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Recensione, HUNTED di Angela C. Ryan

Creato il 23 marzo 2014 da Leggiamo
Nella recensione che trovate qui sotto ho già fatto una lunga premessa, quindi non mi perdo in ulteriori chiacchiere, dico solo che Angela si è conquistata tutta la mia stima e sono davvero felicissima di aggiungermi alla lunga schiera delle sue fans!
Hunted di Angela C. Ryan
| autopubblicato, 2013 | pag. 250 ca | € 2,99 | star heros chronicles #1 |- goodreads - anobi -
Recensione, HUNTED di Angela C. RyanAbby Allen si definisce “Un’edizione limitata”, non per esemplare bellezza, ma per una serie di qualità che la rendono un tipo curioso e un po’ fuori dal comune. Diciotto anni, logorroica e con la sorprendente capacità di creare situazioni imbarazzanti, Abby ha una fissa per Superman e spera di incontrare un ragazzo che, pur senza superpoteri, gli assomigli almeno un po’, per integrità ed eroismo. Il destino sembra accontentarla e quando incontra Kevan, la sua vita prende improvvisamente una strana piega, dando inizio a una girandola di eventi che un passo alla volta, riveleranno il segreto che è sepolto nel suo passato. In una realtà dove nessuno è ciò che sembra, si sta compiendo una guerra aliena in cui si muovono personaggi intriganti e complessi. Le loro storie si intrecceranno irrimediabilmente le une alle altre, costringendo Abby a subire agghiaccianti rivelazioni su se stessa. Saranno Kevan e un gruppo di ragazzi dotati di poteri straordinari ad accompagnarla in questa avventura, e mentre scende a compromessi con il suo nuovo io, sarà l’amore che prova per Kevan a tenerla saldamente ancorata alla realtà. E allo stesso tempo, la costringerà a prendere decisioni che la allontaneranno sempre di più dal suo supereroe.
Voto: Recensione, HUNTED di Angela C. RyanRecensione, HUNTED di Angela C. RyanRecensione, HUNTED di Angela C. RyanRecensione, HUNTED di Angela C. RyanRecensione, HUNTED di Angela C. Ryan
Nel panorama letterario italiano ormai ci sono più scrittori che lettori e l'autopubblicazione sembra l'unica strada da intraprendere per vedere il proprio sogno concretizzarsi. Il mio pensiero in merito è un po' sempre lo stesso: c'è tanta roba che vale poco e c'è anche poca autocritica da parte di molti autori. Saper scrivere non vuol dire saper raccontare un storia e di conseguenza avere le capacità per dar vita a un libro. Ma non voglio addentrarmi adesso in questo territorio e farmi ulteriori nemici (sì, ne ho già!), però ammetto che certi fenomeni mi sono del tutto ignoti, soprattutto se coinvolgono le Case Editrici.
Ricordate quando ho letto i romanzi di Nina Pennacchi (per gli smemorati qui e qui)? Ecco, per me è assolutamente inconcepibile che un'autrice come lei non abbia il suo meritatissimo angolino su uno scaffale delle librerie, mentre altre (senza fare nomi) sì. E in parte posso dire lo stesso di Angela C. Ryan che con il suo Hunted la vedrei benissimo nella collana Chrysalide della Mondadori o Freeway della Piemme, e perché non ci sia va contro la natura del marketing, dal momento che posso affermare senza ombra di dubbio che il suo romanzo è oggettivamente meglio scritto e meglio narrato di tanti altri.
Detto questo entriamo nel vivo di Hunted.
Appena l'ho iniziato mi ha fulminata nel senso letterale del termine, perché Abby, la protagonista, riusciva a mandarmi completamente in tilt. Questa diciottenne affetta da un'incontenibile diarrea verbale (parole sue, io non mi sarei permessa Recensione, HUNTED di Angela C. Ryan:), sempre pronta a violentare il suo amor proprio (altre parole sue) e a ridere delle continue cretinate che spara, era decisamente "troppo" per me. Dovevo prenderla a piccole dosi. Non mi era mai successa una cosa del genere, nemmeno leggendo le disavventure di Gwen nella trilogia delle Gemme, (x, x, x) perché sostanzialmente il genere di protagonista è proprio quello - ingenua, sempliciotta, autoironica - solo elevato all'ennesima potenza. Abby non ha freni, nel suo cervello c'è un'esplosione atomica al minuto, Hiroshima e Nagasaki si incontrano ogni volta che apre bocca, e diciamocelo... il profilo psicologico che prende forma è quello di una povera psicolabile. A volte mi faceva quasi pena, sembrava brevettata per cacciarsi nelle situazioni più assurde e imbarazzanti possibili, e dopo una cinquantina di pagine la domanda mi è sorta inevitabile: "possibile che sia realmente così?" Fortunatamente no e scema io che ne ho dubitato. Non che Abby non sia un tipo particolare, ma questi suoi eccessi comportamentali, i continui sbalzi d'umore, il suo essere un misto tra un individio border line e uno affetto da bipolarismo, troveranno una spiegazione logica. Oddio, non proprio logica, ma logica nel contesto di un romanzo che mischia il paranormale con la fantascienza. Diciamo logica in modo spaziale!
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