendo insieme i migliori racconti di quell’epoca.” Drift – cavalca l’onda è infatti tratto da una storia vera. Storia che plausibilmente non è mai davvero accaduta nella sua interezza, ma che racconta di tanti piccoli frammenti di storie vere, uniti per regalare una visione d’insieme sul fenomeno.
Con un cast composto interamente da attori australiani e riprese effettuate tra Australia e Indonesia, Drift è probabilmente uno dei film più rappresentativi dell’Australia degli ultimi anni. A dare peso al cast vi è anche Sam Worthington, attore australiano noto a livello internazionale soprattutto per il ruolo di protagonista in Avatar. Mentre è sicuramente da encomiare il cast nel suo insieme, Worthington è probabilmente l’attore che più stupisce e convince, disancorandosi dal suo ruolo di macho e calandosi completamente nella figura della guida spirituale e del “salvatore senza impegno” dei nostri eroi.
Il vero protagonista del film, però, è lui: il surf. Mozza fiato le riprese acquatiche e dei surfisti in azione, potrebbero bastare da sole per spingere a guardare il film. Riprese che, in gran parte, sono state girate a Surfer’s Point di Margaret River, nota località per le sue numerose zone che vantano le onde più alte e pericolose mai cavalcate, come la famosa “Cow Bombie”.
Accanto all’aspetto naturalistico e sportivo del film, è interessante e ben curata anche la riproduzione della comunità hippie degli anni ’70, movimento che male si andava ad amalgamare con realtà rurali come quelle della costa dell’Australia occidentale. Il risultato ci mostra qualcosa di unico e curioso.
Tutto è preparato molto bene, ma, purtroppo, come in un meccanismo ben congeniato, ma sprovvisto di una fonte di energia sufficientemente potente, ciò che manca a questo film è forse il cuore, la spontaneità. E’ tutto un po’ troppo statico e preconfezionato, tanto che alla fine facciamo fatica a provare empatia per questi personaggi che, nonostante tutti gli sforzi, appaiono un po’ troppo piatti… La storia va avanti, funziona, ma le forze che la spingono sono, in definitiva, molto meno forti di quello che avrebbero dovuto essere.
Drift è un film che piace agli occhi, fa sorridere e scoprire. Forse non sarà perfetto, ma sicuramente trasmette qualcosa: la voglia di essere lì, con i protagonisti, in mezzo a quelle onde.
Dall’ 8 agosto al cinema.

di Mara Telandro

poster drift


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