Magazine Cultura

[Recensione] Il contratto di Marco Vichi

Creato il 13 gennaio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Il contrattoTitolo: Il contratto
Autore: Marco Vichi
Editore: Guanda
Collana: Microcosmi
Anno: 2012
ISBN Libro: 9788860881120
Num. Pagine: 95
Prezzo libro: 7,90 €
Prezzo eBook: 5,99 €
Voto:[Recensione] Il contratto di Marco Vichi

Nota: Articolo scritto in collaborazione con Federica Dotto

TramaCosa si è disposti a fare pur di conquistare la fama e il successo? Qual è il confine oltre il quale si perde, insieme alla dignità, anche se stessi? Un aspirante scrittore si troverà inaspettatamente di fronte a un bivio di faustiana memoria.

Il signor Ronzini, scrittore dilettante, firma un contratto con un certo Stefano Mephi (un nome che è tutto un programma) in cui si impegna a comporre un poema in endecasillabi: La vera Commedia, da anteporre alla Divina di Dante. In cambio avrà fama, denaro e belle donne. Nell’arduo compito è assistito da una bellissima segretaria che si insedia (e lo insidia) nel suo appartamento scombinandogli regole, orari, vita.

Recensione: Chi legge sta sull’attenti, sa che il diavolo è ingannevole e che il suo gioco preferito è parodiare il divino. Ciò che è divino è remoto, inafferrabile, a esso si oppone il reale, qualcosa di concreto, di “vero”. La verità del divino annega nella verità della superficie, ciò che appare vince la dimensione più profonda e intima. Cascarci è facile: gli istinti più bassi, i desideri più sordidi mandano avanti il mondo, e per giunta spingono Ronzini a scrivere l’opera; trattasi di un turbine demoniaco e creativo nella sua forza disgregante anche se pulsante, viva e selvatica. Sono proprio questi istinti e desideri a vellicare il genio dello scrittore. Insomma: la Commedia appare vera non tanto per dire; infatti afferma una sua verità. In questo modo Mephi(stophele) confonde doppiamente le acque. Chi vi cade si trova in un labirinto di specchi deformi e deformanti.

Ebbene sì: Ronzini scrive l’opera commissionata, schiavo dei suoi demoni, per esempio la splendida segretaria che lo soggioga con la sua vitale sensualità e studiata ritrosia.

Ronzini è solo su un lato del tutto, dentro una tenebra che prende a prestito una luce non sua, la quale lascia in ombra il resto. Un resto che ha sostanza e peso seppur assume la consistenza del vuoto, dell’indesiderabile.

Il finale può apparire tanto sconcertante quanto indovinato e consolatorio. In questo novello Faust è il caso a tessere la tela, la decisione personale è un elemento fra tanti, non il preponderante. Tanto basta per porci, alla fine, due domande oziose: siamo già perduti prima ancora di cadere? Siamo già salvi prima ancora di convertirci o credere in qualcosa?

Davide e Federica Dotto


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :