La Sirenetta di Hans Christian Andersen
| Feltrinelli, 2014 | € 0,99 |
“La sirenetta bevve la bollente acre pozione, e fu come se una spada a doppio filo le attraversasse il corpo sottile, svenne e rimase lì come morta. Quando il sole ormai splendeva sul mare si destò e sentì un dolore pungente, ma proprio davanti a sé vide lo splendido giovane principe che la sovrastava, tenendo fissi su di lei gli occhi neri come il carbone; lei abbassò i suoi e si accorse che la sua coda di pesce era scomparsa e che aveva le più graziose, piccole gambe bianche che una fanciullina potesse avere.”Una delle più celebri fiabe di tutti i tempi, tradotta nella sua interezza struggente.
Ho letto La Sirenetta una domenica mattina... così, tanto per farmi del male. Lo sapete tutti, come finisce la favola di Andersen, vero? Insomma, niente a che vedere con la versione Disney dove tutti vivono strasupermegahappy... quindi se non volete che vi rovini questo ideale di felicità non continuate a leggere.
Ah, dimenticavo! Sempre per restare in tema "ma sì, facciamoci del male che tanto non abbiamo niente di meglio da fare", nel pomeriggio mi sono vista pure il film, anzi il cartone, ma quello del 1975, una versione giapponese fedelissima all'originale.
Conclusione? Mi chiedo perché queste storie vengano stravolte... insomma, se ne potrebbero inventare di nuove, magari sempre con giovani Sirene per protagoniste, fanciulle acquatiche che vogliono andarsene dal mare e scorrazzare sulla Terra dove incontreranno la loro dolce metà, la sposeranno, avranno tanti figli, invecchieranno insieme, e bla bla... La sorte che tocca alla protagonista di Andersen però è un'altra. Lei muore. E muore per amore. Ha la possibilità di vivere annullando l'incantesimo della Strega e non lo fa, perché farlo significherebbe uccidere il suo Principe. E avrebbe tutti i motivi per eliminarlo. Lei gli salva la vita nel naufragio e lui non la riconosce. Lei cerca in tutti i modi di farlo innamorare e lui non capisce una mazza. Anzi, la scambia pure per un'altra... e si sposa con questa tizia di cui non sa un tubo, quando invece con la Sirenetta ci ha vissuto mesi interi... E così alla fine lei, con il coltello incantato in mano, va nella camera da letto del suo amore accanto alla sua sposa e non fa nulla. Li guarda e crede che siano felici, quando a unirli per la vita sarà solo una bugia, o uno strano scherzo del destino se così vogliamo chiamarlo, giusto per indorare la pillola...
Una storia amara, anche se in extremis il buon cuore della Sirenetta le permette di trasformarsi in una creatura dell'aria e non in schiuma di mare come aveva predetto la Strega. La differenza? Dovrà compiere trecento buone azioni e poi potrà andare in Paradiso... boh, come premio di consolazione non mi pare un granché... :/
SoloSua di Anna Chillon
| autopubblicato | pag. 361 | € 2,99 |
Anna Chillon racchiude in quest’antologia di racconti le tante sfaccettature del suo modo unico di raccontare l’erotismo. Lo fa attraverso rapporti di dominio e sottomissione che si insinuano nella vita di ogni giorno come un gioco stimolante nel quale perfino le perversioni possono trovare appagamento. Ciò che va in scena in queste storie non è il mero modo di fare sesso, quanto il modo di soffrire, amarsi, odiarsi, fuggire o redimersi.
In un eterogeneo susseguirsi di situazioni e personaggi, la realtà si alterna al surreale, dando spazio a creature insolite animate da desideri oscuri e lussuriosi. Nel loro petto gridano istinti che non possono essere ignorati: reprimerli è impossibile. E quando anche l’ultimo briciolo di umanità scompare, non resta altro che dare libero sfogo alle proprie brame, siano esse di violenza, di sesso o perfino di sangue.
Se ho iniziato questa antologia di racconti la colpa è tutta di Nina. Solo lei e poche altre possono farmi prendere in mano un erotico, ma vi dirò... non è male. Anche se - limite mio, lo dico sempre - non saprei darci un voto, pur riconoscendoci tante cose. Cose buone sia chiaro, come il coraggio di un'autrice che non nasconde il sesso dietro all'amore. A volte tra i protagonisti c'è un sentimento, altre volte si intuisce che il puro desiderio si trasformerà in qualcosa di più profondo, ma ci sono anche quelle volte in cui il sesso è solo istinto e fame. Sicuramente è la cosa che ho apprezzato di più. Ogni volta che ho letto un romanzo erotico mi veniva l'orticaria in certe scene... tipo quando lei fa cose turche solo perché lo ama e non perché quelle cose le piacciono... bella mia, aripigliati!!!
Non ho ancora letto tutti i racconti, sono ventuno, ma ogni tanto mi tengono compagnia, soprattutto la sera quando la stanchezza ha il sopravvento e tra queste pagine riesco a non cedere immediatamente al sonno. Chissà perché...
Più che raccontare una storia Anna fotografa un momento, riesce a immortalare il possesso, la violenza, la sottomissione, l'irrazionalità di un comportamento... Tutto questo in poche pagine. Se fossero momenti estrapolati da un romanzo forse alcuni avrebbero potuto disturbarmi, ma non conoscendo i personaggi non li condanno e nemmeno spero in un lieto fine. Sono stata una spettatrice silenziosa e molto, molto curiosa. Attraverso il buco della serratura ho visto mondi popolati da creature soprannaturali, scene di vita "quasi" quotidiana, un ipotetico e terrificante futuro. E ho visto sangue, violenza, desiderio, tormento, sofferenza... Anna Chillon poi sa scrivere e questo mi spinge a scoprire altro di lei, e credo proprio che leggerò Nobili Parole, Nobili Abusi... il titolo è tutto un programma!
Un unico appunto. Non ho capito se SoloSua si scrive tutto attaccato o no. Questo dubbio mi ha tolto ore di sonno (se non dormivo non era per le scene erotiche sappiatelo
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