Un Club di lettura improvvisato diventa terapia di gruppo e non stupisce affatto l’esito positivo della cura se l’ingrediente principale è Jane Austen. Il suo talento innato per lo studio dei caratteri, l’attenzione e la comprensione dell’animo umano, uniti alla sua “universalmente riconosciuta” ironia, costituiscono la ricetta essenziale per il cambiamento.
Autore: Karen Joy Fowler Titolo: Jane Austen Book Club Editore: BEAT Pagine: 304, brossura Pubblicazione: 2012 Prezzo: € 9,00 ISBN: 978-88-655-9102-4 Sinossi Jocelyn ha passato i cinquanta, ma non smette di partorire un’idea bizzarra dietro l’altra. Sylvia, la sua migliore amica – si conoscono da quando avevano entrambe undici anni – le ha appena confessato che, dopo trentadue anni di matrimonio, suo marito le ha chiesto il divorzio. Trentadue anni di gioie e soddisfazioni svaniti improvvisamente nel nulla, ha detto singhiozzando. E Jocelyn che cosa ha fatto? Ha avuto la stramba idea di fondare un club del libro, il Jane Austen Book Club, poiché, ha detto citando Kipling, «non c’è niente di meglio di Jane quando sei nei pasticci». Jane Austen Book Club è un romanzo irresistibile in cui quattro donne e un uomo, intrattenendosi sul «significato del matrimonio, dello status sociale e dell’amore in Jane Austen» (Publishers Weekly), svelano gli orgogli e i pregiudizi del nostro mondo.
Recensione Jocelyn ed Emma, Allegra e Ragione e Sentimento, Prudie e Mansfield Park, Grigg e L’Abbazia di Northanger, Bernadette e Orgoglio e Pregiudizio, Sylvia e Persuasione.
Immagine tratta da The Jane Austen Book Club,
la trasposizione cinematografica di Robin Swicord del 2007
Non può stupire il fatto che i libri conservino talvolta il potere di cambiare le persone o, perlomeno, il loro punto di vista sul mondo, ma i sei romanzi austeniani riescono laddove altri falliscono: solo apparentemente innocui, si dimostrano illuminanti ad una lettura più attenta, soprattutto quando si ha un quesito in mente che ci riguarda da vicino o si è ciechi di fronte alla semplicità delle cose.
Nei romanzi della Austen pare che niente si muova realmente, eppure, quasi ogni personaggio ed ogni situazione finiscono per evolvere in qualcos’altro: è il cambiamento, il “moto a luogo” della trama, generato da un processo intellettivo spesso trascurato, ossia, la comprensione. Premessa dovuta per evidenziare quale sia lo spirito che percorre lo spin-off della Fowler ed a suggerirne un approccio alla lettura scongiurando il disorientamento dovuto ad una trama episodica e forse troppo scollegata tra presente e memoria (difetto aggirato lucidamente dall’omonima versione cinematograficaIl Club di Jane Austen - regia di Robin Swicord, anno 2007 - che ha l’ulteriore merito di rendere fluidità espositiva all’intera storia).
Il capitolo introduttivo presenta i profili appena delineati dei sei protagonisti, mentre il “tuttotondo” emerge a poco a poco nei “mesi di lettura” successivi, in un gioco di specchi dove ai personaggi della Fowler fanno specchio quelli della Austen per caratteri e storie simili, come binomi scelti ad hoc quali chiave di riflessione e conseguente auto-comprensione.
Maria Bello - Jocelyn
Jocelyn si ritrova in Emma: il suo carattere forte e indipendente la illude di sapere quale sia la miglior medicina per i problemi delle persone che la circondano, il suo altruismo è genuino, ma la sua lettura della realtà ingenuamente superficiale, tanto da renderla cieca persino davanti ai propri bisogni e desideri.
Maggie Grace - Allegra
Allegra è la figlia di Sylvia, con la quale condivide le conseguenze causate dalla recente separazione dal padre. Allegra è la Marianne di Ragione e Sentimento: passionale e fragile, estrema nel pensiero e nell’azione, è un veliero magnifico ma in balìa di una perenne tempesta, incapace di trovare un porto in cui riposare.
Emily Blunt - Prudie
Prudie è la compostezza fatta persona, un’insegnante abituata a mantenere il controllo e, quando qualcosa sfugge, a farsela scivolare addosso pur di ritrovare quella calma apparente cui si aggrappa ogni giorno. Prudie è la Fanny Price di Mansfield Park, concentrata su come sia più prudente agire, a dominare le emozioni per mantenere una dignità esteriore eccessivamente vicina al prendersi troppo sul serio, spesso scambiata per snobismo.
Hugh Dancy - Grigg
Poi c’è Grigg, voce fuori dal coro, parere maschile e approccio ingenuo alla lettura di Jane Austen: un ottimo espediente che introduce domande scomode destinate a rivelarsi - come spesso accade - determinanti per il gruppo. Egli incarna il punto di vista esterno (non ha mai letto Jane Austen!), l’elemento destabilizzante che si fa spazio nella trama come un personaggio secondario austeniano e - come tale - finisce per divenire l’origine del processo di comprensione; la Fowler ha inventato un personaggio che ha in comune con Catherine Morland (L’Abbazia di Northanger) soltanto la predisposizione ad apprezzare libri che oltrepassano i confini della realtà, eppure, Grigg rappresenta anche l’apertura del gruppo all’esterno, un imprevisto spunto di riflessione e sottovalutata saggezza.
Kathy Baker - Bernadette
Bernadette, la più adulta del gruppo, è un’Elizabeth Bennet (Orgoglio e Pregiudizio) ormai conscia dei propri difetti poiché l’evoluzione austeniana in lei è già avvenuta da tempo, e dunque, il ruolo che le affida la Fowler ha il vantaggio della saggezza figlia dell’esperienza di vita, insomma, uno spirito guida forte del proprio talento d’indagatrice di caratteri; Bernadette affronta i drammi degli altri personaggi con attenta diplomazia ed il potere curativo dell’ironia.
Amy Brenneman e Jimmy Smits
Sylvia ed il marito Daniel
Un giro di vite che si riassume in un buon racconto corale e, nonostante l’abilità nel dare forma ai personaggi dell’autrice sia lungi dal talento della scrittrice inglese, la Fowler regala al pubblico un utile manuale di auto-risposta a patto che si cerchi la soluzione tra le pagine dei romanzi austeniani, senza prenderli troppo alla lettera, ma invocando il motto ormai noto ai Janeites «What Would Jane Austen Do?»
Collage d'immagini tratto da The Jane Austen Book Club,
la trasposizione cinematografica di Robin Swicord del 2007