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Recensione: "il rpimo giorno"

Da Blake16 @Blake_165
"Il Primo Giorno" di Rhiannon Frater:
Mentre è in fuga da un’orda di famelici Non Morti per salvarsi lapelle, Katie si imbatte nella drammatica ritirata di Jenni dall’attacco deisuoi familiari, intenti a volerle strappare ogni arto del corpo.
Unite per necessità, nelle oscurità di un mondo sull’orlo dell’abisso,le ragazze si rifugianotra le colline del Texas dove scoprono un gruppo di sopravvissutiisolati in una roccaforte di fortuna. Nel fortilizio i superstiti lottano perla sopravvivenza, sfidando giorno dopo giorno le probabilità di spuntarlasull’orda di zombie.Katie e Jenni sanno che la realtà non sarà mai più la stessa; ciònonostante la vita continua. Nuove amicizie, nuovi amori e nuove famigliecrescono dalle ceneri dell’orrore e della tragedia. La gente guarisce. Esopravvive.
Cosa penso:
È da un po’ di tempo a questa parte che i cari e vecchi vampiri sono stati surclassati da dei concorrenti sempre meno attraenti… che siamo i lupi mannari, fantasmi… o zombie.
In uno scenario letterario che vede come protagonisti indiscussi dell’Urban Fantasy i vampiri, non è facile far decollare una storia dove i protagonisti non sono così fascinosi e dove spesso perdono membra e viscere per strada nelle loro andature claudicanti nell’attesa di chiudere le loro fauci in succulente libbre di carne umana possibilmente viva e vegeta.
Ma ultimamente i racconti sugli zombie stanno iniziando a spopolare, che siano dei poveri esseri senzienti emarginati dalla società in quanto etichettati come “diversi” o che siano il classico mostro hollywoodiano da cui bisogna scappare a gambe levate appena se ne sente solo la puzza.
Ed è a quest’ultima categoria che si colloca Il Primo Giorno, romanzo che apre la fortunatissima trilogia di Rhiannon Frater, “L’era del mondo morto”.
Sin dall’inizio… sin dalle primissime frasi, sono rimasta colpita dalla bravura dell’autrice.
In quelle frasi è condensato tutto il dolore e l’orrore di una madre che prende coscienza che il mondo così come lo conosceva solo poche ore prima non esiste più… che se pur consapevole di dover reagire, voltarsi e iniziare a correre, è paralizzata dal terrore e dal senso di colpa di dover abbandonare quelli che fino a pochi istanti prima sono stati i suoi figli… ma le leggi della natura sono state sovvertite… il mondo è impazzito… il mondo è morto.
Sarà l’arrivo “provvidenziale” di una bellissima sconosciuta su un furgoncino scassato, a salvare la vita di Jenni da una morte orrenda per mano dei suoi familiari… o quel che ne è rimasto di loro.
Così inizia l’avventura di due donne, Jenni e Katie, in compagnia di Jack un cucciolo di pastore tedesco, in fuga nelle aride terre texane da un’orda di zombie che sin dalle prime luci del mattino ha raso al suolo intere città.
Tra le due donne si instaurerà una profonda amicizia… con il loro fardello, con un passato dolce e amaro alle spalle, scappano verso un futuro ormai incerto.
Obbligo: NON FERMARSI.
E cosi Katie diventerà la roccia su cui si aggrapperà l’insicura Jenni, vedendo in lei una figura forte e autorevole che riuscirà a portare entrambe verso la salvezza.
Non starò qui a narrarvi la storia, il mio consiglio è quello di leggere il libro e scoprire da voi il susseguirsi degli eventi e vi garantisco che ne varrà la pena.
Ma voglio parlarvi di quello che mi ha trasmesso questo libro…
Quello che più mi ha colpito de Il Primo Giorno è che il libro è un inno alla vita…
Già, sembra strano vero?
O vi sembrerò io uscita definitivamente fuori di testa…
Un libro che parla di zombie, come cavolo può essere un inno alla vita?
Nonostante il mondo stia andando allo sfracello… nonostante il mondo di una volta non esiste più, quei pochi uomini (inteso come genere umano) rimasti in vita e illesi hanno deciso di VIVERE e non sopravvivere.
Anche se le prospettive di una vita tutte rose e fiori sono pari a zero, non ha più nessuna importanza guardasi alle spalle e piangere un passato idilliaco… forse non ha nessuna importanza guardare a un possibile futuro… ormai non c’è più niente di certo.
Ma perché non vivere la giornata così come si presenta: se nella spensieratezza o nel terrore di essere sbranati vivi da quelli che una volta erano i tuoi vicini di casa… ma l’importante è gioire delle piccole vittorie, guardare agli sbagli come un possibile insegnamento e andare comunque avanti fino ad attendere il domani.
Come si dice… perché non vivere alla giornata?
“Dopotutto, domani è un altro giorno”
Inoltre è un libro che parla di amicizia, pura e incondizionata… un’amicizia che nasce nelle condizioni più nefaste e pianta le sue radici in un mondo in bilico ma che è destinata a durare per sempre…
Ed è un libro che ci fa capire che in un mondo di morte e distruzione c’è sempre spazio per l’amore... ci incoraggia a non avere paura di innamorarsi di nuovo… aprire nuovamente il nostro cuore e ridargli la capacità di gioire e amare…
Ora, cari amici, questo è o non è un inno alla vita.
Insieme alle due protagoniste ho vissuto momenti di vera angoscia…
Insieme alle due protagoniste ho vissuto momenti tristissimi…
Insieme alle due protagoniste ho vissuto momenti divertenti…
Insieme a loro, ho gioito e pianto.
Un libro che vale la pena leggere…
CONSIGLIATO!!!
L'ho letto il... 26 Novembre 2011
GIUDIZIO:

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