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Recensione in anteprima: L'importanza di chiamarsi Cristian Grey di Chiara Parenti

Creato il 17 febbraio 2015 da Anncleire @anncleire

Recensione in anteprima: L'importanza di chiamarsi Cristian Grey di Chiara Parenti

“Non voglio vivere per sempre, intendiamoci. Ho già difficoltà adesso a riempire qualche buco – temporale, intendo ‒, ma non mi va proprio di morire per aver bevuto da una tazzina sporca. Perciò, quando prendo il caffè al bar, adotto una tecnica tutta particolare. Secondo alcuni studi, circa il dieci per cento della popolazione è mancina e impugna la tazzina di caffè con la sinistra. Questo significa che il restante novanta per cento prende il caffè appoggiando la bocca sul lato della tazzina che si offre alle labbra impugnandola con la mano destra. È evidente, quindi, che se si impugna la tazzina con la sinistra si riducono del novanta per cento le probabilità di contrarre malattie. E non è poco.”

 

“L’importanza di chiamarsi Cristian Grei” è la nuova fatica letteraria di Chiara Parenti, una delle poche autrici italiane che riesce a strapparmi sane risate. In un panorama letterario pieno di bellimbusti chiassosi e sfavillanti, la Parenti propone una storia fresca, romantica, divertente, il cui protagonista è l’antieroe per eccellenza, salvo poi rivelarsi un adorabile idiota. Ho adorato tantissimo questa storia, che esce oggi 17 febbraio, e sono molto grata a Chiara per avermi concesso l’opportunità di leggerla in anteprima. Perché davvero questo è il suo libro più bello.

 

Cristian Grei ha trentadue anni e una sola, acerrima nemica: E. L. James, che con le sue 50 Sfumature gli ha rovinato la vita. Tutte le donne, infatti, appena sentono il suo nome, vedono in lui un dominatore in 3D e l’incarnazione delle più proibite fantasie erotiche. Ma se vivi a Prato, fai il becchino nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia e sei ipocondriaco, avere il nome “uguale” a quello del più grande amatore di tutti i tempi, che si sposta in elicottero ed è a capo di un’azienda leader mondiale, può creare una costante e fastidiosissima ansia da prestazione.

Solo Antonella, l’amica di sempre, è in grado di divertirsi giocando con lui e tenere a bada le sue mille ansie, ma soprattutto è disposta ad amarlo per quello che è realmente. Cristian Grei riuscirà finalmente a capire che è lei la donna giusta? E soprattutto sarà “pronto a riceverla”?

Dall’autrice di Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito) e Con un poco di zucchero una nuova e divertente commedia che vi ossessionerà e legherà fino all’ultima pagina.

 

Credo che l’idea vincente della Parenti di giocare con il personaggio letterario più discusso del momento sia stata geniale, non tanto per la parodia, quanto per il modo in cui l’ha sviluppata. Un po’ commedia degli equivoci, un po’ romance, il libro è breve ma intenso e lascia con la sensazione dolcissima che tutto sia finito come doveva. Certo, non mancano i cliché ma la Parenti riesce a gestirli al meglio, incastrandoli in una storia molto interessante. Credo di essere un po’ di parte, non perché conosco la Parenti, ma perché usa proprio il tipo di umorismo che io adoro, che mi strappa sempre una risata. Senza volgarità, con incidenti banali ma sempre d’effetto e una scrittura rapida e lineare, che si gioca su fraintendimenti e situazioni eccezionali.

Cristian e Antonella, raccontano la storia in prima persona, alternandosi nei punti nevralgici del racconto. Due migliori amici, che di certo non sono indifferenti l’uno all’altro. Cristian Grei è un uomo bloccato in un lavoro che non lo stimola, quello del becchino, ipocondriaco, con la fissa per la medicina e i video giochi per qualsiasi supporto, tant’è che li progetta pure. Ma è perseguitato dal nome che richiama quello del dominatore più famoso del momento, nel bene e nel male. Cris è il classico bravo ragazzo, quello che ti sostiene in ogni momento della tua vita, che si batte per te, che ti conforta e ti porta il brodino quando hai la febbre. Un amico prezioso, un uomo affascinante e divertente, che non si lascia blandire dalle lusinghe del gentil sesso, ma anzi ne risulta spaventato. Infatti nei momenti clou, Mr. Grei non collabora. Questo lo lascia in una situazione di disagio e terrore che aggrava le sue ansie e lo spinge a rifugiarsi in schemi che conosce, in schemi già prestabiliti.

Antonella, che Cris chiama affettuosamente Little Tony o “zainetto”, vista la sua bassa statura, è un medico, figlia di un noto Chirurgo, con un’idea precisa in testa: è innamorata di Cristian, ma lui non la guarda proprio. Anzi… la guarda ma non la considera nulla più di un’amica. Antonella si strugge, incapace di trovare una via di scampo. Una donna di successo, che si nasconde dietro la maschera dell’amica pur di non perdere l’uomo di cui è innamorata. Ma anche pronta a prendere una decisione difficile pur di ritrovare la sua serenità. Siamo tutti un po’ egoisti, e proteggersi dal dolore è la prima forma di egoismo.

I comprimari sono diversi e tutti meravigliosi, a partire da Laura, con un vistoso neo vicino al labbro, protagonista di diversi esilaranti momenti, il fratello di Cristian, Cesare, il barista ex fidanzato di Antonella, Bo la bellissima cinese che sembra minacciare il cuore di Cristian e come dimenticare la stanza dei giochi di Cristian?

L’ambientazione è ancora una volta toscana, con questa Prato invasa dai cinesi tanto odiati dal papà di Cristian, splendida nella sua assenza, solo vagamente accennata. Gli interni la fanno da protagonista, soprattutto il bar di Cesare e l’ospedale… che cosa vi aspettavate da un ipocondriaco come Cris?

Il particolare da non dimenticare? Una busta ingiallita.


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