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Recensione "Highlander. Amori nel Tempo" di Karen Marie Moning
Creato il 08 maggio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiarioRECENSIONE Eccoci con una nuova recensione per un romanzo della Leggereditore, casa editrice specializzata in women’s fiction. Un libro acclamato dalla critica d’oltreoceano, bestselling del New York Times, e primo di una lunga serie (sette volumi in totale). Ho cominciato a leggere la storia di Sidheach James Lyon Douglas, Lord Hawk, e Adrienne de Saint Simon con molte aspettative. Finalmente un bel romance/time travel ambientato nella Scozia del XVI secolo! Ebbene, nonostante ci fossero tutte le premesse per una romanzo indimenticabile, non posso nascondere la delusione che mi ha accompagnato pagina dopo pagina. Cercherò di spiegare le motivazioni per cui non mi sento di dare più di due stelline a Highlander Amori nel tempo.
Punto uno: Il romanzo in questione viene presentato come un time travel, ma, in realtà, il passaggio temporale da un’epoca all’altra è descritto in poche righe. Ciò che mi ha disturbato in maniera più incisiva, però, è stato il fatto che nonostante la protagonista sia stata catapultata dal XXI americano al XVI secolo delle brume scozzesi ne venga solo superficialmente turbata. Bastano pochi giorni, infatti, perché lei si senta completamente a proprio agio (l’unica cosa di cui sente la mancanza è il caffè che, udite udite! è conservato nella dispensa del castello… ma non ci troviamo nel XVI secolo nella selvaggia Scozia??? E’ vero che il caffè veniva consumato già all’epoca, ma solo in Egitto, Siria e Turchia http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/cbevande/Storia-del-CAFFE.html. Sembra, però, che alla Moning piacciano proprio gli anacronismi storici, poiché poco più in là ci parla di tè (!) arrivato per la prima volta in Europa nel 1610 a bordo di una nave olandese http://www.diwinetaste.com/dwt/it2005037.php)
Pinzillacchere queste? In un romance v’interessa la storia d’amore e pazienza se non si riportano particolari esatti? Bene! Passiamo allora all’intreccio. Punto due: Dov’è l’intreccio? Se qualcuna di voi lo ha colto, che m’informi per cortesia! Per quanto mi riguarda, ho solo letto di un continuo battibecco tra lui e lei. La cosa più interessante del rapporto tra i due è, però, senza ombra di dubbio, la motivazione che spinge Adrienne a rifiutare il bellissimo, sensualissimo, muscolosissimo, dotatissimo (potrei intitolare questa recensione “Sotto il kilt, tutto!”) Lord Hawk: l’odio per gli uomini bellissimi (in questo libro è tutto un superlativo). E’ vero che il passato della ragazza non è stato tutto rosa e fiori accanto alla sua ex fiamma, un uomo bellissimo (ma va?) e ricchissimo (ma no!), il quale ha approfittato in modo becero dell’ingenuità della nostra povera eroina, ma vi sembra una motivazione valida su cui costruite ben 390 pagine di romanzo?
Punto tre: Di cosa s’innamora Hawk? Non ci è dato sapere. E’ vero che Adrienne è bellissima (Anche lei, sì!), ma si mostra come una bisbetica, senza averne fondamentalmente motivo. E’ vero che Hawk è un bellissimo (help!) e che lei ha giurato di non soccombere mai più a cotanta beltade, ma ho percepito questo escamotage della Moning come una motivazione molto superficiale. Avrei potuto capire questo tipo reazione da parte di Adrienne per le prime 20 pagine di libro, ma non per le altre 360.
Punto quattro: Il regno delle fate e il popolo di Danu. La Moning si è documentata sul popolo fatato (o piccolo popolo), vero. C’è un però: a mio avviso (e parlo da appassionata di miti e leggende celtiche) avrebbe dovuto spiegare meglio il passaggio che portò i mitici Tuatha de Danann (il divino popolo della Dea Danu) al regno sottoterreno (e ultraterreno), ove furono cacciati dai Milesi, al tempo della loro invasione dell’Irlanda. Da quel momento i Tuatha de Danann, i biondi e divini sovrani arcaici dell’Irlanda, assunsero il nome di Daoin Sidhe (collina fatata). Piccole precisazioni, queste, necessarie, a mio avviso, per capire e immergersi al meglio nella magia.
Punto cinque: I dialoghi. Quando leggo di un Highlander che si esprime (rivolgendosi alla propria moglie) con termini come “dolce falcone” o “fanciulla” (a ogni piè sospinto), scusatemi ma il personaggio (soprattutto se viene descritto come un guerriero spietato) mi si smonta pezzo per pezzo. Non ce la posso proprio fare! Mi aspettavo dialoghi arguti, pungenti, pepati… e mi ritrovo a leggere questo? E quale Highlander rimarrebbe impassibile (concedendosi solo un ringhietto) davanti a un rivale (Il cattivo in questione: Adam Black) che lo sfida dicendo che si porterà a letto la bella Adrienne? Mah. Vi domanderete allora perché ho voluto dare due stelline di valutazione al romanzo: Per la chiusa. Sì, la fine mi è piaciuta. La Moning si è salvata in corner? Non proprio, ma, a mio parere, l’ultimo paragrafo vale tutto il libro.
Avendo già letto l’anteprima del prossimo libro della serie: “Highlander. Torna da me" (un Highlander Berseker nel XVI secolo… Ma i Berseker non erano i guerrieri vichinghi, posseduti dalla furia della battaglia? ) non confido in un maggiore coinvolgimento rispetto a questo, ma si sa… La speranza è l’ultima a morire.
L'AUTRICE: Karen Marie Moning è nata nel 1964 a Cincinnati, Ohio. Ha conseguito una laurea di primo livello in Legge presso la Purdue University. Ha lavorato per dieci anni nel campo delle assicurazioni prima di licenziarsi per seguire il sogno di diventare scrittrice. L’autrice afferma che le parole l’hanno sempre affascinata, con il loro potere di creare e divertire, e che è una “drogata” di lettura fin dalla prima volta in cui la madre la portò in biblioteca: non ebbe scampo di fronte a tutti quei mondi che imploravano di essere esplorati. Quattro manoscritti e innumerevoli lavori part-time dopo, nel 1999 pubblica Beyond the Highland Mist con la casa editrice Bantam Dell. Il primo libro dell’acclamata serie “Highlader” viene nominato per due premi RITA e lancia la carriera di questa straordinaria scrittrice. I suoi romanzi, già tradotti in numerose lingue, sono apparsi nelle classifiche dei bestseller del New York Times, dell’Usa Today e del Publisher Weekly, sono stati in lizza e hanno vinto numerosi premi tra cui un RITA Award nel 2001 per Highlander’s Touch, il Romantic Times reviewers’ choice, diversi Romantica Hughie e PEARL. La serie Highlander: 1. Highlander. Amori nel tempo/Beyond the Highland Mist (1999) 2. To Tame a Highland Warrior (1999) 3. The Highlander's Touch (2000) 4. Kiss of the Highlander (2001) 5. The Dark Highlander (2002) 6. The Immortal Highlander (2004) 7. Spell of the Highlander (2005)
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