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Recensione "Il Paradiso delle Donne Perdute" di Jean-Pierre Perrin

Creato il 02 febbraio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione "Il Paradiso delle Donne Perdute" di Jean-Pierre Perrin

Pubblicato da Germana Maciocci

Cari lettori,
alla vostra attenzione oggi un thriller della Leone Editore piuttosto insolito, che, sebbene all'inizio possa sembrare un tipico romanzo poliziesco/ antapolitico, che descrive lo scontro tra mentalità cosiddetta occidentale e logica mediorentale, rivela poi, insieme al suo protagonista Morvan, a mano a mano che si procede nella lettura, una sensibilità narrativa piuttosto singolare e articolata, un'attenzione per i particolari che rende i suoi personaggi difficili da dimenticare, dotati come sono di una coerenza del tutto umana e disarmante, che fa riflettere su dilemmi palesemente impossibili da risolvere del tutto razionalmente. Vi presento Il Paradiso delle Donne Perdute di Jean-Pierre Perrin, giornalista, saggista e romanziere coinvolgente. Enjoy! 
Titolo: Il Paradiso delle Donne Perdute
Autore: Jean-Pierre Perrin Editore: Leone Editore
Uscita: 2011 Pagine: 304 Prezzo: 16,00 Euro  TramaMorvan è un ex poliziotto dell’antiterrorismo francese ritiratosi in uno degli emirati del Golfo Persico come guardaspalle di un principe ereditario.
La sua vita monotona viene cambiata radicalmente da un incarico improvviso. Una giovane donna a caccia della sua sorellina di sedici anni, svanita nel nulla, senza lasciare tracce, e desiderosa di seguire le orme dell’attrice Jehan. La stessa star del mondo arabo s’interesserà alla vicenda, così come i servizi segreti britannici, e Morvan scoprirà che in questo gioco hanno tutti qualcosa da nascondere. Cosa si cela dietro l’apparente rispettabilità della clinica Le paradis des perdantes? Quale indicibile segreto si porta appresso Jehan? Chi congiura contro il Palazzo? Un romanzo quanto mai attuale, che dietro le fosche tinte del noir svela profeticamente gli intrighi di potere che oggi scuotono il mondo musulmano e l’intero pianeta.


RECENSIONE
Golfo Persico. Il taouz soffia incessante. Questo vento invernale che, senza sosta, alza la sabbia per ore e ore, limitando la visibilità anche a breve distanza, sembra permeare ogni cosa, anche i pensieri dell'ex poliziotto francese Morvan, mentre questi si reca all‘appuntamento con la misteriosa Eschrat. Coperta dalla testa ai piedi dal lungo mantello indossato dalle donne del Golfo, la ragazza chiede con coraggiosa umiltà che venga fatta luce sulla misteriosa scomparsa della sorella, poco più che adolescente: Yasmina. Il ruolo di Moran, che presta servizio per il Criminal Investigation Department, ufficialmente per addestrare le guardie del futuro emiro Mahmoud, viene considerato da Eschrat uno straniero super partes che può, grazie al suo ruolo e ai suoi contatti fare ricerche approfondite e ritrovare Yasmina.
Moran accetta di aiutare la ragazza, e all’inizio prende veramente a cuore il caso. Non può credere che una ragazzina possa scomparire così facilmente in un ambiente estremamente controllato, politicamente e moralmente, senza lasciare traccia. Il suo pensiero, rivolto specialmente alla figlia in Francia, sembra guidarlo verso le prime tracce di Yasmina, nonostante i motivi della sua fuga non siano affatto chiari. Appartiene a una famiglia di larghe vedute, almeno secondo i canoni del suo Paese, Yasmina ha studiato all'estero e, a detta della sorella, non è fuggita per inseguire un sogno d'amore impossibile. Uno degli indizi, l’attaccamento di Yasmina alla famosa attrice Jehan, donna piena di fascino e di segreti. La giovane potrebbe essere scappata di casa per seguire le sue tracce...
Accompagnato dall’amante/amica Sounanïma, ragazza del luogo che, come Matthews sa che il viaggio intrapreso da Moran sarà completamente diverso da quello che il poliziotto immagina, il protagonista si rende presto conto di aver a che fare con una realtà parallela, una sorta di Twilight Zone, dove la logica dell’Emirato e, purtroppo e soprattutto, dell’estremismo islamico portato all’eccesso la fa da padrone. La scoperta del cadavere di Yasmina sulla spiaggia, con addosso una camicia da notte che viene identificata come utilizzata di solito dalle donne ospiti di case di cure locali, trascina Moran in una spirale di amara disperazione, soprattutto nei confronti di se stesso – ha l’impressione, anzi è certo di non essersi impegnato a sufficienza nella ricerca della ragazza, di non aver fatto quanto avrebbe potuto per evitare il dramma. Risolvere il mistero della morte della ragazza diventa per lui una questione di principio, portandolo a ingaggiare una lotta impari contro un sistema impossibile da sconfiggere, e a scoprire l’orrenda verità che si nasconde dietro alla scomparsa nel Golfo di molte, troppe ragazze come Yasmina, e all’estrema riservatezza dell’affascinante attrice Jehan
Argomenti quindi scomodi, scioccanti per ogni cultura, almeno in teoria, romanzati ma ispirati a fatti reali – la violenza sulle donne degli Emirati, violazione sia fisica sia psicologica, anche sugli uomini, che vengono descritti come condizionati fin dalla nascita da regimi che impongono una supremazia religiosa/razziale assolutamente intollerante; un crimine contro l’umanità stessa, regole che annullano la volontà dell’individuo e della collettività fin alle sue radici. Uno stile di vita così lontano da quello occidentale da essere inconcepibile, impossibile, crudele, tenuto in un territorio così geograficamente, drammaticamente vicino, un dramma soggettivo e umano insieme. 
Di questo e di molto altro tratta il romanzo di Perrin, che, con una fiction in stile giornalistico tutt’altro che noir dipinge la sua Mille e una Notte senza lieto fine, accompagnando il lettore attraverso una storia da incubo con sensibilità e compassione, senza mai scivolare in luoghi comuni o banalità melense, dalla quale il suo eroe Moran, nella contraddittorietà che caratterizza ognuno nel mondo reale, riesce ancora a trovare o ritrovare uno dei tanti sensi perduti della vita. Raccomando questo romanzo a chi non giudica i libri dalla copertina, come dicono gli anglosassoni, e a coloro che, per fare un esempio vicino a noi italiani, amano i giornalisti à la Tiziano Terzani. L'AUTORE: Jean-Pierre Perrin è reporter del quotidiano francese Libération nel Golfo Persico e sempre lì ha diretto un’agenzia di stampa internazionale. Ha scritto diversi saggi su Irak, Iran e Afghanistan, vincendo il Grand Prix 2003 des Lectrices de Elle. Il paradiso delle donne perduteè il suo romanzo di maggior successo

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