Hunted di Angela C. Ryan
| autopubblicato, 2013 | pag. 250 ca | € 2,99 | star heros chronicles #1 |- goodreads - anobi -
Abby Allen si definisce “Un’edizione limitata”, non per esemplare bellezza, ma per una serie di qualità che la rendono un tipo curioso e un po’ fuori dal comune. Diciotto anni, logorroica e con la sorprendente capacità di creare situazioni imbarazzanti, Abby ha una fissa per Superman e spera di incontrare un ragazzo che, pur senza superpoteri, gli assomigli almeno un po’, per integrità ed eroismo. Il destino sembra accontentarla e quando incontra Kevan, la sua vita prende improvvisamente una strana piega, dando inizio a una girandola di eventi che un passo alla volta, riveleranno il segreto che è sepolto nel suo passato. In una realtà dove nessuno è ciò che sembra, si sta compiendo una guerra aliena in cui si muovono personaggi intriganti e complessi. Le loro storie si intrecceranno irrimediabilmente le une alle altre, costringendo Abby a subire agghiaccianti rivelazioni su se stessa. Saranno Kevan e un gruppo di ragazzi dotati di poteri straordinari ad accompagnarla in questa avventura, e mentre scende a compromessi con il suo nuovo io, sarà l’amore che prova per Kevan a tenerla saldamente ancorata alla realtà. E allo stesso tempo, la costringerà a prendere decisioni che la allontaneranno sempre di più dal suo supereroe.Voto:
Nel panorama letterario italiano ormai ci sono più scrittori che lettori e l'autopubblicazione sembra l'unica strada da intraprendere per vedere il proprio sogno concretizzarsi. Il mio pensiero in merito è un po' sempre lo stesso: c'è tanta roba che vale poco e c'è anche poca autocritica da parte di molti autori. Saper scrivere non vuol dire saper raccontare un storia e di conseguenza avere le capacità per dar vita a un libro. Ma non voglio addentrarmi adesso in questo territorio e farmi ulteriori nemici (sì, ne ho già!), però ammetto che certi fenomeni mi sono del tutto ignoti, soprattutto se coinvolgono le Case Editrici.
Ricordate quando ho letto i romanzi di Nina Pennacchi (per gli smemorati qui e qui)? Ecco, per me è assolutamente inconcepibile che un'autrice come lei non abbia il suo meritatissimo angolino su uno scaffale delle librerie, mentre altre (senza fare nomi) sì. E in parte posso dire lo stesso di Angela C. Ryan che con il suo Hunted la vedrei benissimo nella collana Chrysalide della Mondadori o Freeway della Piemme, e perché non ci sia va contro la natura del marketing, dal momento che posso affermare senza ombra di dubbio che il suo romanzo è oggettivamente meglio scritto e meglio narrato di tanti altri.
Detto questo entriamo nel vivo di Hunted.
Appena l'ho iniziato mi ha fulminata nel senso letterale del termine, perché Abby, la protagonista, riusciva a mandarmi completamente in tilt. Questa diciottenne affetta da un'incontenibile diarrea verbale (parole sue, io non mi sarei permessa :), sempre pronta a violentare il suo amor proprio (altre parole sue) e a ridere delle continue cretinate che spara, era decisamente "troppo" per me. Dovevo prenderla a piccole dosi. Non mi era mai successa una cosa del genere, nemmeno leggendo le disavventure di Gwen nella trilogia delle Gemme, (x, x, x) perché sostanzialmente il genere di protagonista è proprio quello - ingenua, sempliciotta, autoironica - solo elevato all'ennesima potenza. Abby non ha freni, nel suo cervello c'è un'esplosione atomica al minuto, Hiroshima e Nagasaki si incontrano ogni volta che apre bocca, e diciamocelo... il profilo psicologico che prende forma è quello di una povera psicolabile. A volte mi faceva quasi pena, sembrava brevettata per cacciarsi nelle situazioni più assurde e imbarazzanti possibili, e dopo una cinquantina di pagine la domanda mi è sorta inevitabile: "possibile che sia realmente così?" Fortunatamente no
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