Recensione The Butterfly Room/La stanza delle farfalle: “Non aprite quella stanza”
Guai a fidarsi delle signore anziane della porta accanto. Vecchia regola, che gli appassionati di horror conoscono bene. Così come riconosceranno Barbara Steele, la straordinaria protagonista del film The Butterfly Room di Jonathan Zarantonello, un racconto del terrore al femminile tra le mura domestiche, ispirato ad Alice dalle 4 alle 5 (titolo di uno scritto e di un cortometraggio firmati dallo stesso regista vicentino).
Tutto ha inizio in una vasca, i titoli di testa sono accompagnati da un’inquietantescia di sangue che tinge l’acqua di rosso. C’è una ragazzina in vasca, e accanto a lei sua madre. S’innesca un meccanismo di lotta, entrambe sono visibilmente scosse dalla svolta esistenziale che impone la crescita, la madre sconvolta dall’inevitabile processo di separazione dalla figlia che questa comporta. Zarantonello prova a scavare nelle psicosi di donna alla ricerca del delitto perfetto, tra incubi e simbolismi, e fino a un certo punto della pellicola ci riesce.
A poco a poco però il mistero si disvela, e si capisce cosa c’è dietro strani rumori della porta accanto, cosa succede nel sottoscala (se un certo cinema vi ha abituato a stare attenti alle trombe delle scale, stavolta occhio agli ascensori), cosa può nascondere una malsana passione per le farfalle.
Non c’è nulla di nuovo in questo horror movie, nulla che non abbiamo già visto altrove, se non proprio la centralità dei ruoli femminili, la delicatezza della descrizione dei rapporti madre-figlia, la contorsione narrativa nel delineare e intrecciare i ruoli di vittima e carnefice.
Gli appassionati di genere non potranno non apprezzare tutto questo, insieme alla scelta di un cast fatto di comprimari e personaggi secondari di livello, da quello che il regista definisce “il mio mito assoluto”, ovvero Heather Langenkamp (direttamente da Nightmare – Dal profondo della notte) a Camille Keaton (Non violentate Jennifer), da Ray Wise (I segreti di Twin Peaks) a Adrienne King (Venerdì 13), passando per un cammeo del cineasta Joe Dante.
di Claudia Catalli